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Paolo Becchi, "resa incondiziata di Salvini?". A sinistra fifa blu: "Cosa hanno capito sulla Lega"
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L'apertura di Matteo Salvini a Mario Draghi, l'appoggio della Lega a un "governo di unità", i forti richiami alla "intesa e alla condivisione" programmatica tra il leader leghista e il premier incaricato hanno spiazzato e non poco il Pd. Il partito che si considera unico garante del "liberalismo" e soprattutto dell'"europeismo, in contrapposizione con i "cattivi sovranisti" ora dovrà con ogni probabilità dividere il campo e la scrivania proprio con chi, in Italia, il sovranismo di fatto lo ha inventato insieme a Giorgia Meloni. Forse è per questo, che Corriere della Sera, Repubblica e autorevoli commentatori progressisti sui quotidiani e sui social sbeffeggiano Salvini. "Chi parla di 'resa senza condizioni' della Lega lo fa solo perché ha capito che Salvini è di nuovo entrato in partita - sottolinea però Paolo Becchi su Twitter -. Su liberalismo, federalismo, europeismo e sovranismo la posizione della Lega è quella delineata nell‘ultimo congresso nazionale di Milano. Punto". E come tale, non incompatibile con la politica che tutta Italia si aspetta da Draghi, con buona pace dei "detentori della verità" al Nazareno e dintorni, suggerisce implicamente il filosofo ed editorialista di Libero.
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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