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Riccardo Barenghi: "Ogni mattina Salvini si sveglia e sa che dovrà dire una ca***". Che tristezza, questa "Iena"

Pietro Mancini
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Ieri, su La Stampa, la Iena ha così attaccato Matteo Salvini, tra le "vittime" più frequenti dei graffi del corsivista del quotidiano torinese, Riccardo Barenghi, ex Il Manifesto: «Ogni mattina, quando sorge il sole, Salvini si sveglia e sa che dovrà dire una cazzata». Questa la risposta del leader della Lega: «Se questo è "giornalismo"... Grazie al direttore della Stampa, Giannini, ex commentatore de La Repubblica e alla "simpatica" Iena per la gentilezza, la profondità di pensiero ed il rispetto per i suoi lettori».

 

Da un ex comunista e da un ex del quotidiano romano, da sempre anti-Lega, che lavorano nello stesso giornale, Salvini non può attendere, certo, pezzi meno livorosi. Spero che Walter Veltroni deplori questo contributo alle campagne di demonizzazione degli avversari, che ha denunciato, di recente, sul Corriere della Sera. Un pugno in faccia, quel corsivo, ai lettori de La Stampa, giornale con una storia e tradizioni moderate e liberali. E diretto, in passato, da grandi giornalisti, come Arrigo Levi, il cui vicedirettore, Carlo Casalegno, fu il primo giornalista italiano ucciso dai terroristi durante gli Anni di piombo.

 

Il 16 novembre del '77, Casalegno fu vittima di un agguato da parte di un gruppo di fuoco della colonna torinese delle Br, formato da Raffaele Fiore, Patrizio Peci, Piero Panciarelli, Cristoforo Piancone e Vincenzo Acella. All'epoca, Barenghi, il corsivista anti-Salvini, lavorava al Manifesto, vicino alle posizioni della sinistra extraparlamentare, che considerava i brigatisti "compagni che sbagliano" e fece suo, con Lotta Continua (responsabile del delitto del commissario di polizia, Luigi Calabresi, a Milano, nel 1972), questo slogan: «Né con lo Stato né con le Brigate rosse».... 

 

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