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Vittorio Feltri incide la lapide del M5s: "Possono solo andare a fare in cu***"

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Ieri, domenica 28 febbraio, è stata un giornata decisiva per quel che rimane delle Cinque Stelle. Summit all'hotel Forum a Roma, il preferito di Beppe Grillo. Presenti il comico, lo stato maggiore pentastellato e soprattutto Giuseppe Conte. Già, Grillo vuole affidare i "pieni poteri" al presunto avvocato del popolo e per farlo è pronto anche a stravolgere lo statuto M5s. Echissenefrega di Rousseau e di tutte le varie pagliacciate stile uno-vale-uno. Anche se ci sono posizioni divergenti all'interno del M5s, alla fine decide Grillo e il suo inner-circle: tocca a Conte.

 

E nel bel mezzo di questa giornata "decisiva" per i pentastellati, ecco piovere il commento, su Twitter, di Vittorio Feltri. Il direttore di Libero, con toni tranchant, analizza quanto sta accadendo. Parte dalle premesse, per la precisione, dalle premesse dei grillini per arrivare a drastiche conclusioni. Cinguetta infatti Vittorio Feltri: "Il M5s è nato su una base ideologica discutibile denominata vaffa, contrazione di vaffan***. Un partito così dove volete che vada se non a fare in cu***?", conclude senza troppi peli sulla lingua il direttore.

 

E per inciso, un "vaffa", il direttore lo aveva riservato anche a Mario Draghi. Il tutto per aver deciso di porre in zona arancione la Lombardia e non il Lazio, nonostante dati piuttosto simili per quel che concerne l'emergenza coronavirus. Sempre su Twitter, Feltri aveva aperto il fuoco: "Draghi è di Roma per cui lascia che il Lazio rimanga giallo, mentre la Lombardia diventa arancione. Difficile trattenere un vaffa***", concludeva il direttore.

 

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