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Joszef Szajer, le orge del fedelissimo di Orban? Se il gay è di destra lo si può sbertucciare

Angelo Zinetti
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Sui social è un tripudio di commenti da caserma e battutacce: «In Ungheria i trenini arrivano in orario», «Orban sovranista col culo degli altri», «Che cetriolone per Orban» e via di questo passo. Per oggi l'omofobia non indigna nessuno perché a fare le spese del dileggio è un esponente politico della destra. E che destra: l'obiettivo dello scherno dei leoni da tastiera è Joszef Szajer, l'eurodeputato sorpreso in un'orgia con una ventina di altri maschi, è uno dei fondatori del partito sovranista ungherese, Fidesz, di cui Viktor Orban è leader. Szajer e il suo primo ministro sono definiti "omofobi" persino sulla stampa italiana - da Repubblica al Fatto quotidiano - perché la loro formazione politica, parte essenziale del PPE, il partito europeo che raccoglie sigle moderate e di orientamento cristiano (soprattutto il cattolicesimo sociale), è favorevole alla famiglia tradizionale.

Per questo oggi vieni considerato omofobo: se sei cattolico e difendi i valori della famiglia ti ritrovi trattato come Ramzan Kadyrov, il presidente ceceno che sarebbe ispiratore di veri e propri pogrom contro chi non è eterosessuale. Oppure dovrebbero accostarti agli ayatollah o ai comunisti cubani che da sempre incarcerano chi fa l'amore con gente del proprio sesso. Ma questo non si può fare: Cuba e Iran sono miti per certa sinistra. Giorgio La Porta, voce che grida nel deserto di Twitter, ha fatto notare la contraddizione: ora spuntano immagini di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini con il barbuto ungherese dalla doppia vita, ma nessuno che dica: scandalo nell'europartitone di Angela Merkel e di Ursula von der Leyen. Il magiaro infatti è stato anche vicepresidente del gruppo parlamentare in questione. «Perché nessuno dice che Jozsef Szajer, eurodeputato di Orban del festino di Bruxelles è iscritto al PPE e che ha votato per Ursula, per Sassoli e Gualtieri e contro gli uomini di Salvini e Meloni? Paura di prendere i verbali e scoprire chi sono i vostri alleati in Europa?».

La cortina fumogena e le strumentalizzazioni della faccenda non si contano. Secondo Alberto D'Argenio di Repubblica le dimissioni di Szajer in seguito allo scandalo potrebbero cambiare addirittura il corso della politica europea. Per qualche motivo non specificato, la vicenda boccaccesca di Jozsef danneggerebbe anche Orban che verrebbe indebolito a tal punto da spingerlo a togliere il veto alla finanziaria europea, il Next Generation Eu. Sui siti internet, poi, si va giù con l'accetta: secondo Globalist.it, l'ormai ex braccio destro di Oraban in Europa non è solo un omofobo ma anche un «fascista». Pure qui una definizione senza uno straccio di prova, a meno che l'opposizione alle Ong che sostengono l'immigrazione anche clandestina e ai finanziamenti di George Soros non sia prova di fascismo. Resta il fatto che l'europarlamentare ha dato le dimissioni e ha annunciato il suo ritiro dalla politica.

Una decisione che non deriva certo dalla figuraccia di aver violato le norme anti Coronavirus dello Stato belga - che è poi il motivo per il quale Szajer e i suoi partner sono stati fermati dalla polizia di Bruxelles. Senza dubbio lo scandalo sessuale colpisce la reputazione di un uomo politico nella sua posizione, in un partito come Fidesz. Szajer ha una moglie, Tünde Hando, 37 anni, giudice della Corte costituzionale, e una figlia, Fanny. Orban ieri ha espulso Szajer dal partito («Non dimenticheremo né ripudieremo i suoi 30 anni di lavoro ma la sua azione è inaccettabile e indifendibile»). Che però un omosessuale stia dalla parte della famiglia tradizionale è una contraddizione solo per chi pensa che l'essere gay sia anche una militanza politica. Jozsef, in quest' ottica, sarebbe un represso. Ma, come rispondeva lo stesso ungherese ritratto in una vignetta diffussa su Twitter da Antonio Cabras: «Represso, io? Venticinque uomini. Represso un par de palle!».

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