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Vaccino, l'europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello sotto accusa: "Ha saltato la fila"

Carla Ferrante
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Stanno venendo a galla tutte le «vittime del privilegio» - per dirla alla Gandolfo Librizzi, il sindaco di Polizzi, in Sicilia, salito agli onori delle cronache per aver goduto del vaccino anti-Covid 19 insieme al suo vice sindaco, il medico in pensione, Angela Madonia, nonostante non ne avessero ancora diritto. Al contesto machiavellico, che non conosce limite alla spregiudicatezza di chi sogna il potere "divino" della salute, fa eco quello della vergogna che non conosce discolpa. Dopo i casi dei furbetti in Sardegna, in Toscana e in Sicilia, in un'altra regione, in Molise, già travolta dall'indagine in corso sul commissario ad acta della sanità accusato di omissione di atti d'ufficio e abuso di ufficio, i furbi vengono a galla uno ad uno.

E non c'è pietà che regga. Non basta la toppa a coprire il buco, lo "scandalo" ha colpito. A finire nel registro dei furbetti l'eurodeputato Aldo Patriciello, di Forza Italia, che a sua discolpa in un post su facebook apparso qualche ora dopo le indiscrezioni, scrive: «Vaccinarmi non è stato solo un diritto, ma un vero e proprio obbligo che ho avvertito come forma di rispetto nei confronti delle centinaia di collaboratori, medici, infermieri, personale amministrativo, addetti alla manutenzione, con cui quotidianamente vengo a contatto per motivi di lavoro. Tutto ciò anche per aderire scrupolosamente alle disposizioni del Commissario all'emergenza Covid che raccomandano di vaccinare chiunque graviti stabilmente nelle strutture ospedaliere e sanitarie, a qualunque titolo».

 

 

 

Qual è il titolo di Patriciello? Lo riferisce sempre lui nel post: «Imprenditore a capo di un gruppo sanitario che opera in sei regioni italiane». E quando tutto sembrava rientrato nella normalità, ecco che spuntano nuove indiscrezioni, che travolgono sempre l'europarlamentare. Questa volta tra gli imbucati spuntano i dipendenti del circuito tv che ruota intorno alla famiglia Patriciello. A vaccinarsi, saltando la fila, sono stati alcuni giornalisti e operatori video dell'emittente locale. A scatenare lo scandalo, pare sia stato proprio un selfie scattato da un giornalista e postato sui social network. A gettare acqua sul fuoco divampato in pochissimo tempo, le giustificazioni affidate da un altro giornalista dell'emittente a un quotidiano online «Nessun cattivo esempio, i giornalisti hanno continui rapporti con le cliniche del Neuromed, quindi soggetti a rischio contagio».

 

 

Una bella gatta da pelare per l'europarlamentare. Intanto la Procura vuole vederci chiaro e manda i Nas a indagare. Requisiti negli uffici dell'Asrem faldoni di documenti e i registri delle vaccinazioni. L'Asrem, intanto, mette le mani avanti. Il dg dell'azienda sanitaria, Oreste Florenzano, spiega il procedimento di consegna delle dosi alle strutture sanitarie accreditate con il sistema sanitario regionale. In buona sostanza le strutture private hanno inviato il numero di dipendenti da vaccinare e l'Asrem senza battere ciglio ha inviato le dosi. «Asrem - spiega Florenzano - effettua i controlli analitici solo sui propri punti vaccinali. Sappiamo chi sono le persone che noi vacciniamo». Del chi, del come e del quando fuori dalle loro quattro mura all'Asrem poco importa. Il responsabile delle vaccinazioni e delle consegne per Florenzano ha un solo nome ed è il commissario ad acta Giustini, ad un passo dalla sostituzione.

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