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Pietro Senaldi sulla crisi di governo, l'alternativa c'è: centrodestra più unito della maggioranza

Pietro Senaldi
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Per questo fine settimana il menù della crisi di governo prevede Fico secco a pranzo e cena. Il presidente della Camera grillino ha vinto il biglietto di esploratore per conto del Quirinale, a patto che non si azzardi a mettere il naso fuori dall'alleanza giallorossa, se non per reclutare qualche voltagabbana volenteroso di entrarvi. C'è da sospettare che Mattarella veda molto oltre rispetto a noi. Ha infatti dichiarato che «ci sono possibilità di conferma dell'attuale maggioranza». Ma forse anche lui non si fida troppo dei propri occhiali, tant' è che ha chiesto di cercarla a Fico e non a Conte. È un modo per non bruciare l'avvocato pugliese, che se si imbarcasse in una seconda pesca infruttuosa non solo dovrebbe gettare definitivamente la spugna, ma comprometterebbe oltre ogni possibilità di ricucitura l'alleanza di governo.

 

 

Nei due giorni trascorsi gli italiani hanno visto Italia Viva opporsi a un nuovo mandato a Conte, almeno per il momento, i grillini rimangiarsi gli insulti a Renzi, il Pd dividersi tra chi tifa Giuseppe e chi Matteo e i due contendenti arrivare quasi agli insulti nell'unica telefonata che si sono fatti nell'ultimo mese e mezzo. Il tutto contornato da rischi di spaccatura sia dentro Cinquestelle, metà dei quali hanno preso sul serio il premier quando diceva che non voleva far pace con il rottamatore, sia dentro le fila renziane, nelle quali cresce il numero dei soldati che dubitano del loro generale. l'esploratore Nella sostanza, le forze della maggioranza paiono più distanti oggi di quando si sono dimesse le ministre di Italia Viva. Unico collante per cercare la pace è evitare il voto. Il solo cambiamento degno di nota è invece l'aumento del potere contrattuale di Renzi, l'uomo che tutti gli alleati ritengono inaffidabile, e la sconfitta politica di Conte, colui che dovrebbe guidare con piglio deciso e mano ferma il Paese oltre la crisi sanitaria e programmare i prossimi vent' anni di riforme, cantieri, investimenti.

 

 

Ciononostante, la scombicchierata brigata si è guadagnata un altro giro di giostra, e probabilmente anche un terzo, visto che è improbabile che l'esploratore Fico ammazzi questa maggioranza. Gli italiani hanno anche assistito a un secondo spettacolo. Il centrodestra è andato unito da Mattarella, a chiedere le elezioni e testimoniare compattezza. Ancora più significativo è che, dopo l'incontro, gli alleati abbiano parlato con una sola voce, quella di Matteo Salvini, il leader della forza più cospicua, in Parlamento e nei sondaggi. Il capo della Lega ha stroncato le voci di una possibile spaccatura della coalizione nel caso i tentativi di rivitalizzare i giallorossi fallissero e si presentasse l'opportunità di un governo tecnico o di salvezza nazionale aperto a chi ci sta.

«Se non si voterà, valuteremo insieme il da farsi» ha detto. Non è un mistero che, nei giorni precedenti il voto di fiducia in Senato a Conte, Salvini abbia cercato una maggioranza alternativa. Se si considera lo stato pietoso dell'alleanza giallorossa, il fatto che si deve partire comunque da una maggioranza relativa nonché la circostanza che, quanto a numeri, il gruppo del centrodestra ricevuto ieri da Mattarella è di gran lunga il più cospicuo del Parlamento, non si capisce perché Fico abbia mandato di cercar funghi soltanto a sinistra, dove di questi tempi sembrano essere velenosi, pochi e insapori. Poiché il Quirinale ritiene un suicidio votare durante la pandemia, è auspicabile che, qualora il grillino fallisca, si apra la ricerca anche nel campo opposto, se non altro nel rispetto degli italiani che non hanno votato per il Pd, M5S, e neppure per qualche tecnico gradito nel Palazzo.

 

 

 

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