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Calabria, perché il caso-Cotticelli non è un incidente di percorso: chi ha distrutto quella regione

Francesco Bertolini
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Il caso Calabria non può essere derubricato a incidente di percorso. È il simbolo di una totale incapacità di una classe politica, che ha distrutto quella regione e non solo quella purtroppo. Le competenze non si acquistano con una gara al massimo ribasso, e soprattutto le competenze spesso sono associate a persone che non si piegano a qualunque richiesta demenziale del politico analfabeta di turno. Per questo ci vuole un segnale, per la Calabria e per l'intero paese. Ogni politica cerca di mitigare la crudeltà della natura, dove, agli albori della civiltà umana, solo chi aveva i denti per nutrirsi poteva sopravvivere; oggi la dentiera è un diritto acquisto per tutti, con conseguenze inimmaginabili per il vivere comune solo fino a pochi decenni fa. Citare Nietzsche che diceva : «Troppi vengono al mondo, per i superflui fu inventato lo Stato», significherebbe essere travolto dall'indignazione collettiva. La sanità è ormai un diritto acquisito in molti paesi, non in tutti, è sempre utile ricordarlo. Ma nel nostro contesto, storico, geografico e politico la spesa sanitaria è una delle voci di spesa più importanti. La spesa sanitaria è la voce più importante dei bilanci delle regioni, una spesa enorme che attira l'attenzione di ogni tipo di predone purtroppo. Predoni con denti e dentiere affilate, talmente affilate da distruggere la preda stessa; è quello che è successo in Calabria, e non solo in quella regione.

Non dobbiamo dare per scontato che la spesa sanitaria sia destinata a crescere in modo esponenziale per sempre, se non vogliamo vivere in una società ossessionata da qualunque colpo di tosse. Ma dobbiamo esigere che chi gestisce la sanità pubblica abbia le competenze, la credibilità e l'umiltà per evitare che miliardi di risorse pubbliche finiscano in un pozzo nero senza fondo. E purtroppo il modo con cui una quantità enorme di risorse è stata spesa e non spesa in questi mesi porta a richiedere commissari simbolo, al posto di chi ha gestito le mascherine, i banchi con le rotelle, le scuole e si accinge a gestire i mitologici vaccini. Chi lavora nelle aree più pericolose del pianeta, ha anche l'umiltà di dare a ogni cosa il giusto peso; sa che il Covid non è Ebola, sa che le conseguenze della povertà possono essere devastanti per il vivere comune, sa che lo scontro sociale può ridurre l'aspettativa di vita come se non più di questo virus. Sa, in poche parole, distinguere tra le paure buone, umane e indispensabili e le paure irragionevoli. È la grande debolezza dell'Occidente; una debolezza che il terrorismo islamico ha fatto emergere con tutta la sua drammaticità, con giovani che si facevano esplodere e per i quali il concetto e il valore della vita erano e sono talmente diversi dalle nostra da etichettarli come folli fanatici. La complessità e l'articolazione della nostra ipertrofica società ha ormai reso impossibile spesso cambiare sistemi ingolfati da troppo tempo. Ma in questo periodo la storia sta cambiando molto velocemente, per cui ciò che sembrava impossibile fino a pochi mesi fa oggi non lo è più, sia nel bene che nel male; e in un contesto di questo tipo anche il sogno di una sanità calabrese efficiente può diventare realtà.

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