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Gabriel Garko, Paolo Isotta: "I suoi padroni più potenti di Donald Trump. Relazione falsa e niente smentita, perché?"

Paolo Isotta
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Nell'edizione di venerdì 12 novembre del quotidiano Libero si parla di Gabriel Garko e del suo coming-out, dopo anni di ambiguità e voci. Clicca qui per leggere la risposta di Vittorio Feltri a Paolo Isotta

Amatissimo Direttore Vittorio, scusami se ti disturbo ancora. Ieri hai avuto la bontà di pubblicare un mio articolo sul più importante affare d'amore nazionale, forse, nella italiana percezione, internazionale, data la rilevanza dei soggetti: quello tra l'attore Gabriel Garko e l'operaio ventitreenne Salvi Gaetano, da Torre Annunziata e ora prestante le sue qualità professionali all'aeroporto della Malpensa. In giornata mi sono permesso di inviarti una contraffazione, ossia una replica immaginaria, da me redatta, di quel che ipoteticamente - ma non irrealisticamente: sono pratico dei luoghi - il Salvi medesimo ti avrebbe inviata: se, in coppia col suo paesano Avvocato, sapesse scrivere. Uno scherzo, è chiaro, ma scaturito da chi è pratico dei luoghi e della loro Sehnsucht ("atmosfera morale", per tradurre alla buona): onde ti prego di pubblicarla attribuendomene, come di dovere, la paternità.

 

 

Il punto sul quale vorrei intrattenerti è invece un altro. Io ti domandavo come si spieghi che un caso così centrale nella coscienza e, come dicono i colti, nell'"immaginario", italiano fosse stato così palesemente ignorato da quei settimanali, da quelle trasmissioni radio- e televisive, che da un mese sul Garko vivono, pubblicando persino le foto del suo cavallo. Dove si sono nascosti Massimo Cacciari e Vittorio Sgarbi - se posso ambire a interlocutori di tale livello -? E ti domandavo la ragione di questa "censura". Il caso partiva da un mio articolo pubblicato dal "Fatto Quotidiano", che non è l'ultimo fra i giornali italiani venduti in edicola. Evidentemente non mi sono saputo esprimere. Tu mi hai risposto sulla libertà dell'eros, argomento un po' superato e sul quale la Chiesa arranca in ritardo da più di cent' anni; e se chiudesse bottega ne guadagneremmo tutti. Ma io altro ti chiedevo: quanto debba esser potente l'ufficio stampa di Garko Gabriel per impedire che, assolutamente, onninamente, del caso suscitato dal mio articolo chiunque parlasse. Di quale potenza questa Agenzia, più che Ufficio Stampa, deve disporre?

Una potenza che né a Kennedy, né a Nixon (e quanti altri ne vuoi) fu mai concessa. Perché su di un caso che (nell"immaginario" degli Italiani) occupa una rilevanza planetaria, nessuno ha osato parlare? Tutti sono ghiotti di (lo chiamano loro) gossip. Ma si presenta un fatto etico d'importanza non secondaria: e tutti tacciono. Il più sventurato è l'interessato diretto, questo Gabriel che non può avere una vita da libero cittadino perché diventato una mera cosa nelle mani dei suoi padroni. Lui è un bel ragazzo, potrebbe avere tutte le avventure che vuole; io stesso, non fossi un sordido settantenne, farei volentieri con lui un giro di Valzer. Ma perché si fa dai suoi padroni costringere ad avere un rapporto coniugale - come piace a Sua Santità - con un operaio bruttino di Torre Annunziata trasferito a Malpensa - e che potrebbe essergli figlio - ? Garko mi pare un perbenino della piccola borghesia di Casale Monferrato. T' immagini - se fra loro parlano: il che non credo - di che cosa possono parlare?

T' immagini il frasario e il comportamento quotidiano del ragazzo del Sud? E tutto ciò perché un Ufficio Stampa ha stabilito - con probabile ragione - che ciò mandi in estasi Sua Santità e la Casalinga di Novate? Questo vorrei tu mi aiutassi a capire. Come fanno i padroni di Garko ad aver più potere di Trump o, mettiamo (siamo in tema), di Macron? Tu hai la stessa saggezza del fool del Re Lear e, insieme, un'autorevolezza che - ben lo ricordo, ma siamo rimasti in pochi sopravvissuti - metteva a disagio uomini grandi come Franco Di Bella e Piero Ostellino; non i loro successori. Puoi riflettere un attimo sull'effettuale quesito che ti rivolgo e darmi una risposta? Ai nessi occulti non ho creduto mai: ma il caso in questione dimostra che sbaglio. Forse tutto torna al verso di Maeterlink: Nessuno vuole essere libero. Ma allora, chiudiamo baracca e burattini e dedichiamoci alla nostra floricoltura. Faremmo meno male agli altri e a noi stessi. Ti abbraccio e ti ringrazio. 

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