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Renato Farina contro Beppe Grillo: fa ironia sul vaccino? Peggio per lui e per chi lo ascolta

Renato Farina
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 Perché Beppe Grillo fa così? D'accordo, vaccino viene da vacca. Non è un buon motivo per buttarla in vacca. La citata etimologia non è infatti il preambolo di una barzelletta, ma storia della scienza. Fu dalle pustole del vaiolo della pia ruminante che Edward Jenner ricavò il siero da cui l'umanità fu immunizzata contro il vaiolo così bene da farlo sparire dalla faccia della terra. Era il 1778. Passano gli anni, persino i secoli. 2020. Dopo il vaiolo, il Covid-19. Soprattutto, dopo Jenner ecco Grillo. Non ci impressiona che Beppe si creda più di Edward un benefattore dell'umanità - di mitomani è pieno il condominio -, ma preoccupano il precedente che ci abbiano creduto gli italiani, i quali hanno bevuto le sue fanfaluche votando in massa i suoi seguaci. Che faranno adesso? Seguiranno in moltitudine le sue proposte sui vaccini? Evitarli perché hanno un sacco di controindicazioni? O forse voleva dire di berseli davvero tutti insieme, magari diventando tutti fluorescenti?

 

 

La nostra idea è che il suo sia un invito alla diffidenza. Che abbiamo vestito i panni di maestro del sospetto. Di fatto fornendo benzina al serbatoio dei negazionisti non tanto del virus ma dei vaccini. Certo, furbescamente, il suo linguaggio ha una patina di ambiguità, che gli consente di sfuggire alla noiosa morsa della responsabilità. Mai che dica sì sì, no no. Magari onestamente illustrando dubbi, e poi optando per un invito a inocularsi il siero o ad evitarlo. No. Getta ombre, e si ritira in villa. Dovremo aspettare, quando arriverà la sua chiamata dalla Asl, di vederlo presentarsi per la puntura o evitarla. Di certo chi ha un ruolo pubblico non ha il diritto di tacere, qualunque sia la convinzione maturata, non esiste l'obbligo del pensiero unico. Ma ciascuno deve estrarre la propria carta. Lo hanno fatto Zingaretti e Berlusconi, persino la Regina Elisabetta e Papa Francesco. Deve sapere, Grillo, che questo non è il tempo in cui essere pazienti verso gli alchimisti che versano le loro equivoche sentenze come Sibille Cumane sulla pelle degli altri per vedere l'effetto che fa.

Perché questo ha fatto e fa tuttora Grillo: mescola scherzo e politica, gag e predica, trattando sé stesso da "elevato" e gli altri quali coglioni indegni del suo genio. Ieri, Grillo ha diffuso un video di auguri post-natalizi sul suo canale youtube. Un filmato immediatamente rilanciato da ogni parte. Tra un momento lo trascriviamo. Intanto avvertiamo che da alcuni interpreti - quale il pluripremiato Dagospia - è stato catalogato come un invito a vaccinarsi. Secondo Roberto D'Agostino il guru ligure avrebbe deluso i "no-vax" ai quali in passato aveva fatto pervenire numerose carezze oggi trasformatesi in sganassoni. Altri, tra cui corriere.it, non sanno che pesci pigliare. Gli ex grandi giornali sono assai prudenti quando si affacciano nel territorio del fondatore del M5S. Li capiamo. Devono fare i conti con le reazioni di chi ci comanda, ed è meglio lasciar spazio ad aggiustamenti successivi per omogeneizzarsi con il pensiero del noto personaggio. Così il sito di via Solferino definisce il messaggio «irriverente» (verso chi? I malati, i vaccini, gli scienziati? Boh), poi ammette che Beppe dà «la stoccata sui vaccini» e «ironizza». La nostra interpretazione - come avverte il titolo - propende verso quello che il Corriere pensa ma non dice.

Non è che gli italiani stiano tanto bene. Chi non si è ammalato, l'unica cosa di cui non ha bisogno è che questioni serie siano buttate in vacca e poi gli siano iniettate ridicolmente da uno che non si capisce se parla da comico o da politico, ma di certo produce nebbia per le menti specie dei suoi seguaci, i quali tra l'altro ci comandano. Non riusciamo a scherzarci su. Un conto è uno show comico, e i grandi comici sanno ridere e far ridere anche della morte propria e altrui, trasferendoci nel territorio degli interrogativi ultimi. Altra cosa è quando si è "garanti" del partito che fornisce il premier e la maggioranza dei parlamentari e dei ministri e da cui dipendono le scelte sanitarie di questo Paese. È lui a ispirarli? Ah sì? Allora stiamo freschi. Quest' uomo è un vero ibrido come le auto preferite da Beppe Sala, un po' elettriche un po' a gasolio, un po' comico e un po' politico, non avverte mai quale dei due motori mette in funzione. L'unica cosa sicura è che spara pistolate ed ha la certezza di non risponderne.

Ecco cos' ha detto. Prima ha invitato a essere «solidali e ben predisposti verso il prossimo». Infatti ha raccontato come lui stesso abbia disposto gli addobbi intorno a casa propria appendendoli al «filo spinato». Poi eccoci al tema clou. «Eh i vaccini... io li sto aspettando, li sto aspettando tutti, li vorrò fare tutti insieme in un'unica siringata. Comincerò con lo Sputnik 5 russo che dà questa leggera controindicazione di una leggera fosforescenza ai polpastrelli che verrà eliminata dal vaccino cinese che, in controtendenza, darà luccichio giallognolo (bellissima battuta, poi dicono che Grillo copia quelle degli altri, ndr) al palmo della mano. Tutte e due. Poi verranno coperti dai vaccini americani e inglesi. In ultimo quello italiano che amalgamerà tutto l'insieme, quindi io sarò immune e vi consiglio di fare altrettanto fino al Covid 2045». Un bel paciugo, che gran politico, che comico della mutua.

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