Daniela Martani sulla lite con Andrea Romano in strada: "Mi calunnia. Lo ho apostrofato e lui mi ha strattonata"
Roma, Natale in rosso, umore nero. Quartiere Prati, Via Cipro, uscita da un supermercato, si incrociano due che proprio sono agli antipodi, lui Andrea Romano, ultravaccinista, deputato del Pd (una volta ebbe a dire che fosse per lui i no vax non dovrebbero proprio parlare), lei Daniela Martani ex pasionaria Alitalia, showgirl, da tempo opinionista d'assalto contro i dpcm contiani, un filino negazionista (la mascherina non serve a niente, i tamponi sono spesso farlocchi, siamo in una dittatura sanitaria, e via discorrendo), una che pochi giorni fa ha invitato la gente in segno di protesta a riunirsi in Piazza del Popolo per Capodanno. L'incontro è casuale, il ring non c'era, e poteva pure essere la scena di un talkshow, anche se il parlamentare era in compagnia della figlia di nove anni. Partiamo dalla versione di Romano, che ha detto: «Mi sono sentito gridare: maledetti, dovete morire, non vi perdoneremo mai, dovete morire male. È stata una cosa molto stressante per Nina che è la più piccola dei miei quattro figli». E ancora: «Lei ha vissuto come un pericolo reale la minaccia di morte che quella signora ci stava rivolgendo ed è scoppiata a piangere in strada proprio davanti a lei Ho fatto notare alla signora se non avesse interrotto le contumelie e le minacce avrei chiamato la polizia. Niente da fare. Ha continuato a urlare, senza fermarsi neanche davanti al pianto spaventato di mia figlia».
Martani, l'accusa è gravissima. Avresti minacciato di morte Romano spaventando la bimba piccola
«Il deputato mi sta calunniando su giornali e social. Non ho mai minacciato di morte nessuno, sia chiaro, né lui, né tantomeno la bambina piccola. Non lo farei mai».
È quello che sostiene lui, che ha pure presentato, dice, una denuncia penale.
«Ha l'audio di quello che ho detto? Ha delle prove? Ci sono dei testimoni? Uno non può inventare quello che vuole e poi sputtanare una persona dappertutto. La cosa grave è questa. Io passo per la matta che lo ha aggredito e minacciato, invece è esattamente il contrario. Ed è quello che proverò».
Daniela, un po' ti conosco. Hai visto Andrea Romano e ti è venuta voglia di dirgliene quattro.
«Davanti al negozio l'ho riconosciuto e quando mi è passato davanti gli ho detto queste parole: "Maledetti, state distruggendo la vita delle persone, state rovinando il paese, vergognatevi". Questo gli ho detto, nessuna minaccia. Forse ho aggiunto: la pagherete».
Per carità, non mi permetto di dare lezioni di bon ton, però se uno ti dice in faccia maledetto, magari ti girano un po'
«Erano frasi rivolte a un rappresentante della politica, che è pure nella maggioranza di governo. Non ad Andrea Romano, e meno che mai a sua figlia. Una legittima, anche se rude, contestazione politica. Oppure è proibito pure questo?».
Dopo le tue frasi cosa è successo?
«Mi è venuto a un centimetro dalla faccia, come se volesse picchiarmi. Urlava: cosa hai detto? Cosa hai detto? Quello che urlava era lui, io gli ripetevo con calma le stesse cose di prima».
Insomma, tu stai dicendo che era lui a urlare e strepitare?
«Sì, e ti dirò di più. Era agitato e la bambina diceva: andiamo via, andiamo via. Lui non mollava, voleva chiamare la polizia, mi ha anche detto: devi ringraziare che sei una donna. Cosa avrebbe fatto in caso contrario? Mi avrebbe presa a pugni?».
Ti ha toccato?
«Mi sono voltata per andare via e mi ha strattonato per trattenermi».
Capisci che è una versione completamente diversa dalla sua, che ti accusa di averlo minacciato di morte
«È una bugia colossale. Lui quando ha sentito le mie parole è tornato indietro con l'atteggiamento di chi ti vuole mettere le mani addosso. A quel punto la bambina si è messa a piangere. Credo ci siano anche due testimoni della scena che invito a farsi vivi, e che comunque cercherò di rintracciare. Era lui he urlava, lui che aggrediva, non io. Mente spudoratamente, ed è pure un politico. Avete capito in che mani siamo?».
Perché gli hai detto quelle cose?
«Il maledetto è una persona verso cui si prova astio, che è una cosa legittima. Ma io non provo astio nei suoi confronti, ma nei confronti di un governo di cui fa parte. Con i loro provvedimenti hanno portato sul lastrico migliaia e migliaia di persone, il mio lavoro è fermo da quasi un anno, non esiste più alcuna forma di contatto umano e di socialità. In altri paesi non è così, qui c'è una specie di dittatura sanitaria. E mettici pure che io sono contro il vaccino e lui, Romano, una volta ha dichiarato che chi mette in dubbio i vaccini anticovid non dovrebbe avere diritto di parola. Ma cosa è questa, se non una dittatura bella e buona».
Farai il vaccino?
«No, e ho tutto il diritto di non farlo. Penso che il mio sistema immunitario sia perfettamente di difendersi da solo contro batteri e virus con cui conviviamo da sempre». Ti penti di quello che hai detto al deputato Pd? «No, lo rifarei. Abbiamo ancora il diritto di criticare il governo, o no?».