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Vaccino, il progetto del braccio destro di Figliuolo: dosi agli immigrati nei centri profughi

Lorenzo Mottola
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La notizia è che l’Italia potrebbe presto diventare una meta del famoso turismo vaccinale. Ovviamente non stiamo parlando di miliardari stranieri, quelli vanno a Dubai. I nostri clienti potrebbero essere i migranti clandestini subsahariani, che verranno fatti rientrare nel piano di immunizzazione del governo. E come è facile immaginare la cosa sta animando polemiche. La questione è emersa martedì nel corso di un’audizione al Senato (del generale Francesco Figliuolo, erede di Mimmo Arcuri nella gestione della campagna anti-Covid, e del suo braccio operativo: Domenico Ciotti, anche lui generale.

A quest' ultimo è stato chiesto se per caso il nostro Paese si stia attivando sul fronte degli italiani residenti all'estero che, per qualche motivo, in questo momento si trovano in patria. E l'ufficiale ha incautamente allargato il discorso e risposto che i ministeri della Salute e dell'Interno (ovvero, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese) si stanno già attrezzando per intervenire anche per gli stranieri. C'è già stata una riunione alla fine della scorsa settimana al ministero delle Finanze. Non si è parlato solo dei regolari: verranno coinvolti anche i centri profughi. Centri che, va chiarito, ospitano in buona parte richiedenti asilo, ovvero immigrati che hanno presentato appello per essere riconosciuti come rifugiati. Di norma almeno i 2/3 di queste richieste (per star bassi) viene respinta. Insomma, nella gran parte dei casi si tratta di semplici irregolari, o clandestini che dir si voglia. Ma saranno immunizzati.

 

 

 

La faccenda può sembrare marginale, ma in realtà i numeri sono significativi: in Italia ci sono 562mila migranti senza le carte in regola, e molti tra loro sono senza fissa dimora. Per questo da tempo anche in Parlamento il tema periodicamente riemerge. C'è chi, come il capogruppo Fdi alla Camera Francesco Lollobrigida, sostiene che gli sbarchi «rischino di inficiare la campagna vaccinale». La soluzione per il partito di Giorgia Meloni è «blocco navale subito». Arcuri invece aveva altre idee: «Sarebbe molto importante», aveva detto, «che tutte le persone che attraversano le nostre strade, e che non lo facciano clandestinamente, possano essere sottoposte alla vaccinazione». Con il nuovo corso pare non sia cambiato molto. Fratelli d'Italia ha annunciato ieri che presenterà un'interrogazione per andare a fondo questa storia.

A scriverla sarà Marcello Gemmato, responsabile per la Sanità del partito della Meloni, che spiega: «Se proprio dobbiamo trovare una categoria a rischio, penserei a tutti i lavoratori degli alimentari e dei servizi di prossimità. I cassieri entrano in contatto con centinaia di persone al giorno. Rischiano loro e potrebbero diventare veicolo di infezione».

 

 

 

 

Ovviamente il luogo dove più spesso si è discusso del problema è Lampedusa. Il sindaco Totò Martello paradossalmente vorrebbe fare dell'isola il primo luogo "Covid-free" d'Italia per attirare turisti. Il che sarà dura, se gli sbarchi continueranno a questo ritmo. Nelle scorse settimane Libero ha raccontato di navi delle Ong arrivate al largo dell'Italia con a bordo decine di immigrati positivi al virus, probabilmente contratto nei centri di detenzione che si trovano dall'altra parte del Mediterraneo. Ovviamente il nodo è la possibilità di contagiare il prossimo.

L'età media di chi sbarca è bassa, finora non è mai stato segnalato un decesso nei centri, solo un paio di casi gravi. In tutto ciò, chi si è già attivato è il Vaticano che, utilizzando scorte proprie, ha annunciato che sabato mattina provvederà a vaccinare 10 profughi residenti nel centro Astalli di Roma. Iniziativa comunque lodevole, anche se va segnalato che gli italiani sopra i 90 anni che ancora oggi attendono di ricevere un'iniezione di Pfizer, Moderna o AstraZeneca sono più di 300mila, distribuiti in tutte le Regioni del Paese. Bisogna capire solo quali sono le nostre priorità.

 

 

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