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Risparmiatori truffati dalle banche e traditi dal M5s: il fondo da 1,5 miliardi ha erogato solo il 3% dei soldi

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Luigi Di Maio

Attilio Barbieri
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I risparmiatori truffati che hanno perso i loro soldi con i crac bancari degli ultimi anni finora hanno visto solo le briciole degli indennizzi promessi dai 5 Stelle. Il Fondo istituito nel 2019 ha liquidato finora 45 milioni sul miliardo e mezzo di dotazione assegnatagli dalla finanziaria di quell'anno. In tutto a ricevere un indennizzo - talvolta pure parziale rispetto alla perdita subita - sono appena 25.189 persone. Altre 119mila restano in attesa senza aver ricevuto finora un centesimo. (web) Una manifestazione a Roma dei risparmiatori truffati dalle banche A fare il punto è la Consap, società interamente partecipata dal Ministero dell'Economia, che gestisce i ristori ai risparmiatori traditi. «In un clima di proficua collaborazione si è svolto lunedì 15 marzo 2021, un approfondito incontro in videoconferenza tra Consap e le associazioni a tutela dei risparmiatori», si legge in una nota diffusa dalla società pubblica. L'incontro era proprio, «finalizzato a fare il punto sullo stato dell'arte dei rimborsi del Fir», il Fondo indennizzo risparmiatori, ndr. Il clima in cui si è svolto il confronto sarà anche stato collaborativo, ma questo non sposta di una virgola il ritardo accumulato nel liquidare il dovuto a quanti hanno perso i soldi con i crac di 11 istituti bancari: Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, Credito cooperativo padovano, Credito cooperativo interprovinciale veneto, Banca Brutia, Popolare delle province calabresi, Banca di Paceco.

 

 

COMMISSIONI D'ESAME
Complessivamente le domande di indennizzo pervenute al Fir sono oltre 144mila. E i primi assegni per i ristori avrebbero dovuto partire parecchio tempo fa. Era il 6 febbraio 2019 quando l'allora vicepremier e pluriministro (Lavoro e Sviluppo) Luigi Di Maio si sbilanciò in una promessa sulla celerità dei rimborsi: «La prossima è la settimana decisiva», aveva detto l'ex leader dei 5 Stelle. Purtroppo non è stato così. Dopo l'abolizione (presunta) della povertà con il reddito di cittadinanza i pentastellati accarezzavano il sogno di poter cancellare pure il risparmio tradito. «Al meeting», del 15 marzo, informa la Consap, «è intervenuto Vincenzo Sanasi D'Arpe», amministratore delegato della società, «che ha riferito di aver avuto un incontro molto soddisfacente con il Ministero dell'Economia, volto a trovare soluzioni per accelerare il processo di liquidazione agli aventi diritto snellendo quanto più possibile le procedure di verifica delle istanze pervenute al Fir, sempre nel rispetto delle previsioni normative». Ieri si è svolto un altro vertice al Ministero retto da Daniele Franco con l'obiettivo di raddoppiare le commissioni incaricate di esaminare le domande.

 

 

COSTI AGGIUNTIVI
La copertura dei costi aggiuntivi dovrebbe entrare oggi nel decreto Sostegni. A lunedì scorso, 15 marzo, risultavano «istruite dalla Consap con calcolo dell'indennizzo 62.931 domande» sulle 144mila presentate, dunque meno della metà. Di queste 25.189 sono state «già valutate dalla commissione tecnica», mentre altre «37.742 domande sono disponibili per la valutazione». Fra l'altro, sempre con la medesima nota, la società guidata da Sanasi D'Arpe, fa sapere che «delle 144 mila domande, 75mila avevano necessità di integrazione perché carenti di documenti». Purtroppo non tutte le pratiche incomplete sono state evase visto che «sono in fase d'invio le ultime richieste di integrazione». Dunque gli sfortunati risparmiatori potrebbero ancora non sapere di dover produrre ulteriori documenti. Il risultato del lavoro fin qui svolto è sconsolante. A due anni dalla costituzione, il Fondo indennizzi ha versato appena il 3% della dotazione.

 

 

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