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Paolo Becchi, il consiglio a Mario Draghi: Italia a rischio-crac, così il banchiere deve sfruttare le banche

Paolo Becchi
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Ok, pensavamo fosse amore, invece era un calesse. Ma questo è solo un governo di transizione dove ciascun partito che ha deciso di farne parte può portare a casa qualche risultato. Grillo punta sull'ecologia, Salvini punti sull'economia. Come? Offriamo qui tre spunti di riflessione e una breve considerazione. La prima riflessione la facciamo nonostante la conferma di Speranza, è che ci sono le condizioni per superare i confinamenti, perché la mortalità totale (riguardante tutte le malattie) da un mese è tornata normale in Italia, come documenta l'Osservatorio Europeo sulla Mortalità. Sentendo ripetere ogni giorno che ci sono «300 morti per Covid» si pensa che siano in aggiunta a quelli soliti, ma questo era vero mesi fa, non più ora. L'emergenza non è più la mortalità come un anno fa, l'emergenza ora sono le nascite che sono crollate di un altro -22%.

 

 

Oggi muoiono circa 650 mila italiani all'anno e ne nascono appena 300mila. Ci stiamo estinguendo al ritmo di 350 mila l'anno. L'assistenza sanitaria agli anziani (che sono quelli più colpiti dalla malattia), è fondamentale, ma non possiamo continuare a rovinare la nostra economia con il lockdown permanente. Per l'economia, il nuovo governo Draghi ha in mano, oltre al Recovery Fund, due leve che nessun altro governo aveva finora e che possono creare almeno 200 miliardi in più per l'economia. Rassicurare i mercati e l'Ue sull'uso del Recovery? La Lega potrebbe proporre di più, almeno fare un tentativo di alto profilo.

Innanzitutto il deficit pubblico, ora salito intorno al 9% del PIL, non deve essere ridotto perché a livello globale ci si finanzia senza problemi ovunque a tassi vicini a zero. Le Banche Centrali continuano a comprare quasi tutti i titoli di Stato emessi per cui il mercato sembra a corto di titoli pubblici ed è disposto a comprarli a qualunque condizione. Anche le società più in difficoltà per il lockdown si finanziano a tassi che sono i più bassi della storia. Il governo Conte non ha approfittato di questa occasione vendendo altri 100 miliardi di BTP, ma occorre ora insistere perché il nuovo governo finanzi ampi deficit intorno al 10% del PIL nel 2021. La Lega controlla il Ministero dello sviluppo economico e potrebbe giocare di sponda appoggiandosi al Ministero dell'economia. Altrettanto importante è usare le banche, come indicato da Draghi stesso due volte sul "Financial Times": «L'unica strada efficace per raggiungere ogni piega dell'economia è quella di mobilitare l'intero sistema finanziario immediatamente. Le banche in particolare raggiungono ogni angolo dell'economia e sono in grado di creare denaro all'istante... devono prestare rapidamente a costo zero alle imprese che salvaguardano i posti di lavoro. In questo modo si trasformano in vettori dell'intervento pubblico. Il capitale necessario per questo compito verrà fornito dallo Stato sottoforma di garanzie su prestiti aggiuntivi...».

 

 

 

Oggi le banche italiane hanno a bilancio livelli di cash mai visti, quasi 50 miliardi tra Intesa e Unicredit solamente e come si sa alle banche non occorre tenere soldi nel conto corrente, di solito operano con pochissimo cash. Le banche hanno i finanziamenti a costo negativo dei programmi della BCE e hanno le famiglie, che con il lockdown, hanno depositato nei loro conti correnti altri 120 miliardi circa. Inoltre, contrariamente a quel che sembra, le banche italiane sono meno indebitate di quelle europee. 

Non bisogna più farsi condizionare dai discorsi sul debito pubblico, che è un lascito di deficit fatti trenta anni fa e poi è cresciuto a causa degli interessi cumulati. Nel mondo è in atto da più di venti anni una espansione continua del credito, tramite i deficit pubblici e tramite il credito. Noi siamo praticamente l'unico paese dove il sistema bancario da quasi 15 anni ha smesso di finanziare l'economia (per le imprese il credito è stato tagliato da 940 a 670 miliardi). Il problema numero uno in Italia non è la "produttività", ma lo scarso finanziamento dell'economia tramite le banche che possono diventare "vettori dell'intervento pubblico".

Le imprese hanno bisogno del credito delle banche e la Lega può far valere un approccio che dovrebbe avere il consenso di Draghi. Nella stessa direzione di quanto sin qui detto va anche la proposta che la Lega dovrebbe avanzare di una riforma fiscale che miri ad una significativa riduzione delle tasse, anche nell'ottica della tassazione progressiva di cui ha parlato Draghi, e partendo da una immediata riduzione delle tasse alle imprese. Il MoVimento punta sull'ecologia, ma del Super Ministero della Transizione Ecologica nel governo non c'è traccia, la Lega punti sull'economia, ha un Ministero importante per farlo, con una persona valida alla guida. Può spingere il governo Draghi a far ripartire l'economia nazionale e se alla fine non ci riuscirà potrà sempre dire di averci provato.

 

 

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