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Mario Draghi, così non basta: i soldi devono arrivare subito, l'appello di Roberto Formigoni

Roberto Formigoni
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Di brutte notizie sono pieni giornali e notiziari di questi giorni: l'Italia sta diventando un'unica zona rossa, nei weekend e persino a Pasqua sarà obbligatorio stare tappati in casa, il vaccino Astra Zeneca forse fa male e non va usato, la Lombardia, un tempo modello in Europa per la sanità, ora sembra non azzeccarne più una... Insomma occorre avere la pazienza di Giobbe per assorbire tutte queste sofferenze e mantenere un minimo di equilibrio nervoso. 

 

Eppure una notizia positiva c'è, e non di poco rilievo, e di questo vorrei dar conto oggi. Si tratta, chi l'avrebbe mai detto, dell'economia. Sì, l'Italia sta crescendo più di tutti in Europa, e le prospettive sono positive per i prossimi mesi e per tutto il 2021. Attenzione, sto parlando di macroeconomia, cioè di un ritorno alla crescita del sistema produttivo del Paese dopo la botta della pandemia. Ma prima che si abbia una ricaduta positiva sul reddito delle famiglie deve passare del tempo, per questo c'è ancora bisogno di sostegni e rimborsi per molte categorie e per milioni di persone. E devono essere rimborsi urgenti e ingenti, come dirò tra poco. Ma intanto guardiamo il lato macroeconomico che, come ho detto, è positivo. 

 

Dopo il crollo del 2020, ora il prodotto interno lordo ha ripreso a crescere e l'Ocse calcola che crescerà per tutto il 2021 del 4,1%, e del 4,0% nel 2022, al di sopra delle previsioni fatte finora. La produzione industriale è tornata a salire in tutti i comparti, tranne l'energia, e in questo modo le stime di crescita dell'Italia superano di qualche decimale quelle dell'intera eurozona. L'Italia fa meglio perfino della Germania, che probabilmente crescerà di un 1% meno di noi. Il dato è incoraggiante perchè significa che il comparto in cui siamo tradizionalmente più forti, la manifattura, ha tenuto nonostante tutto, e tende ad accelerare, anche se non in tutti i settori. Insomma, grazie alle fabbriche aperte, a un aumento dell'export e al fatto che la domanda di acquisto dei cittadini chiusi in casa si sia diretta verso beni durevoli, conserveremo il secondo posto in Europa nel comparto industria e manifattura. 

E una grossa mano ci arriva anche dagli Usa con il varo di una supermanovra di spesa da 1.900 miliardi di dollari, che darà un forte impulso alla ripresa già in atto dell'economia americana, ma farà anche arrivare somme consistenti nelle tasche dei cittadini determinando quindi un aumento dei consumi: due fattori che avranno effetti positivi anche sull'Europa. Tornando all'Italia, sono state finalmente sbloccate le procedure per una serie di grandi opere infrastrutturali del valore di oltre 60 miliardi, a partire dal completamento dell'Alta velocità, che daranno lavoro a migliaia di addetti. Un capitolo molto importante è poi la riforma della pubblica amministrazione, con il piano messo a punto da Draghi e dal ministro Brunetta, che servirà a semplificare e velocizzare le procedure di appalto e in genere i rapporti tra cittadini, imprese e stato. 

Va poi considerato l'effetto Draghi, vale a dire l'influsso positivo che ha avuto e avrà sui rapporti intraeuropei e internazionali la nomina dell'ex presidente della Bce a presidente del consiglio. Già si delinea un nuovo asse franco-italiano grazie alla stima e all'intesa sperimentata tra Macron e Draghi stesso, e Berlino e la Ue intera dovranno tenerne conto. Insomma, il futuro si sta aprendo a prospettive più serene, ma questo a due condizioni: la prima è che siano accelerate le vaccinazioni, perchè la salute dei cittadini è precondizione per tutto, la seconda è che si agisca tempestivamente per offrire gli aiuti economici indispensabili a quei cittadini, imprenditori, artigiani, famiglie che ne hanno bisogno per "chiudere il buco" dei mancati introiti di questi mesi. Occorre cancellare, o almeno bloccare a tempo indeterminato, le cartelle esattoriali che nessuno è in grado di onorare perchè in questi mesi ha visto ridursi pesantemente o annullarsi il proprio reddito. 

E occorre stanziare immediatamente rimborsi adeguati, che arrivino direttamente sul conto corrente, a quelle aziende, a quelle partite iva che sono a rischio di chiusura definitiva e a fallimento della loro attività. Il blocco dei licenziamenti, deciso fino al 30 giugno, è una misura inevitabile che difende milioni di lavoratori, ma adeguati sostegni vanno versati contestualmente alle aziende, che oggi sono strozzate dai debiti.

 

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