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Silvio Berlusconi tentato dalle larghe intese, Renato Farina: "Così saggio che sembra Alfano"

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La mossa di Berlusconi rappresenta la riabilitazione postuma di Alfano. Forse il suo delfino siculo non aveva "il quid", come crudelmente fece trapelare il sovrano di Arcore fiocinandolo, ma il fantasma di Angelino deve aver tirato i piedi di notte a Silvio dopo che l'anziano maestro sta ripetendone le scelte politiche. Sia chiaro Angelino Alfano sta benissimo dov' è. Ha lasciato la carriera parlamentare e quella partitica, sta mettendo a frutto la sua esperienza come avvocato di livello internazionale presiedendo la più grande holding sanitaria privata del Paese, ma si sta prendendo la soddisfazione di tornare shakespearianamente a incidere nel destino della nazione, un po' come capitò allo spettro di Banquo. In questi giorni, Forza Italia con l'eterna vigoria del suo fondatore è entrata con prepotenza nell'anticamera del governo. Non sappiamo se finirà per entrare nella sala degli arazzi sedendo al tavolo della maggioranza su un seggiolone ufficiale, oppure si accontenterà di essere un reggimento di riserva atto a dar sicurezza a una compagine altrimenti destinata alla deflagrazione. Comunque finirà, di sicuro è andata in esplorazione in territori che Lega e Fratelli d'Italia considerano sotto controllo del nemico. Berlusconi assicura di no, che non abbandonerà l'opposizione, ma che voterà lo scostamento di bilancio "per il bene degli italiani" e questo basta per ridare al Cavaliere un ruolo di nuovo decisivo.

Di nuovo decisivo - Analizzerò poi i casini che soprattutto nei giallorossi ha determinato il suo ingresso nel negozio di cristalleria, dove i vasi di Boemia sono poggiati su tavoli traballanti di natura. Intanto stabiliamo un precedente. In fin dei conti Alfano propose una linea simile, la chiamò di "responsabilità" invece che di "emergenza" quando restò al governo che puntellò nelle sue varie versioni (Letta, Renzi, Gentiloni) tutte a guida e dominio del Partito democratico. Per impedire la caduta dell'esecutivo e lo scioglimento delle Camere (allora i Cinque Stelle eruttavano fiamme e improperi contro chiunque non fosse grillino) Alfano fondò con Maurizio Lupi e Fabrizio Cicchitto, nonché Beatrice Lorenzin, l'Ncd (Nuovo centro destra), che risultò indispensabile al Senato. Insomma l'Ncd si caratterizzò come il tappino di gomma o se volete il feltrino utile ad aggiustare la gamba zoppa del tavolo su cui la minestra rischiava di rovesciarsi. Alfano prese atto che con queste scelte aveva distrutto la propria credibilità presso la base elettorale di centrodestra, e piuttosto che rimediare a sinistra o a destra una candidatura spelacchiata, salutò senza recriminazioni la compagnia del fil di ferro. Berlusconi, rispetto ad Alfano, ha diversi vantaggi diciamo così morali, anche se in politica suona strano. 1- Nessuno può definire il Cav traditore: i voti sono i suoi, quelli che restano dell'antico bottino gli stanno attaccati perché coincidono con il consenso alla sua persona (erano il 14 per cento due anni fa, oggi sono dati al 7), e può spenderli come gli pare, imitando peraltro il Salvini del 2018 cui tutto fu perdonato sia dagli alleati che dal popolo elettore che anzi lo premia tuttora. 2- Alfano rimase insieme a gente che aveva votato l'eliminazione fisica dal Senato, con un voto abominevole degli alleati. Lo fece come male minore rispetto a una turbolenza sociale che avrebbe potuto degenerare gravemente. Ma tant' è: finì malissimo per Ncd.

La non-sfiducia - Berlusconi invece se ne sta in posizione sorniona. Gli è bastato mostrare la sua pettinatura inconfondibile sull'uscio del citato negozio Swarovski che i proprietari dell'esposizione sono quasi svenuti dall'emozione. Si può dire che paradossalmente l'offerta di sostegno dell'ex premier 84enne abbia sconvolto gli equilibri arci-precari della sgarrupata congrega. Quello che a prima vista poteva apparire un rinforzo per Giuseppe Conte, in realtà lo ha fatto impazzire. Le sue spallucce di dilettante non sono in grado di reggere psicologicamente questa nuova situazione che eccita il Pd e lacera il M5S. L'avvocato del popolo contava di reggere il volante del trabiccolo giallorosso fino al 2023. Impossibile. L'ha capito persino lui. Infatti - dovunque si collochi Berlusconi, con un mezzo piede o un ditino solo, nella stanza dei bottoni - siamo davanti a un Conte 3. Il quale può durare finché dura l'emergenza Covid, se valgono le condizioni poste dal Cavaliere, non oltre marzo, a Italia vaccinata. Dopo Berlusconi che fa? Si ritira e chiede il voto? Resta dentro e pretende di sistemare al meglio la sua posizione? In questo momento siamo a quello che Andreotti chiamò nel 1976 governo della non-sfiducia da parte del Pci. La partecipazione piena alla maggioranza fu nel 1978. Andrà ancora così con il Pci-Pd nei panni della Dc e Forza Italia in quelli del Pci? Allora con Berlinguer e il terrorismo rosso il Partito comunista era era montante, saliva come un'onda di marea. Alfano (nella penultima legislatura) come Berlusconi (in questa) sono come luna calante. Ma Berlusconi è più fortunato, e può meditare sull'esperienza di Alfano. Vedremo se basterà l'ombra di Banquo-Silvio per provocare nella maggioranza non la caduta di un vasetto ma un inferno di cristalli. In questo caso Berlusconi sarà un eroe, cui Alfano ha prestato il quid.

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