Renato Farina, "peggio dei grillini soltanto quelli che li spingono": così l'Italia è finita nel baratro
L'editoriale di Vittorio Feltri ha spiegato ieri che non è colpa dei grillini essere grillini, e dunque portarci nell'abisso, realizzando in pieno nei confronti degli italiani il motto sodomitico alla base della loro politica. La responsabilità è di chi li ha innalzati a timonieri del nostro destino. Gli italiani che li hanno votati. La natura snaturata del M5S si è palesata ancora in queste ore. Beppe Grillo, subito echeggiato da Luigi Di Maio, ha proposto, per salvare la sua ciurma al governo ed evitare elezioni che li ridurrebbero a un'aluccia spennata del Partito democratico, una pippa degna di una risata: l'abrogazione dell'opposizione, l'annullamento della democrazia. Dopo di che ha pubblicato una sua foto abbracciato a Giuseppe Conte, con la didascalia Con-te! Un gioco di parole bellissimo. Ne sorrideremmo persino con la benevolenza che si deve ai perdenti disperati, se non fosse che l'incubo rischia di protrarsi.
La probabilità è alta. Anche stavolta che, in un impeto di sana follia, Matteo Renzi pareva essere riuscito a rovesciare l'esecutivo che ci tortura, e al diavolo i titolari del vaffa e i loro sostenitori, ecco che le élite del potere e la crème dell'intellighenzia esigono un Conte 3. Le tivù, la stampa italiana e internazionale (al 90 per cento di sinistra), nonché la dirigenza dell'Unione Europea, all'unisono si indignano e minacciano spread ciclopici e la moltiplicazione del Covid se mai si dovesse andare a elezioni anticipate. Una vecchia storia. Tutto è già accaduto. Se infatti i grillini stanno sul podio e rischiano ancora di permanervi è perché godono di una formidabile quinta colonna nell'establishment. In tanti del clan sono convinti di saper maneggiare questi ignoranti al potere. Poi magari si pentono, ma dopo un po' ci ricascano senza pagarne il prezzo. Tanto chi alla fine sprofonda è il popolo minuto, non certo gli abitanti dei piani alti delle città.
IL VAFFA COME SLOGAN
Insomma la colpa è degli italiani che li hanno votati. Ma ad adescarli e portarli in questo postribolo senza fine sono stati i bellachioma e i bellabarba dotati di cultura a non finire, finezza di eloquio, autorità nelle segrete stanze dove viene confezionata la divisa perfetta che deve indossare il popolo bue. Negli anni 70 arrivò l'eskimo in redazione, in quest' ultimo decennio si è battezzato il vaffa come slogan salvifico. Tutto cominciò con l'elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Era il giugno del 2016, e la candidata di Beppe Grillo ottenne il 67 per cento dei voti. Da lì è partita la rincorsa per il salto dal trampolino della nostra povera Italia nel tombino, perfezionato il marzo 2018. Ma è allora che prese vita la nostra morte, cioè il Conte 1 e il Conte 2 e - temiamo - il Conte 3. I pesci pilota che condussero la iena grillina a divorare qualsiasi speranza di buon governo sono esattamente coloro che adesso pontificano e desiderano il Conte 3. Restarono incantati dalla gazzellina Raggi, che li intenerì, e le eressero il trono in Campidoglio, pur essendo consapevoli che la signora era la maschera gentile di un branco di fanatici dell'ignoranza. In quegli anni preparatori del balzo in avanti degli asini (e ci scusino i quadrupedi), ad attribuire virtù purificatorie ai vaffanculisti fu la stessa falange odierna di fautori del Conte 3. Non è complottismo. Semmai sono turpi negazionisti coloro che lo negano.
Abbiamo una confessione onesta al riguardo, una rarità. È stata dimenticata ma conviene toglierla dalla naftalina. Parlo del mea culpa di Ernesto Galli della Loggia, editorialista principe del Corriere della Sera. Cominciò a battersi personalmente il petto nel novembre del 2018 con un proprio articolo. Scrisse sul Corriere in prima pagina. «Circa due anni e mezzo fa oltre settecentomila elettori romani (tra i quali chi scrive: è giusto confessare le proprie responsabilità) dando il loro voto ai 5 Stelle contribuirono a far eleggere sindaco della capitale d'Italia Virginia Raggi... Il governo dei 5 Stelle insomma si è rivelato da ogni punto di vista un disastro». Propose pertanto la strada del referendum sugli autobus quale «inizio della cancellazione politica della sindaca Raggi e infliggendo un colpo al partito di Grillo responsabile di averla scelta» (17/11/2018). Ecco, l'aveva detto: io sono responsabile. Dopo pochi mesi ha riconosciuto di non essere stato un caso isolato, ma uno dei tanti chierici e chierichetti incantati dal vaffa. Sono stati loro gli spazzaneve che hanno consentito l'incedere del Suv di Grillo e della congiuntivite di Di Maio oltre che della pochette e dei Dpcm di Conte. Ha detto ad Annalisa Chirico in un colloquio apparso sul Foglio: «Non voterò mai più il M5S». Ha spiegato: «Abbiamo fatto un'errata apertura di credito, invece si sono rivelati il nulla assoluto... una massa di minus habens».
LA SOTTOVALUTAZIONE
Sia chiaro: non chiediamo a Galli della Loggia di zittirsi e di ritirarsi come Sant' Antonio Abate in un eremo nel deserto per pagare opinioni sbagliate. Chi non è vedovo di qualche sciocchezza? Del resto resta uno dei pochi anticonformisti sul palcoscenico dei giornali conformisti. Ma lo ridica per favore, ne dica quattro con il suo stile catoniano ai sostenitori della permanenza dei grillini al governo e pure a Mattarella. Disse alla Chirico: «Abbiamo sottovalutato la loro stupidità». (12 febbraio 2019). Gli sottoponiamo anzi questa domandina. Chi è veramente stato il più stupido. I grillini che hanno incassato il potere o chi li ha messi lì?