Cerca
Cerca
+

Coronavirus e lockdown, la grande bugia: il coprifuoco non comincia alle 22, ma alle 18

Foto:  Lapresse

Nicola Apollonio
  • a
  • a
  • a

Ieri il direttore Feltri ha scritto che, in questi tempi di pandemia, va meglio ai carcerati perché, almeno, possono avere vitto e alloggio gratis. Ma ha dimenticato di dire che in più dispongono pure della famosa "ora d'aria", durante la quale, oltre a far muovere le ossa e a regolarizzare la funzionalità dell'intestino, possono incontrare altre persone. Tutte cose che a noi, invece - rinchiusi in casa per ordine di un governo che agisce a capocchia, non si è mai saputo se d'accordo o in disaccordo con le decisioni del famoso Comitato di esperti -, ci vengono negate da più di un anno. Prima i Dpcm di "Giuseppi" Conte, ora le ordinanze del ministro della salute Roberto Speranza, intestarditosi a privarci d'ogni cosa che abbia a che fare con la vita. Intesa come aria da respirare. Come libertà dei movimenti. Come necessità di realizzarsi con il lavoro. Come soddisfazione dell'animo attraverso le fonti culturali. Come bisogno naturale di scambiarsi un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso. Nemmeno questo ci è più consentito, visto che il nostro volto continua a rimanere nascosto da una mascherina che non si sa bene se utile a fermare il Covid o se è complice nel farlo dilagare, visto che quelle certificate farlocche circolano a milioni. Ma c'è dell'altro che non trova una valida spiegazione nelle restrizioni decise dall'esecutivo per volontà di Speranza, l'ultimo dei comunisti d'annata ancora in circolazione. Ci hanno raccontato che il "coprifuoco" scatta alle 22 e dura fino alle 5 del giorno successivo. Balle. Di fatto, se è vero com' è vero che i bar e i negozi hanno l'obbligo di abbassare le saracinesche alle 18; se è vero com' è vero che nelle zone rosse nessuno, senza una valida giustificazione, può spostarsi né a piedi né in macchina neppure nel proprio Comune; e se è vero com' è vero che non si può sostare nelle strade e nelle piazze né in solitaria né in compagnia, non è tutto questo paragonabile all'entrata in vigore del coprifuoco? Se non fosse perché i notiziari televisivi e i giornali asserviti al Potere ci inondano di numeri sui decessi (ma nessuno spiega se la gente muore per il Covid o per altre patologie pregresse), verrebbe voglia di sfidare il destino, riappropriandosi della propria vita e di tutte quelle norme costituzionali che la regolano e la difendono. È vero che quel maledetto Covid arrivato dalla enigmatica Cina ci ha fatto perdere la serenità; è altrettanto vero che il governo Conte ha commesso una montagna di errori e per questo l'infezione si è propagata a dismisura. Ma è pur vero che oggi, in Italia, ci sono alcuni milioni di persone già vaccinate, quindi in grado di vivere senza paura di trasmettere o di ricevere il contagio. Ma di questo il governo non sembra tenere conto. Anzi, non perde occasione per intimarci a restare a casa, incapace persino a considerare non solo i danni economici ma nemmeno quelli psicologici che stanno interessando le persone, soprattutto anziane. Gente in depressione, ci sono giovani che vivono malamente la perdita del riferimento scolastico, che sembrano aver perso del tutto la rotta. E Speranza che fa? Allunga il coprifuoco. Non inizia alle 22, come il governo ha contrabbandato, ma alle 18. Ciò che manca per ristabilire il clima del tempo di guerra (o di un regime) è soltanto la ronda militare.

Dai blog