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Che meschinità i razzisti del "ti sta bene" rivolto al Nord: il macabro ludibrio di chi gode per il Covid

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Iuri Maria Prado
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Ho già scritto che un antico razzismo anti-lombardo spiega il macabro ludibrio per gli effetti devastanti dell'epidemia nella nostra regione. Quel resto d'Italia impancato a giudicare i numeri lombardi non lo fa in modo simpatico e solidale, a conforto di una popolazione che a torto o a ragione si assume governata male: lo fa col ghigno dell'avversione repressa che esplode nel "tiè, ti sta bene", magari con qualche divagazione sull'attitudine prealpina a pensare solo ai soldi (hanno scritto anche questo) mentre i cimiteri si riempivano di gente sacrificata alla volgare logica del profitto.

Nella requisitoria contro l'inefficienza lombarda finalmente disvelata dura il disprezzo per l'ottusità bresciana che pesta il ferro dodici ore al giorno; dura l'avversione budellare alla micragna brianzola che sta chiusa nel capannone a guadagnarsi le due settimane nella pensione in riviera; dura appunto il razzismo verso questa realtà diversa che è la Lombardia rispetto al latifondo italiano, una cosa piena di sole e pomodori che nessun lombardo ha mai sentito propria (sarà un diritto, no?) e che per questo risponde trattandoci come il Bancomat del Paese, roba da mungere finché dà latte e se no sono calci. Si potrebbe obiettare che un fenomeno analogo ma di segno opposto si registra quando da quassù ci lasciamo andare a considerazioni un po' robuste sul degrado dal Po in giù: obiezione superficiale.

Può esserci qualche grossolana concessione al luogo comune, ma risentimento e compiacimento velenoso, questo no. La malversazione che corre laggiù, le città-immondezzaio, le praterie di illegalità in cui pascola una buona parte dell'economia del Sud, dopotutto ci dispiacciono (anche perché sono le nostre tasse a porvi rimedio). E soprattutto non ci viene in mente di assumere il Covid a castigo della colpa meridionale. Sulla tragedia lombarda spira invece questo venticello, il dileggio a carico dei milanesi e limitrofi presi in castagna da una epidemia che ha messo alla berlina la loro presunzione boriosa: tipo "ben gli sta", appunto.

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