Coronavirus, prima la salute? No, prima le siringhe
Com' era? "Prima la salute", giusto? E cioè: siccome salvare i granai è rischioso, perché c'è caso che per spegnere l'incendio ti scotti, allora lasciali bruciare. Così la tua salute vien buona per seppellire i morti da carestia. Ecco, solo gli sprovveduti non capiscono che il disastro vaccinale cui stiamo assistendo trova causa nella stessa impostazione. Quel che sta succedendo col vaccino non era nemmeno prevedibile: era proprio previsto. Qui l'abbiamo scritto da mesi: avrebbero fatto male e avrebbero fatto tardi. Perché i ritardi, le inefficienze, la disorganizzazione nell'approvvigionamento e nella somministrazione del vaccino costituiscono la conseguenza diretta e inevitabile del presupposto che ha comandato l'azione del governo nella gestione della crisi: vale a dire l'idea che il problema fosse ammazzare il virus anziché tenere in vita il Paese, il quale ha cominciato a morire non a causa del virus ma grazie alle politiche che pretendevano di contenerne la diffusione. Come non si trattava allora di separare la vita civile ed economica del Paese dall'infezione, perché era impossibile, bensì di organizzarne al meglio la convivenza, così ora non si tratterebbe di affidarsi miracolisticamente al vaccino e cioè facendo finta che sia come la pioggia nella savana da aspettare a naso in su. A mettere sconsideratamente a rischio la salute del Paese è stato lo slogan tanto imbecille quanto seriosamente reiterato secondo cui "prima di tutto viene la salute", tipo che se devi proteggere le piantagioni dalle cavallette bruci tutto così quelle non hanno più da mangiare. E il corollario esecutivo di questa impostazione è appunto che il vaccino, per forza propria, restituisce al Paese la vita sottratta dal virus: con il popolo, tenuto in casa prima perché il vaccino non c'è e poi, identicamente, quando pure c'è ma è come se non ci fosse, perché è mancata l'organizzazione adatta a renderlo disponibile. C'è qualcuno capace di negare che la situazione sarà questa per mesi? L'abbiamo visto quanto fosse sbagliato che "prima viene la salute", e da questo si è irresponsabilmente passati a "prima il vaccino". Mancava un genio capace di capire che prima venivano invece le siringhe.