Filippo Facci a valanga contro Andrea Scanzi vaccinato: "Il ca**ro colpisce ancora"
«Basta, lo volete capire o no che si tratta di un semplice raffreddore, non è una malattia mortale! Ma quale pandemia» «Nei ristoranti non va più nessuno, nessuno esce più di casa, ma questa non è una malattia mortale, è una c... di influenza, cosa si fa si va in guerra» «L'Amuchina mi ha fatto sempre schifo... È incredibile, mi stanno annullando le date teatrali... Continuate a vivere tranquilli» «Ho sottovalutato il Covid ma lo hanno fatto in tanti». Vabbeh, Scanzi, sei un cazzaro definitivo col timbro della Cassazione a sezioni riunite: hai ottenuto un primo risultato, sei riuscito a farmi telefonare e scovare proprio di domenica (inoltrata) dopo che altri quattro colleghi si erano dati per morti, introvabili o presi da impegni più seri (Cruciani, per esempio, era seduto sulla tazza del cesso).
Io però sono dipendente di Libero e dopo quattro telefonate del direttore e una del vicedirettore (senza rispondere) ho dovuto richiamare, e arrendermi all'umiliazione: ed eccomi qui, a dover «scrivere» di un giornalista pubblicista (come la tua amica Lucarelli) che pur di farsi notare si darebbe fuoco, scrivere di un malato - voglio violare la privacy - affetto da disturbo narcisistico della personalità, il quale - parlo di te, bamboccio - di fronte al suo target di lemuri social è riuscito persino ad annunciare e a giustificare d'aver fatto il vaccino anti Covid a 47 anni: come se il dimostrarne almeno dieci di più fosse una giustificazione.
Video su questo argomentoScanzi si fa il vaccino come accompagnatore dei genitori e poi li molla. Guarda in quale Hotel è andato
Comunque bravo, bravo pirla, sei diventato uno spot istituzionale per la Toscana dei cazzari, regione già primatista di autentiche truffe da furbetti del vaccino, regione che sulla piattaforma per la prenotazione del personale scolastico, diviso in 24 categorie professionali più la generica voce «altro», ha visto infilarsi in migliaia sotto la voce «altro», con le scuse più fantasiose. Regione in cui la categoria degli avvocati era stata inserita tra il personale degli uffici giudiziari (ridicolo) col risultato che, su 8.600 vaccini fatti, oltre 7000 li hanno fatti loro, i fondamentali avvocati. Regione in cui, selezionando i vaccinandi in base alle esenzioni dal ticket previste per patologia, hanno tentato di convocare dei morti. Regione dove manca una piattaforma di prenotazione per i volontari del soccorso 118.
Regione dove potrei farti nome e cognome di 93enni che sono lì che aspettano, perché hanno un sacco di malanni, chiaro, anche se difettano del disturbo narcisistico di personalità che invece domina te con sintomatologia crescente. Regione di Scanzi Andrea. Regione penultima nella vaccinazione degli over 80, con solo il 5 per cento che hanno ricevuto le due dosi. Il grave è questo, pezzo di aretino col vaccino: averlo raccontato, averlo declarato, averlo tronfiamente esibito lasciando scivolare un sottotesto tipo «vedete che fico che sono, io l'ho fatto e sono già salvo, è possibile, evidentemente voi siete imbranati». Vedi, è in questo che non capisci un cazzo, grande aretino. Credi che gli altri toscani non abbiano un medico di base da esortare. Credi che non ci avesse pensato nessuno, credi dunque che non abbiano fatto un favore specificamente a te.
PANCHINARO DELLA DOSE
Se morivi dalla paura per il Covid, pace: potevi tenertelo per te, potevi evitare di raccontare d'esserti intrufolato come «panchinaro del vaccino» approfittando dell'ordinanza del generale Francesco Paolo Figliuolo, quella che raccomandava di esaurire a fine giornata tutte le dosi a qualsiasi costo. Allora - l'hai spiegato tu - hai telefonato al tuo medico di base (non è uno psichiatra, apprendiamo) e gli hai detto: «Se avanza una dose, se non la vuole nessuno e la buttate via, io ci sono». Era una prassi discrezionale: non c'era nessuna lista. Passi, quindi, che sia avanzata una dose (e non dovrebbe) e passi pure che possa esser capitato di doverla buttare (dovrebbe capitare ancora meno) ma non passa, vedi, quel tuo «non la vuole nessuno» riferito alla dose.
Fa girare i coglioni che non hai: perché chi una dose la voglia - meglio: chi ne abbia davvero bisogno - io te lo troverei in due minuti, anche se sono un orso e vivo isolato, mentre tu evidentemente no, vivi come un criceto nella ruota dei social ma non l'hai trovato, disdetta. No, non credo che sia perché il tuo target medio è composto da minorati 13enni oppure, dal versante anziano, da Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli. Il fatto è un altro. Tu hai scritto di esserti mosso «nel rispetto della legge», ma forse dovevi scrivere «scavando nelle smagliature della legge», una circostanza che ti ha permesso di scavalcare un sacco di gente. Che poi quanto sia stata regolare, la tua procedura, è tutto da dimostrare: sì, perché il tremebondo Scanzi, che è un grande fico ma è anche l'unico cazzaro che non conosce nessuno che abbisogni del vaccino, si è auto-dichiarato un «caregiver familiare», ossia «colui che si prende cura e si riferisce a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile».
Da qui la prima domanda non retorica, caro assistente di congiunti: i tuoi genitori sono stati vaccinati, vero? No, perché a noi non risulta, ma potremmo sbagliarci: illuminaci. Poi comunque c'è un'altra cosa: la Regione ha dichiarato che il cazzaro Scanzi «non risulta fra i 18.822 caregiver indicati dai 70.801 fragilissimi che si sono registrati sul portale». Potrebbero sbagliarsi anche loro. Ma il cazzaro Scanzi avrebbe almeno potuto iscriversi - chiediamo - sulla piattaforma delle riserve? No, perché non c'era ancora nessuna piattaforma delle riserve: l'hanno fatta dopo il suo caso. Il cazzaro ha scritto che sarebbe stato «il responsabile di zona ad informarlo» di una dose a disposizione, ma «a noi non risulta» fanno sapere dalla Asl Sudest di Arezzo. Oh. Che confusione. Scanzi, forse qualcuno ce l'ha con te, saranno di sicuro degli invidiosi.
GIRA LA FRITTATA
Detto questo, girare le frittate non è difficile in sé: è difficile farlo davanti a gente capace di intendere, di volere e di ricordare. Ai lemuri tu hai spiegato che il tuo gesto voleva «esortare alla vaccinazione» e che grazie al tuo scrocco autorizzato, in Toscana, molti impareranno la prassi da «panchinaro dei vaccini». Eh sì, perché dopo l'esibizione della tua profilassi, altri lemuri ti hanno chiesto come fare, e tu gliel'hai spiegato: ma solo ora. Prima, per il loro bene, sei andato avanti tu. E per non sembrare che abbiano favorito uno pseudo-giornalista, ora, si inventeranno - vedrai - una lista d'iscrizione per panchinari: che poi sarà un elenco che quantifica delle inefficienze, a pensarci. Il punto, egregio cazzaro, è che non pensavano che avresti avuto il fegato di esibirti persino in questo, e raccontare tutto sbrodolandoti addosso. È che non resisti. Il disturbo narcisistico è una brutta bestia. Il semplice piacersi, e dare spettacolo di sé, sono un'altra cosa.
L'unica cura per impedirti di sparare ogni cazzata che scorra nella tua parte destra del cervello, beh, sarebbe una martellata sul cranio: ma è una terapia ritenuta superata. Ma noi, come facciamo? Come facciamo, noi dotati di memoria, a non ricordare quando desti a tutti dei «deficienti» (25 febbraio 2020) perché giravano con la mascherina? Quando dicesti «è un semplice raffreddore, non una malattia mortale»? Quando insultasti i colleghi che giudicavi «allarmisti» per una «normale influenza»? Quando urlasti «Ma quale pandemia!... Mi stanno annullando le date teatrali!». Dopodiché, sdraiato a tappeto sotto Giuseppe Conte, sei passato a elogiare qualsiasi lockdown. «Scellerato far giocare Atalanta-Valencia», dicesti due mesi dopo, mentre cannoneggiavi quelli che in precedenza, con molta più moderazione, erano incappati nel tuo stesso svarione. Certo, hai ragione: tu problemi non ne hai, perché i tuoi seguaci non hanno memoria essendo animali (lemuri) e gli animali vivono solo il presente, beati loro. Ma chi invece ha memoria, maledetto te, è dannato due volte, perché finisce che lo chiamano anche di domenica per umiliarsi e scrivere questa cosa, che ti piacerà comunque, perché parla di te, di te, di te.