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Fabrizio Corona, la madre Gabriella preoccupata per il figlio: "Quelli con la sua patologia si tolgono la vita"

Giovanni Terzi
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 L'ultima notizia è che Fabrizio Corona dovrà scontare di nuovo nove mesi di reclusione che aveva già scontato, sia pur in affidamento terapeutico, tra febbraio e novembre 2018. Lo ha definitivamente stabilito la Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di Corona contro quanto sentenziato lo scorso 13 ottobre dal Tribunale di Sorveglianza di Milano in accoglimento della richiesta del pg milanese Antonio Lamanna, che aveva evidenziato le violazioni commesse da Corona durante la fase di affidamento concessagli per favorire il programma di recupero dalla dipendenza da cocaina.

 Che dire? Cerchiamo di essere oggettivi: io non ricordo nella storia giudiziaria italiana nulla di paragonabile a quello che sta accadendo da quasi un decennio a Fabrizio Corona. Ma c'è di più. Ogni volta che si parla di Corona il fatto, anche il più drammatico, diventa e si trasforma in un episodio di costume, senza essere quasi mai affrontato semplicemente con l'attenzione giuridica che necessita. Questo approccio non solo è sbagliato, ma fa male e diventerebbe devastante per chiunque dovesse affrontare una propria vicenda giudiziaria: perché? E qui si apre un discorso che riguarda più che altro simpatia, antipatia, etica e morale - e credetemi - quando l'etica entra in una aula giudiziaria, questa trasforma il processo penale e lo abbassa a gossip. Oggi però siamo a una svolta nella vita di quest' uomo che, sicuramente, ha causato più problemi a se stesso che ad altri. Ho cercato Gabriella, la sua mamma, perché quel pianto disperato mentre abbracciava il figlio è un fatto umano che non può lasciare indifferenti. Gabriella Corona è una donna che ha sempre dimostrato equilibrio nel giudizio del figlio; ne è certamente "tifosa" ma non in maniera acritica, sottolineando sempre quante "stupidate" Fabrizio avesse commesso, ma riconoscendo anche quanto impegno stava mettendo nel suo recupero psichiatrico prima di essere arrestato. Io credo a mamma Gabriella. «Fabrizio è a rischio suicidio: il 70 per cento delle persone che soffrono della sindrome di cui soffre lui, alla fine si tolgono la vita». La voce della mamma di Fabrizio ha toni bassi, parla sottovoce, quasi a mostrare pudore in queste parole che sono macigni.

Lei ha paura per Fabrizio?

«Io sono disperata, e non uscirò nemmeno io da questa vicenda: lo sento. Questo è un colpo mortale dato a mio figlio e anche a me. Mi creda che vedere mio figlio insanguinato portato via e ammanettato dalla polizia è qualcosa che non uscirà mai più dalla mia memoria, ma soprattutto dal mio cuore».

Insieme a noi nella telefonata c'è l'avvocato Chiesa - "l'Avvo", come lo chiama Fabrizio -, un vero vice-padre che da sempre gli sta accanto.

«Fabrizio non doveva essere arrestato. È un dato oggettivo. Aveva avuto la conferma dagli psicologi dello Smi e dal Uepe che dopo un anno, pur essendo migliorato, non è guarito, e che si rende auspicabile il proseguimento della misura cautelare domiciliare in corso. Invece improvvisamente tutto questo è saltato».

Signora Gabriella, ma suo figlio era migliorato?

«Se misuriamo da uno a dieci il miglioramento rispetto alla sua patologia, adesso era arrivato a un buon livello: diciamo sette. Ma i medici sanno perfettamente che ogni evento da stress riapre e riporta indietro tutte le fatiche fatte in quest' anno di terapia».

Ci sono state occasioni in cui suo figlio ha dato prova di perdere totalmente il controllo.

«Certamente sì, ma come le ho detto non era guarito, e per questo ho il terrore che non solo possa peggiorare di nuovo, ma anche farsi del male in modo definitivo. Le voglio ricordare che gli errori fanno parte proprio di quel processo di guarigione a cui tutti tendevamo».

 

 

 

Ma quale patologia ha suo figlio, esattamente?

«È una patologia psichiatrica che si chiama disturbo borderline con disturbo bipolare di tipo narcisistico associato ad una sindrome depressiva maggiore. (La diagnosi è nell'ordinanza di revoca, ndr). E questa patologia non è compatibile con la detenzione».

L'altro giorno Nina Moric ha nuovamente attaccato Fabrizio, dichiarando il male che lei e suo figlio avreste fatto. In realtà dapprima attraverso il suo legale aveva fatto sapere che preferiva non commentare l'arresto di Fabrizio ma poi, sui social, replicando a un follower che l'ha invitata ad aiutare Corona, ha dichiarato che fu proprio lei, Gabriella, a toglierle il figlio, aiutata da un giudice amico. Cosa ne pensa?

«Voglio rimanere su dei dati oggettivi per dare modo a chi legge di farsi una opinione. Premesso che è stato il Tribunale dei minori, anni fa, a togliere alla Moric il figlio affidandolo a me. Credo che una dichiarazione così grave nei confronti di un giudice non possa che avere conseguenze purtroppo gravi per Nina. Sono convinta che il periodo in cui ho avuto Carlos, sia stato per lui relativamente sereno. Per quanto riguarda l'arresto di Fabrizio, ed è scritto nell'ordinanza, Nina Moric faceva denunce direttamente al Tribunale di sorveglianza, cosa inusuale e che aveva come unico scopo quello di rimandare in galera lo stesso Fabrizio. Penso che questi due dati siano importanti per comprendere cosa muove la signora Moric...».

Ma nell'ordinanza sono citate altre denunce?

«Solo da parte di una persona che si era dichiarata amica. ma di cui preferisco non parlare».

Adesso Carlos dove vive?

«In questo momento è all'estero con i genitori della Moric e, mi creda, la cosa mi fa stare serena».

Non sarebbe serena se fosse con la madre?

«È stata una brutta pagina quella in cui la Moric ha reso pubblica sui social la vicenda intima e privata di una famiglia, scatenando le ire di Fabrizio. Preferisco non commentare».

Lei sente Carlos?

«Ogni tanto al telefono, e mi chiede sempre del padre, a cui è legatissimo».

Lei ha incontrato Fabrizio: come l'ha trovato?

"Dimagrito e provato. Per lui Carlos è decisivo, c'è un amore profondo che li lega. Quando l'ho incontrato all'ospedale di Niguarda, assistito da medici di grande livello professionale, ho anche dovuto dirgli dei nove mesi in più della Cassazione, e non è stato facile».

Come ha reagito suo figlio?

«Come un uomo distrutto, che ha già scontato otto anni di carcere e ne dovrebbe fare altri quattro. Dodici anni di galera sono un'enormità, e a volte non vengono dati neanche a chi si macchia di orribili delitti».

Lei alla fine perdona suo figlio?

«Io sono sua madre, so gli errori che ha commesso e, mi creda, tra noi c'è sempre stato un rapporto leale e sincero su questo. Dico solo che non doveva andare in carcere e si doveva continuare con il percorso di recupero che aveva iniziato».

 

 

 

 

Che ragazzo era Fabrizio?

«Legatissimo al padre e alla famiglia. Come gli altri miei due figli ha sempre respirato un'aria familiare sana fino al momento in cui ha incontrato alcune persone. E lì, mi creda, era giovane e si è rovinato».

Ed il papà di Fabrizio che cosa diceva?

«Mi ricordo ancora Vittorio (Vittorio Corona, ndr) che un giorno mi disse preoccupato che non amava le persone che stava frequentando».

E di chi parlava?

«Preferisco tacere. Per me ora l'unico pensiero è tirare fuori dalla galera mio figlio».

 

 

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