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Matteo Salvini, la lettera in risposta a Vittorio Feltri: "Non lascio l'Italia in mano a Pd e M5s. Vedrete tra qualche mese"

Matteo Salvini
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Caro direttore Feltri, è vero: per me sarebbe stato più semplice restare all'opposizione anziché imbarcarmi con quelli che definisci ex comunisti ed ex democristiani. Eppure l'ho fatto perché rimanendo fuori dai giochi avrei regalato il Paese alla stessa squadra del Conte 2 che ha condannato l'Italia a numeri record in fatto di contagi e vittime, crollo del pil, ritardi e scandali sulle mascherine e non solo. Nei mesi a venire, anche per la gestione dei fondi europei, verranno gettate le basi per l'Italia dei prossimi decenni: davvero, caro direttore, avremmo dovuto lasciare il nostro futuro nelle sole mani di Speranza, Pd e 5Stelle? Da tempo il centrodestra è maggioranza nel Paese: non credo che gli italiani si meritino decrescita felice, più chiusure e meno libertà, ius soli e porti aperti, monopattini cinesi al posto di strade moderne e nuove ferrovie.

 

 

Per questo ho scelto di entrare nel governo: per portare la voce del centrodestra! Capisco i dubbi, ma dopo poche settimane non si può pretendere un'inversione completa e su tutti i temi. Nel 2018, Libero mi consigliava di stare alla larga dai Cinquestelle perché non saremmo riusciti a realizzare il programma. Invece, nel giro di un anno, abbiamo ottenuto il blocco degli sbarchi, Quota 100, legittima difesa e codice rosso, decreti sicurezza, flat tax fino a 65mila euro, modello Genova per rifare il ponte Morandi a tempo di record. Guardo il bicchiere mezzo pieno: ora non abbiamo più Arcuri e le sue primule, la Azzolina e Bonafede. Sono cambiati il Cts e il vertice della Protezione civile. Sui vaccini lavoriamo per fare anche da soli, visti i ritardi dell'Europa. Sulle cartelle esattoriali è stato fatto un primissimo passo verso la pace fiscale. I rimborsi arriveranno direttamente sui conti correnti. È finita l'epoca dei dpcm. Addio ai codici Ateco. Stop alle inutili passerelle nelle ville romane. E ora riapriranno le scuole.

 

 

È ritornato il ministero che si prende cura delle Persone con disabilità e delle loro famiglie: sono 6 milioni di connazionali e il ministro della Lega Erika Stefani ha strappato un budget di 100 milioni di euro che certamente investirà con profitto. Resto convinto che, visti i dati, si debbano allentare le restrizioni nelle zone meno aggredite dal virus. E non mi stupisce la frustrazione dei cittadini e delle imprese per la rigidità di Speranza, Pd e 5Stelle che da novembre ci dicono «chiudiamo ora per aprire a Natale», e a Natale «chiudiamo ora per aprire a Capodanno», e poi «chiudiamo a Capodanno per riaprire alla Befana» e così via. La sfida è portare buonsenso, sempre fidandoci dei dati scientifici ma col coraggio di scegliere, e facendo affidamento su Mario Draghi che è persona pratica e ragionevole: non possiamo ignorare partite Iva, professionisti, artigiani e imprenditori.

 

 

Sono quelli senza stipendio garantito e che danno un contributo fondamentale alla nazione. Chi lo dimentica o lo ignora (per ideologia o stupidità) fa il male dell'Italia. Non è questo il governo che potrà cambiare tutto quello che non va, a partire da immigrazione e giustizia, ma è mio preciso dovere fare la mia parte. A testa alta, con coraggio e con orgoglio, nella trincea della concretezza, in attesa delle elezioni e di un governo politico con una maggioranza chiara che, sono sicuro, vedrà protagonisti la Lega e tutto il centrodestra. Nel frattempo dovrei consegnare il pallino alla sinistra, rassegnandomi a stare chiuso in casa a Milano mentre approvano lo ius soli e la patrimoniale? Ps: caro direttore, vedrai che quando finalmente verranno rottamate decine di milioni di cartelle esattoriali grazie all'insistenza della Lega - liberando dall'incubo milioni di famiglie italiane - anche tu cambierai idea.

 

 

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