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Diego Fusaro a capo di Vox Italia, l'ispiratore del partito anti-sistema per eccellenza

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Gianluca Mazzini
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Solo la filosofia ci salverà. Così la pensa Diego Fusaro che spaziando da Aristotele a Platone, da Marx a Hegel ritiene oggi più che mai necessario ripartire dai loro insegnamenti filosofici per rifondare l'Occidente che sta precipitando in una crisi irreversibile. Filosofo e docente dell'Istituto di Alti Studi Strategici e Politici lo abbiamo sentito a partire dai recenti fatti di Washington. «Quanto accaduto in America è solo l'ultima avvisaglia di una crisi di civiltà in atto da anni. Soffermarsi solo sugli Usa è riduttivo. Si pensi alla situazione della Chiesa di Bergoglio. In Occidente c'è una crisi spirituale prima che materiale. La capitolazione della Chiesa è il fatto più eclatante della nostra epoca. Il cristianesimo è ormai ridotto ad una religione terapeutica che punta a salvare i corpi dimenticando le anime. Questo spiega, nella stagione pandemica, la sospensione delle Messe, la chiusura delle chiese, le rinunce alle estreme unzioni. In Vaticano ci si è ormai arresi all'ateismo e al materialismo. Senza combattere».

 

 

Se la dimensione spirituale è in crisi anche l'altro simbolo dell'Occidente, la democrazia americana non se la passa bene. «Dopo gli accadimenti degli ultimi giorni non si può più ritenere che gli Stati Uniti possano esportare nel mondo il loro modello democratico. Le modalità dell'assalto a Capitol Hill dimostrano la gravità della crisi di sistema che vive l'America. È una crisi che viene da lontano perché le procedure elettorali sono poco credibili da anni. Paradossali poi i sospetti che Trump sia stato aiutato da Putin e Biden preferito da Pechino. Questo sminuisce ulteriormente la percezione di potenza degli Stati Uniti». Fusaro è però impegnato anche nella politica italiana perché ha assunto il ruolo di ispiratore del partito Vox Italia. Gli ultimi due libri che ha pubblicato chiariscono bene le sue posizioni: "Difendere chi siamo. Le ragioni dell'identità italiana" e "Lotta di classe al tempo del populismo" entrambi editi da Rizzoli.

«Un nuovo soggetto politico alternativo ai partiti oggi di maggioranza e di all'opposizione è necessario. Del resto sui grandi temi non si notano particolari differenze tra centrodestra e centrosinistra. Nessuno è contro il liberismo, contro l'atlantismo, contro l'ordine terapeutico ma soprattutto nessuno è contro l'Unione Europea. Ovvero a quel campo di concentramento finanziario dal quale sono riusciti a fuggire gli inglesi con la Brexit. Perché il grande problema che hanno i popoli europei non è salvare l'euro ma salvarsi dall'euro». Non ci vuole un filosofo per capire che la pandemia ha messo completamente in crisi il mondo globalizzato. «La globalizzazione, che in realtà è una glebalizzazione, ha fallito totalmente. Perché la società aperta si è trasformata in una società blindata dai lockdown. Il virus si è diffuso più velocemente del dovuto perché il liberismo ha distrutto i sistemi sanitari nazionali in nome della concorrenza globale. Poi la mancanza di frontiere ha fatto il resto. Il caso italiano è emblematico. L'anno che si è aperto all'insegna di "abbracciamo un cinese" e si è chiuso con l'ordine di non abbracciare neppure i nonni. Un vero capovolgimento dialettico».

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