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Fabiana Dadone, tacchi a spillo e piedi sulla scrivania: la grillina che confonde il Ministero con la sua camera da letto

Azzurra Barbuto
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Fabiana Dadone, ex ministro della Pubblica Amministrazione del governo giallorosso nonché attuale ministro per le Politiche Giovanili, non lascia nulla al caso. Lo si evince osservando una sua fotografia, quella da lei stessa postata - con più vanità che orgoglio - su Facebook in occasione della festa della donna. Fabiana, nonostante non sia a casa sua bensì sul posto di lavoro, ovvero all'interno di quel dicastero che dirige per conto degli italiani, se ne sta stravaccata sulla sedia in pelle nera, le sue gambe sono poggiate sulla scrivania, ai piedi la trentasettenne calza un paio di scarpe in vernice rossa, dal tacco alto e dalla suola intatta, segno che la signora le ha acquistate giusto per farsi immortalare in questo scatto, destinato a passare alla storia e che ha fatto tanto discutere. Sorvoliamo sull'abbigliamento fin troppo informale che persino una adolescente adotterebbe soltanto nel tempo libero: la felpa dei Nirvana, un jeans striminzito. Fabiana Dadone, 37 anni, ministro per le Poltiiche giovanili, nello scatto che tante polemiche ha suscitato Sorvoliamo sulla posa, sull'elastico per legare le chioma portato al polso, sui capelli pettinati in qualche modo, che dovrebbero - almeno nella mente del ministro - trasmettere l'idea di freschezza e di spontaneità, doti che Fabiana si attribuisce.

 

Una spontaneità che tuttavia non traspare, non risulta. È assente. Tutto, infatti, di questa fotografia concorre a comunicare artificio, studio eccessivo, narcisismo, persino arroganza. E questo spiega il motivo per cui il post di Dadone abbia suscitato reazioni di indignazione e di fastidio da parte degli italiani. A chi la invita a levare le zampe dal tavolo, o a chi esclama «vergogna, un minimo di rispetto per chi vi paga», o a chi le rimprovera di essere deficitaria di senso delle istituzioni nonché di educazione, il ministro di ferro Fabiana Dadone replica pubblicando istantanee di Bush e Obama nello Studio Ovale con gli arti inferiori posati sulla scrivania. Il paragone è fin troppo ardito e, se non provocasse un senso di imbarazzo nei confronti di Fabiana, farebbe pure ridere a crepapelle. «Il tricolore dietro di lei si sta suicidando», commenta un utente. Un altro scrive: «Mi risulta che lei abbia qualche problema di ego se pensa di potersi permettere di occupare una posizione come quella di ministro con abiti e atteggiamento da teenager interrotta». «Pessima rappresentazione del potere», digita qualcun altro. A lodare la foto di Fabiana almeno ci sono i colleghi cinquestelle, come la sindaca di Torino Chiara Appendino, che osserva: «Ce ne fossero come te in politica Bellissimo post! Grazie Fabiana». Appendino si riferisce alle parole che corredano l'immagine. Attraverso queste Dadone infatti ci informa, come se non lo sapessimo, riguardo il suo mestiere: «Faccio il ministro». Poi ci informa, come se ce ne fregasse qualcosa, che «non è sposata ma sceglie ogni giorno di stare con il suo compagno». Ci racconta pure che ha due figli, che dice essere «bellissimi», i quali «portano il suo cognome», «pur non essendo ragazza madre», puntualizza Dadone, che poi ci spiega altresì i suoi gusti musicali, che veste «in maniera alternativa», che «guarda film strappalacrime ma è emotivamente fredda come il ghiaccio».

 

«Sono un ammasso di stereotipi e nel corso della vita mi è stato fatto notare molte volte» prosegue Fabiana, che sembra stare componendo una dettagliata scheda di presentazione su un sito di incontri. Fabiana ci confessa anche che a volte le domandano: «Non sei troppo graziosa per essere presa seriamente?». Insomma, vuole proprio convincerci di essere figa, intanto non possiamo fare a meno di riflettere sul fatto che chiunque desideri essere preso sul serio dovrebbe guardarsi dallo scadere in un simile volgare protagonismo, tanto più allorché si rivestono incarichi pubblici. Non sarebbe meglio limitarsi a fare il proprio dovere senza comportarsi da influencer del web? Non sarebbe più opportuno mostrare rispetto verso il luogo in cui si trova, che è una istituzione e non la propria camera da letto? Non sarebbe il caso di adottare una postura più consona? Dadone ritiene che l'emancipazione risieda in una felpa, un jeans, un paio di tacchi, nell'ostentazione della giovinezza e della posizione, che gli è stata attribuita da altri. Avremmo preferito che, piuttosto che elencarci le proprie qualità nonché particolari della propria esistenza privata, il ministro dettagliasse riguardo cosa ella abbia compiuto e cosa intenda compiere ora per i giovani italiani. I quali - e probabilmente Fabiana non se n'è accorta - sono disoccupati, depressi e privi di prospettive.

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