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Pietro Senaldi a L'aria che tira: "Chi condiziona Mario Draghi". Indiscreto a palazzo, un grossissimo rischio per il premier

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Oggi, mercoledì 17 marzo, il governo di Mario Draghi "compie" un mese. Esattamente un mese fa, il 17 febbraio, infatti il premier pronunciò le sue prime parole in Parlamento. E della "ricorrenza" se ne parla a L'aria che tira, il programma in onda su La7 di approfondimento politico. Ospite in studio ecco Pietro Senaldi, il direttore di Libero, a cui viene chiesto se, effettivamente, ci sia discontinuità tra Draghi e il suo predecessore, Giuseppe Conte. Qualcosa è cambiato?

"Qualcosa c'è - risponde Senaldi -. Vediamo che Draghi parla italiano e che Di Maio è migliorato molto sull'inglese. Abbiamo capito a cosa serve andare in Parlamento: a imparare l'inglese", premette ironico. "Detto questo - riprende il direttore -, io credo che un po' Draghi ci stia provando: ha cambiato tutti gli uomini sostanzialmente. Un mese non è tantissimo per rivoluzionare un Paese". 

"Come abbiamo visto, Enrico Letta è stato eletto e subito dopo gli hanno piantato il casino di Gualtieri: non possiamo però dire che non ci sia discontinuità nel Pd, sarebbe un giudizio un po' prematuro, bisogna vedere - sottolinea Senaldi -. Draghi ha fatto delle scelte molto, molto importanti. Deve imparare però essendo un tecnico, quindi non legato al consenso, a farsi meno condizionare dalla politica. I suoi collaboratori deboli, non a caso, sono quelli che gli ha imposto la politica", conclude. 

Senaldi, nella serata di martedì 16 marzo, ospite a DiMartedì, aveva parlato anche del caso dello stop ad AstraZeneca, puntando il dito contro la Germania. "Allucinante", aveva spiegato il direttore. E perché? "La mia sensazione? Pressioni internazionali eccetera, che è l'ennesimo omaggio alla Germania. Angela Merkel si è spaventata, ha fermato tutto, c'è stato un giro di telefonate tra i ministri della Salute e noi ci siamo adeguati. Vale la solita regola: un morto in Germania, 8 morti in Italia al giorno, come dice la dottoressa Salmaso. Il dato vero è che in Inghilterra prima della vaccinazione c'erano 1.000 morti al giorno e oggi ce ne sono meno di 100", aveva concluso Senaldi.

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