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Letizia Moratti, nel mirino c'è Roma: ciò che non sapete sul suo ritorno, il piano esplosivo della Lady di ferro

Alberto Luppichini
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Letizia Moratti non ama la casta, il potere, la notorietà. Questa donna tenace, dai modi eleganti e con le movenze fini, da sempre si dedica anima e corpo a un solo obiettivo: le esigenze e i sogni della gente comune. Lo abbiamo scritto volutamente: i sogni. Tutte le comunità che Letizia ha amministrato hanno cancellato di colpo negatività e pessimismo in uno slancio inaudito di entusiasmo e carica positiva. Fin dagli inizi, il suo carisma audace ha una faccia gentile e pulita, nonché una competenza sopraffina nella gestione di qualsiasi cosa le capiti a tiro. Letizia è una manager capace sin da giovanissima.

Dopo una laurea in scienze politiche, il suo obiettivo è chiaro: rifuggire il brusio vacuo delle parole e realizzare fatti concreti per il bene comune. Così, col piglio sicuro del timoniere rodato, a 25 anni fonda la GPA, una società di brokeraggio assicurativo, antica passione di famiglia. Non solo. Grazie al suo carisma visionario, viene nominata, fresca neo-laureata, a capo della società dei broker italiani. In un lampo, Letizia è illuminata da una precoce notorietà, che però non diventerà mai tracotanza o vanità insensata. Al contrario, la donna continua la sua ascesa e diventa, nel '94, il primo presidente donna della RAI, voluta fortemente da Silvio Berlusconi. L'intelligenza e la sensibilità della manager sono così apprezzate in tutti gli ambienti che l'uomo di Arcore, tornato in sella nel 2001, pensa bene di nominarla Ministro dell'Istruzione.

 

In quegli anni Letizia dà il meglio di sé, lasciando una impronta indelebile nel rinnovamento di un carrozzone, la scuola, ormai allo sfascio. Con le sue idee lungimiranti, ha ridimensionato il potere di burocrazia e sindacati, rimettendo al centro la formazione della persona con il suo percorso umano e professionale, nell'ambito di una Comunità più competente e meritocratica. Così parlava in un'intervista al Corriere del 2002: «La scuola deve innanzitutto formare le persone. Una scuola in grado di essere anche Comunità sa affrontare meglio il nuovo disagio giovanile, frutto anche di un rapporto fra genitori e figli più complesso e fragile. Quando la scuola è buona, quando si hanno buoni insegnanti, insegna un metodo. Un metodo per studiare, ma anche, soprattutto, per capire e affrontare la realtà». La Riforma Moratti, che ricalca nella sua architettura la riforma Gentile, ha messo al centro gli studenti, preservando con orgoglio i tratti della nostra identità nazionale, attraverso una riscoperta tenace delle «radici classiche, cristiane e umanistiche della nostra civiltà».

La scuola, per Letizia, deve formare alla dura vita di tutti i giorni, secondo il sacrosanto principio del merito e della responsabilità. Per questo da Ministro ha rispolverato il voto in condotta per gli studenti e inserito una valutazione degli insegnanti e dei singoli istituti scolastici. Criticata con asprezza dai sindacati, dalla sinistra democristiana e dai comunisti da salotto, Letizia ha liquidato tutti con una scrollata di spalle e un sorriso pieno di consapevolezza: «Bisogna risvegliare nei ragazzi l'amore per la conoscenza, ovvero per la vita. Questo è il vero problema della scuola italiana». Dal nazionale al locale, l'interesse di Letizia rimane lo stesso: il bene della sua Comunità.

 

 

 

Così nel 2006, appena eletta sindaco di Milano, rivoluziona la macchina del Comune e abbatte la burocrazia inutile, ponendo il municipio davvero al servizio dei milanesi. La sussidiarietà, da principio sterile e invocato a sproposito, con Letizia si fa carne e vita reale, per garantire ai cittadini una vicinanza concreta ai loro bisogni e difficoltà quotidiane. Tutto è già chiaro il 30 maggio 2006, nel giorno di presentazione della sua giunta. Letizia, seduta a un tavolo apparecchiato di rosso, non urla, si fa ascoltare dalla platea accorsa per l'occasione. La voce è cordiale ma determinata, la postura salda da timoniere tenace. Il messaggio è chiaro: «Abbiamo deciso di dare un'impostazione diversa, che mette al centro delle politiche del Comune i cittadini, e quindi anche nella organizzazione stessa degli assessorati. Questo è stato il filo conduttore nella revisione e nell'aggiunta delle deleghe. A questo proposito, abbiamo creato un nuovo assessorato alla salute e un altro dedicato al lavoro e all'occupazione».

 Grazie alla sua credibilità, Letizia riesce ad accaparrarsi l'Expo 2015, che le consente di rinnovare Milano e renderla la metropoli europea che oggi ammiriamo. La riqualificazione urbana è evidente, la città diventa più vivibile, con la costruzione di parcheggi ma anche di numerose piste ciclabili. Nessuna ideologia, tanta volontà e dedizione. Quella che Letizia mette al servizio di Ubi Banca, dove ricopre il prestigioso ruolo di Presidente. Ma anche qui, nella finanza degli squali, l'indole solidale dell'ex sindaco non si snatura. In un'intervista ha detto: «La finanza può essere solo sostenibile. Non basta più svolgere solo il proprio ruolo, dobbiamo fare di più. Conta il bene comune».

Così, per investire nel terzo settore, ha voluto fortemente la divisione Ubi Comunità. Con i suoi bond per il sociale, attraverso più di 1 miliardo di sottoscrizioni, è riuscita a dare sostegno concreto ai disabili, alla ricerca medico-scientifica e al patrimonio artistico. La vita di Letizia assomiglia a una missione, che la donna da sempre incarna con dedizione assoluta ed estremo senso del dovere. Fra queste, c'è sicuramente San Patrignano, la nota comunità di recupero per tossico-dipendenti che Letizia ha rilanciato insieme al marito Gian Marco, dedicandosi anima e corpo a restituire una vita dignitosa a ragazzi smarriti nel tunnel di una vita insensata. La famosa resilienza trova in lei la testimone - la morte del marito e compagno di missione a San Patrignano non l'ha trasformata in vedova rassegnata. Ora la aspetta un'altra sfida, forse la più difficile: la gestione della macchina dei vaccini in Regione Lombardia. Ma la donna, dopo 9 anni lontano dai riflettori, affronta ancora i problemi con il sorriso. E la convinzione di essere la migliore.

 

 

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