Giorgia Meloni, la lunga marcia: buonsenso e coerenza, i due segreti dietro alla sua ascesa
Nella nostra sgangherata democrazia rappresentativa, ormai i cittadini contano soltanto nel giorno delle elezioni, sempre meno rappresentati da un'oligarchia di partiti fatta da capibastone fedeli all'apparato benefattore e non alle aspettative e ai bisogni della popolazione. In questa situazione di putrefazione istituzionale, le virtù più apprezzate dai cittadini sono il coraggio e la coerenza. Giorgia Meloni, romana verace classe '77, è oggi un argine potente contro le ipocrisie, gli sciagurati accordicchi sottobanco e la spartizione delle poltrone di governo. C'è chi sguazza nei gangli vitali dello Stato, dell'alta burocrazia, dei grandi funzionari di Bruxelles.
C'è chi, come Giorgia, corre a perdifiato da una parte all'altra del Paese per risolvere i problemi degli impiegati, degli operai, degli imprenditori e di qualunque italiano perbene che sgobba da mane a sera. Giorgia ha fatto la gavetta, quella vera di strada fra banchetti e comizi, megafono in spalla e battaglie feroci al fianco degli italiani. Fin dagli inizi, la giovane donna è così: tutto cuore e generosità. La durezza della gavetta è lì a dimostrarlo. Nel '92, a soli 15 anni, aderisce al Fronte della Gioventù. Dopo essere diventata consigliere della provincia di Roma, nel 2004 viene eletta Presidente di Azione Giovani, l'associazione giovanile di Alleanza Nazionale. Il grande salto avviene nel 2006, quando è eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati, diventando vice-presidente di Montecitorio. È il ministro più giovane della storia della Repubblica quando nel 2008, a 31 anni, il Cavaliere la nomina ministro della Gioventù. Nel 2012, a soli 35 anni, fonda la sua creatura politica, Fratelli D'Italia.
Ma i primati, per Giorgia, non hanno mai contato niente. I punti fermi della sua azione politica sono da sempre le persone, la Comunità, il Paese. In una parola: contano solo i fatti. La giovane donna, in un istante, ha riverniciato di entusiasmo e di coerenza il sistema dei partiti e messo in cantina tutto il caravanserraglio di vecchio linguaggio da Prima Repubblica, riti stantii, trasformismo becero e poltronismo esasperato. Nel parapiglia in cui stiamo annaspando, Giorgia non ha fatto rivoluzioni, non ha alzato la voce. Le è bastato trasformare i suoi valori fermi di donna e il suo amore smisurato per il Paese in un progetto politico semplice e credibile, e per questo affidabile. Le parole d'ordine di Giorgia per gli italiani e per il Paese sono i consigli appassionati di un'italiana al suo popolo e alla sua Patria. Così, con naturalezza e disinvoltura da timoniere navigato, la leader interpreta a menadito gli umori e i malumori degli italiani.
Passionale, emotiva, istintiva, ha restituito peso a cosa si dice e non a come lo si fa, cancellando d'un colpo i litigi da bettola e i pettegolezzi da portinaia. Un esempio? L'immigrazione clandestina. Sul tema Giorgia è in favore di regole chiare e di buon senso: «In Africa ci sono un miliardo e 200mila persone che vogliono venire in Italia per cercare fortuna. Possiamo mai ospitare un numero simile di disperati? In Italia, negli ultimi anni ne sono entrati più di 700.000. Senza regole, la tendenza è destinata ad aumentare». Fra le numerose battaglie, la leader di Fdi lotta per cambiare questa Ue di burocrati: «L'Ue non deve avere paura di difendere la sua identità europea, cristiana, di civiltà. Invece oggi l'Europa di Bruxelles è un modello di burocrazia, interessi e speculazione, dove non c'è spazio per i diritti dei popoli e delle persone». Infine, Giorgia ha restituito al Paese un sentimento condiviso di orgoglio nazionale, un orizzonte identitario di Comunità. Con coerenza, è rimasta all'opposizione sia con Conte che con Draghi. La spiegazione? «Non governo con Pd e M5S.
È una promessa fatta a tutti gli italiani che ci sostengono e una regola che vale pure se il premier è Mario Draghi». La coerenza paga, se è vero che nei sondaggi Fdi vola al 19%, staccando di ben cinque punti il M5S. La tenacia indistruttibile di Giorgia ha pagato anche in Europa, dove il 29 settembre 2020 è stata nominata presidente dei Conservatori e Riformisti Europei. Buon segnale premonitore: anche in Europa, il destino è la Patria.