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Fabrizio Cicchitto e i "nuovi equilibri" di Giuseppe Conte: perché molto presto andrà a sbattere

Fabrizio Cicchitto
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 Caro direttore, confesso di avere un parere diverso dal Suo su Salvini: reputo che egli continua a essere una forza della natura all'opposizione e invece rischia di essere una specie di sfasciacarrozze al governo perché ha una posizione di rottura nei confronti della Ue e degli Usa di Biden, mentre invece oggi l'Italia ha un enorme bisogno di queste relazioni internazionali. Ciò però non può essere una buona ragione per giustificare quello che ha combinato Conte specie in quest' ultimo periodo, dalla gestione negativa della pandemia, al problema dei vaccini, alla recessione, all'impostazione del Recovery Plan tuttora per aria. Il risultato di tutto ciò è un dato drammatico: siamo passati dai 30.000 morti di giugno agli 80.000 attuali.

Ma Conte in parlamento non si è misurato con questi problemi e ha fatto un discorso mistificatorio perché in questi mesi ha concentrato le energie in una occupazione sistematica di tutte le posizioni del potere. Così per ciò che riguarda l'approvvigionamento del materiale sanitario tutto è stato messo nelle mani del plenipotenziario Arcuri, che ha combinato pasticci a non finire. Clamorosa è stata la vicenda dei Servizi, da Conte acquisiti in prima persona. Ma Conte ha cercato anche di mettere le mani sul Recovery Plan. La prima redazione del progetto Conte l'ha fatta in solitario, avendo evidentemente rinchiuso in uno sgabuzzino il ministro del Tesoro Gualtieri, la struttura tecnica del ministero e la Ragioneria Generale dello Stato. Il risultato è stato disastroso, una miriade di bonus, 9 miliardi per la sanità, 3 per il turismo. Il bello è che tutto ciò è avvenuto nel silenzio del segretario del Pd Zingaretti, con due possibili interpretazioni, che egli non è all'altezza del ruolo oppure che il Pd, tramite Bettini, sta puntando ad un'operazione di assimilazione con il M5S di cui Conte è la punta di diamante, per cui esso non va disturbato nella sua gestione personale del potere.

Di conseguenza, Renzi ha coperto uno spazio politico lasciato vuoto proprio dal Pd. Ma è rimasto sospeso a mezza strada, ha fatto dimettere le ministre, ma senza l'astensione sua e degli altri senatori di Italia Viva il governo non avrebbe ottenuto la fiducia. Nel momento in cui Conte e al suo seguito anche Zingaretti e Franceschini per il Pd, Crimi, Di Maio e Di Battista per il M5S hanno deciso non di puntare a riassorbire la differenziazione di Renzi e di Iv, ma di espellerli dalla maggioranza, hanno fatto a loro volta una scelta assai pericolosa e avventata. Il voto del Senato apre una serie di interrogativi.

Può fare Dpcm un governo che non ha la maggioranza assoluta in entrambi i rami del parlamento? Si aprono problemi di legittimità e di funzionalità che interpellano il presidente della Repubblica. Inoltre, Mattarella e il segretario alla presidenza Zampetti conoscono bene, diversamente da Conte, i meccanismi che regolano il funzionamento delle aule parlamentari, delle Commissioni e la stessa riunione dei capigruppo. Con una maggioranza relativa e raccogliticcia il governo per un verso dovrà affrontare una quotidiana guerriglia piena di imboscate, per altro verso ogni giorno l'aula e le Commissioni diventeranno dei suk.

 

 

Con il risultato del voto nel quale l'astensione dei 16 senatori di Iv è stata determinante per evitare che il governo sbattesse il naso, non vediamo come Conte possa evitare di dimettersi, casomai dando vita a un Conte-ter che ricomprenda nella maggioranza proprio Renzi e Iv. In caso diverso, un governo tipo armata Brancaleone prima o poi andrà incontro ad un incidente e a quel punto la crisi e le elezioni anticipate sarebbero inevitabili. Infine, anche questa seconda versione del Recovery Plan è tutt' altro che priva di elementi di debolezza. In sostanza, da questi drammatici lavori parlamentari è uscito non un governo solido e autorevole, ma un autentico mostriciattolo del tutto inadeguato ad affrontare i tragici problemi che ha l'Italia.

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