Andrea Cangini contro Giuseppe Conte: "Il premier paternalista che ci considera dei sudditi"
Che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia un approccio "paternalista" lo dicono ormai un po' tutti. Lo scrivono gli editorialisti, lo denunciano le opposizioni, lo lamentano i leader della sua stessa maggioranza a partire da Matteo Renzi e Andrea Orlando. Commentando la conferenza stampa di venerdì sera, lo ha sostenuto anche Carlo Calenda. Insomma, un coro. Ora si può anche continuare a far finta di nulla, e considerarlo un dato acquisito al pari di un altro. Ma l'accusa è grave. In politica, il paternalismo è quel metodo di governo che si fonda sul senso di superiorità di chi lo esercita e sulla convinzione che i cittadini abbiamo bisogno di essere guidati come bambini, e se serve costretti. Per Tocqueville il paternalismo è una degenerazione della democrazia.
Di più: uno sconfinamento nell'autoritarismo; un metodo attraverso il quale il potere giustifica il proprio abuso con la necessità di proteggere il popolo da sè stesso o da una minaccia incombente. Il paternalista dice «penso a tutto io per il tuo bene», ma se le cose vanno male dà la colpa al "figlio degenere". I segni del paternalismo di Giuseppe Conte sono largamente noti: la marginalizzazione del Parlamento, la mancanza di confronto politico con ministri e alleati, l'abuso di strumenti normativi che per loro natura non prevedono controlli, il tentativo di delegare il processo decisionale e l'esercizio del potere a strutture da lui create e perciò a lui soggette, l'uso enfatico della televisione di Stato, l'abissale scollamento tra narrazione di governo e realtà dei fatti, le continue "raccomandazioni" ai cittadini, i modi, il tono e i tempi con cui fa tutto questo, sistematicamente sostenendo di fare il contrario, e con cui dispone, revoca, rettifica e contraddice le pur necessarie ma enormi limitazioni a libertà personali ed economiche costituzionalmente garantite.
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Il paternalismo del Conte2 si prospetta, dunque, come il rovescio garbato ma fedele della medaglia sovranista per evitare il cui conio è nato. Non sarà rovesciato dall'establishment europeo, che ancora lo considera il male minore. Sarà rovesciato dalla ferrea logica scientifica della psicanalisi più recente, essendo ormai chiaro a tutti i nuovi genitori che un improvviso e travolgente moto di rifiuto e di ribellione assale oggi più che mai i figli del padre "autoritario" che promette e non dà e che quando sbaglia non lo ammette.