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Renato Farina contro Luciana Lamorgese: "Ristoranti chiusi e confini spalancati". Immigrazione, "parlano i fatti"

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Poche parole, parlano i fatti. Bello come programma, quello di Mario Draghi. Avevamo subito intuito un nuovo stile, con un certo compiacimento. Lasciare in pace gli italiani, senza rifilargli il predicozzo serale con aria contrita, tipico del duo di coppia Conte-Casalino, è di sicuro un pregio - a condizione però che il secondo corno della promessa si rivelasse una pentola di monete d'oro. Fiduciosi, dopo il discorso programmatico del 10 febbraio, rivolto attraverso i parlamentari agli italiani tutti, abbiamo cercato di metterci in ascolto dell'eloquenza delle cose fatte invece di rincorrere i detti e i contraddetti. Ebbene? Roba poca, e pure fotocopia giallorossa. Tanto che, al momento, preferiremmo stessero zitti pure i fatti, tanto ci paiono deprimenti quelli che per ora si sono infilati come un dito nell'occhio speranzoso del popolo. Ne abbiamo indicati di due tipi nel titolo, a mo' di esempio. Come noi, ha lanciato il medesimo allarme Giorgia Meloni, che su Facebook ha ritratto in pochi tratti l'emergenza perdurante: «Mentre molte attività chiudono per decreto, i confini restano aperti lasciando sbarcare sempre più immigrati clandestini. Lamorgese: stesso ministro, stessi risultati. Altro che cambiamento». Anche noi, come lei, lasciamo aperto un altro capitolo: quello sui vaccini. Vedremo se qui Draghi mostrerà la medesima efficienza che lo ha reso leggendario a Francoforte. Intanto ci tocca con tutta la simpatia del mondo infilargli un pungitopo sotto la camicia ben stirata. Come testimonia il curriculum, oltre che la fama e persino la stima di Papa Ratzinger, la differenza tra il mancato Conte 3 e il Draghi 1, sta in Draghi. Ma vorremmo tanto che cominciasse non diciamo a fare gol, ma almeno a tirare in porta. Ed è vero che la locomotiva dello Stato italico, già arrugginita da decenni d'incuria, è stata scassata da macchinisti sciagurati e sabotatori come quelli che l'hanno preceduto, ma per favore ci va bene che la faccia partire anche senza dare due mani di vernice agli stantuffi. Qui ogni ora sono morti in più. Muova la grande ruota della locomotiva, tolga i ceppi. Invece, siamo al paradosso espresso dal nostro titolo. Faccia presto a rimediare. 1 - Le misure repressive della libertà di movimento, sulla base non del principio di responsabilità, ma di quello dei sussulti cromatici. Con l'irrazionalità assoluta di stabilire le restrizioni dando un tempo minimo per preparvisi. Con il risultato demenziale di spingere alla trasgressione. Se tu dai un'ora d'aria ai carcerati, e li avverti che è l'ultima fino a Pasqua e Pasquetta, chi non cerca di godersela? È la psicologia, e qui la mettiamo sullo spiritoso, dell'addio al celibato o nubilato: il via libera all'idiozia, stavolta con il timbro del governo dei migliori. Speranza è sempre lì, parla e straparla. Socchiude e richiude. Ci fa sapere con aria mesta che arrivano giorni pesanti. Grazie al cavolo: finché c'è lui, la zona rossa è garantita se non altro per affinità elettive. Tratta le persone come piccoli idioti, e poi si meraviglia se tanti si comportano come tali. 2 - Capitolo invasione. Bilaterale come la polmonite. Di immigrati e di virus, e come dicono aridamente i numeri questa simmetricità non è una forzatura, ma la realtà. A Lampedusa nei primi due mesi di quest' anno, con l'Italia ingabbiata, sono arrivati specie dalla Tunisia cinquemila presunti profughi, in realtà migranti economici, clandestini in grandissima maggioranza. Sono oltre duemila in più rispetto a quelli approdati nel gennaio-febbraio 2020, quando l'allarme Covid era confinato in Asia, e non era ancora stata predisposta una barriera sanitaria tra gli Stati.

Durezza e tolleranza - Domanda semplice. Se i ristoranti, i bar, le scuole sono chiusi, ed al massimo si tollera l'asporto dei cibi e la elargizione via etere del sapere, per ragioni assolute di sicurezza sanitaria, perché invece i confini nazionali sono spalancati come le porte dell'inferno? Non è che c'è un certo tipo di sub-cultura razzista per cui si considera chi arriva con un altro colore della pelle meno in grado di capire che spostarsi è un pericolo mortale per sé e per gli altri? È un fatto. Sono puniti i movimenti fuori dai confini dei comuni, in compenso sono consentiti ed anzi incentivati i traslochi migratori di massa dall'Africa. Con esisti criminali in due sensi. Quello più immediatamente nefasto: ed è la morte nei naufraghi. Tanti arrivano ormai dalla Tunisia con viaggi tranquilli, su piccoli gommoni e motoscafi. Altri invece, poveri disgraziati, si fidano di appuntamenti con i presunti eroi delle Ong: a qualcuno va bene, ad altri no, e la gente affoga. Arrivano notizie ogni giorno di morti e dispersi. È il principio dell'effetto spinta: buttati che ti salvo. L'evidenza elementare insegna che l'unico modo sicuro per non annegare è non fargli prendere il mare, e il dovere è quello - specie in tempi di pandemia - di scoraggiare e impedire le partenze. E qui siamo al secondo guaio. La moltiplicazione degli sbarchi coincide con l'approdo di virus nelle sue svariate forme. È un imperativo assoluto quello di non consentire a nessuno di essere vettore involontario di Covid. Invece anche qui i numeri sono da invasione di untori. Trascriviamo dal Quotidiano di Sicilia (QdS.it): «Dei centodue sbarcati ieri ad Augusta (Siracusa) dalla Aita Mari, ventuno sono risultati positivi al Covid al termine dei controlli sanitari. I naufraghi erano stati soccorsi nel Canale di Sicilia, dove il loro barcone rischiava di affondare. Dopo i tamponi i migranti sono stati trasferiti sulla nave quarantena Rapsody, ormeggiata ad Augusta. E delle duecentotrentadue persone salvate da Asso Trenta e sbarcate ieri a Porto Empedocle (Agrigento) cinquantadue sono risultate positive al Covid-19».

Dateci lo Sputnik - Tutto questo fa sinceramente spavento. Tanto più che da noi non è per nulla chiaro quando il governo si deciderà - come l'Ungheria, e come già si sta muovendo la Repubblica ceca - ad acquistare massicciamente e a far produrre lo Sputnik V. Proprio chi scrive qui aveva segnalato che già ai primi di dicembre in India era partita l'installazione di una fabbrica per produrli. Era già chiaro allora che le certificazioni favorevoli a questo antidoto (tra l'altro più tradizionale e quindi meno sofisticato da conservare) erano intorno al 92 per cento di efficacia, e Lancet lo riconosceva (Libero del 6 dicembre 2020). Uno dei meriti di Mario Draghi è quello di saper tacere. Il 10 febbraio al Senato sulle migrazioni era stato reticente. Aveva parlato di nuovo patto con l'Europa per redistribuzione e il rimpatrio, ma su porti e respingimenti, zero. Si era ripromesso di evitare la migrazione di giovani italiani all'estero, nulla su quella degli stranieri in Italia. Aspettiamo con ansia il Draghi del fare.

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