Paolo Becchi contro "il terrore sanitario permanente": come ci stanno rovinando, il ruolo di Massimo Galli
"Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima". Ecco, non vorremmo che il nuovo governo si rivelasse espressione del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Per ora Draghi non parla, se non attraverso i canali istituzionali e finora solo nell'illustrazione del programma di governo alle Camere per il voto di fiducia. Per la verità alla Camera neppure ha parlato, ma nessuno ha registrato questo sgarbo istituzionale. Parlano comunque gli altri, eccome se parlano. Gli uomini di Speranza, tra cui Ricciardi, hanno ripreso dopo qualche giorno di silenzio col fuoco di artiglieria. Invocano lockdown a gogò, come se dietro ogni chiusura o restrizione non vi fossero famiglie sul lastrico, saracinesche calate, disoccupazione, università pubbliche trasformate in private telematiche.
Senza parlare del virologo Galli, smentito clamorosamente addirittura dal suo ospedale, il Sacco di Milano, sulla falsa notizia dei reparti Covid pieni zeppi di pazienti affetti da varianti. È il terrore sanitario permanente cui ci avevano abituati Conte e i giallo-rossi, nulla di nuovo, dove gli attori sono addirittura gli stessi ma sotto un esecutivo differente. Chissà cosa si saranno detti nel corso dei 1280 contatti, tra telefonate e messaggi, il super-commissario Domenico Arcuri e Mario Benotti nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma sulle mascherine importate dalla Cina. "Finché c'è guerra c'è speranza" s' intitolava un famoso film di Alberto Sordi degli anni Settanta, dunque finché c'è virus non solo c'è Speranza, il ministro, ma c'è anche speranza che qualcuno si arricchisca sempre di più con l'emergenza permanente.
E allora giù col panico, giù col terrore. Più panico si semina e più però il Paese sprofonda negli abissi della disperazione. C'è chi parla di varianti come se si trattasse di una nuova pandemia, addirittura più virulenta di quella dell'anno scorso, eppure i dati ci offrono un quadro diverso. Sabato i morti con e per Covid sono stati 251 (cioè in linea coi dati dei primi giorni di maggio 2020), i ricoverati in terapia intensiva 2.063 (da circa un mese siamo sotto i 2.500 posti letto occupati) e 14.931 nuovi positivi su 306.078 tamponi effettuati, cioè il 4,9%, in linea con le settimane precedenti e ben al di sotto delle percentuali di novembre (10-16%). E allora a che serve il nuovo lockdown proposto da Galli, Ricciardi e compagnia cantando? Già oggi il governo potrebbe decidere di colorare l'Italia tutta d'arancione, a partire dal 25 febbraio, con conseguente divieto di spostamento tra Comuni. Draghi cederà alle pressioni dei consiglieri di Speranza?
Se non vuole gettare al vento la sua reputazione, il premier dovrebbe a nostro avviso invertire la rotta. La prima cosa da fare è quella di rinnovare il comitato tecnico-scientifico, autorizzando uno solo dei suoi componenti a rilasciare dichiarazioni e solo se preventivamente concordate con Palazzo Chigi. Gli altri devono lavorare senza apparire in Tv o sui giornali. Seconda cosa da fare: raccomandare alle strutture ospedaliere pubbliche e private di impedire ai propri medici, pena l'erogazione di sanzioni disciplinari, di diffondere notizie non autorizzate dalla stessa struttura di appartenenza. Terzo, mutare l'approccio nella gestione della pandemia: occorre vaccinare chi vuol essere vaccinato raggiungendo la soglia delle 390mila al giorno, puntando non a nuovi lockdown ma all'immunità di gregge. Mesi persi da Conte e company in monopattini e banchi a rotelle, senza un piano di vaccinazione degno di questo nome. È (anche) su questo che Draghi si gioca la sua reputazione, cioè evitare di continuare ad affrontare una pandemia del XXI secolo con metodi medievali come il lockdown e il coprifuoco.
Uno dei motivi per cui abbiamo sin dall'inizio auspicato l'ingresso della Lega al governo è proprio questo: impedire che Draghi finisca tra le grinfie dei giallo-rossi, dunque fa bene Salvini se cerca di tenere a freno il "partito del terrorismo sanitario" presente nel governo. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, sperando di non vedere più Dpcm dell'ultima ora e di assistere invece a un vero coinvolgimento del Parlamento, non a posteriori ma a priori. Se non tornano le regole della democrazia e le libertà costituzionali, allora il nuovo governo non sarà altro che un Gattopardo. Anche perché, nessuno ne parla, ma dopo dodici mesi di coronavirus ci siamo dimenticati di tutte le altre malattie. In Italia, infatti, si muore molto di più di tumore che di Covid. Secondo le stime dell'Aiom - Associazione Italiana di Oncologia Medica - nel 2020 sono morti nel nostro Paese a causa di tumore 183.200 persone, quasi il doppio dei decessi annuali per o con Covid. Ma questa non è emergenza, probabilmente semmai una delle tante conseguenze dell'emergenza, visto che tutta l'attenzione si concentra sulla malattia virale.