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Coronavirus, come arricchirsi durante la pandemia: non solo case farmaceutiche, tre investimenti con cui fare soldi

Giancarlo Mazzuca
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I segni del Covid sul fronte economico: mai come in questi tempi di contagio purtroppo ancora dilagante si parla solo di aziende che producono vaccini. Tra Pfizer, Johnson & Johnson e AstraZeneca, i mercati finanziari sembrano davvero aver voltato pagina e, quasi paradossalmente, le nostre possibilità di debellare la pandemia sono legate a filo doppio all'andamento sui mercati di alcuni titoli. Le oscillazioni borsistiche di certe azioni finiscono per essere considerate da molti "guru" della finanza come una specie di bollettino-bis dei contagi giornalieri del virus. Se queste quotazioni schizzano verso l'alto, in tanti sono pronti a vaticinare: ecco la medicina giusta per la pandemia. In caso contrario, senza arrivare a prevedere (tocchiamo ferro ) un altro crollo come a Wall Street nel '29 dopo la "spagnola", avremo in Borsa soltanto montagne russe, magari in attesa dello Sputnik. Una situazione di estrema incertezza che rischia di non risparmiare alcun titolo, neppure i "pandemic bonds" emessi dalla Banca Mondiale. Ma dobbiamo aver fiducia, nonostante tutto.

 

 

OCCHIO AI LISTINI
In queste settimane, sotto le lenti degli analisti ci sono, in particolare, le quotazioni di moltissimi prodotti farmaceutici e parafarmaceutici (si parla di fatturati in vertiginosa crescita). Un esempio tra i tanti: i medicinali per combattere l'insonnia perché, tra un lockdown e l'altro, in tanti dormono sempre meno e la domanda di medicinali "ad hoc" registra una continua "escalation". Tutti hanno inoltre bisogno, un disperato bisogno, di aria salubre e, in attesa che il turismo sull'orlo del fallimento torni a respirare, sono oggi sulla cresta dell'onda le aziende che producono sanificatori d'ambiente. Un altro dato: anche se è notevolmente aumentata la domanda in farmacia di antidoti contro l'inappetenza, sono lievitati gli acquisti di moltissimi prodotti alimentari, a cominciare dal pane e dalla pasta. Tutti in fila per un piatto di spaghetti e, magari, in tempo di vaccini, va a ruba, tra i secondi piatti, la stessa coda alla vaccinara e non solo a Roma. Sono poi in forte crescita le vendite dei cibi per cani e gatti, sempre più i nostri amici. Paradossalmente, stiamo assistendo a fenomeni che potrebbero sembrare strani, ma non sono affatto così. Un esempio: da una parte stiamo registrando la corsa all'acquisto di prodotti altamente tecnologici - e non potrebbe essere diversamente considerando che restiamo bloccati in casa con le zone rosse che si moltiplicano -, dall'altra c'è, invece, un ritorno all'antico.

 

 

VOGLIA DI NORMALITÀ
È il caso della riscoperta della bicicletta che pensavamo definitivamente sepolta in garage. Con una quarantena che continua a prolungarsi, sono adesso in risalita i prezzi delle case dopo il crollo delle quotazioni registrato l'anno scorso. Il recupero riguarda, in particolare, gli immobili delle grandi città come Milano, ma si avverte una certa ripresa pure nei centri di vacanza: secondo recenti sondaggi, una bella fetta di italiani pensa, in effetti, che già a partire dalla prossima estate il Belpaese riuscirà a voltare definitivamente pagina. Non è un caso che molti signor Rossi prevedono anche una normalizzazione del traffico aereo: sarà davvero la volta buona per l'ex-Alitalia? Tanti astrologi dell'economia ipotizzano infine il decollo entro l'anno di molti prodotti-doc del "made in Italy". Come spiegare tanto ottimismo a dispetto delle apparenze? A rendere i nostri esperti speranzosi è soprattutto l'esempio della Cina che è stata la prima a cadere nel pozzo della pandemia, con l'incubo di Wuhan dell'anno scorso, ma che è stata anche la prima a risollevarsi sul fronte economico e finanziario. Speriamo che sia davvero così anche se è il caso di nutrire qualche dubbio: la Cina non è affatto vicina.

 

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