Achille Silvestrini, il santo in Curia dell'avvocato Giuseppe Conte
Tra ammiccamenti e risatine, due intellettuali come Paolo Mieli e Massimo Cacciari, il 12 gennaio, in trasmissione da Bianca Berlinguer, si sono fatti sfuggire qualcosa che è stato colto al volo da Angela Pellicciari, autrice di La chiesa e la massoneria (Ares 2007) la quale, su La Nuova Bussola quotidiana, scrive di un «siparietto rivelatore». «Conte è invincibile», spiega Mieli alla Berlinguer «è ovvio che ha qualcosa dietro di sé che sfugge, una sorta di "energia forte"; questa legislatura è la storia di grandi sottovalutatori di Conte». Nel frattempo, Cacciari, in studio, inizia a sogghignare: «Io lo so qual è questa energia, ma non lo posso dire, tutti lo sanno, Mieli meglio di me, ma non lo può dire».
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I due, in divertito imbarazzo, tirano in mezzo Gad Lerner che, contrariato, ribatte: «Mieli e Cacciari fanno delle allusioni sul fatto che dietro a Conte ci sarebbe una massoneria nascosta, trasversale, che ha riferimenti interni e internazionali, e che questo spiegherebbe tutto». Cacciari annuisce, sorridendo e arrossendo. Qualche indizio sulla presunta energia forte citata dai due autorevoli "neocomplottisti" è fornito da Maria Antonietta Calabrò che, nel 2019, spiegava sull'Huffington Post come Conte disponga di parecchie entrature ecclesiastiche dovute al cardinale Achille Silvestrini, «gigante della diplomazia vaticana, mentore di Conte dagli anni in cui frequentava il prestigioso collegio universitario di Villa Nazareth.
Silvestrini aveva intessuto per anni una serie di rapporti con la sinistra Dc, da Sergio Mattarella, agli ex-morotei, a Oscar Luigi Scalfaro, ma anche con personalità laiche come gli ex presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano». Quando Silvestrini morì, il 29 agosto 2019, nel giorno del secondo insediamento al governo del suo pupillo, Conte si precipitò al funerale dove ebbe un colloquio con Bergoglio il quale, secondo le fonti vaticane, «ricordò con affetto la figura del cardinale scomparso».
Ciò che è più interessante, ricordato anche dalla Calabrò, è che il card. Silvestrini faceva parte della cosiddetta «Mafia di San Gallo», un gruppo di importantissimi cardinali progressisti in odore di massoneria ecclesiastica, che, fin dai primi anni '90, si riunivano nella cittadina svizzera di St. Gallen ed erano accomunati dall'essere fieramente avversi a Joseph Ratzinger. Tutto emerge dall'Autobiographie del 2015 di uno dei suoi membri, il primate della chiesa belga card. Godfried Danneels (1933-2019) nella quale lo stesso, prima di sparire dalla scena pubblica, dichiarava come il "campione" di questa Mafia di San Gallo fosse il card. Jorge Mario Bergoglio.
L'autobiografia, andata a ruba, ma mai tradotta in italiano, non è stata smentita dal Vaticano e viene impugnata continuamente da chi sostiene l'invalidità dell'elezione di Bergoglio: secondo l'art.79 della costituzione apostolica «Universi dominici gregis», promanata da Giovanni Paolo II nel 1996, sono infatti scomunicati automaticamente tutti i cardinali che organizzano e intrecciano accordi pre-conclave. Cardinali scomunicati, conclave invalido.