Coronavirus, Vittorio Feltri su Napoli: "La città va aiutata a non farsi del male, si rischia una catastrofe"
Quanto succede a Napoli preoccupa tutti, anche il sindaco De Magistris, il quale chiede invano che la Campania sia dichiarata zona rossa. In effetti la città è fuori controllo, come provano le immagini televisive e le varie fotografie giunte nelle redazioni dei giornali. Gli affollamenti sono impressionanti, il lungomare scoppia a causa della quantità mostruosa di persone che ivi si accalcano. Poi sussiste l'aspetto sanitario: gli ospedali sono pieni zeppi di gente che abbisogna di soccorso ed è noto che le strutture a disposizione dei medici non sono le più efficienti del mondo. Appare imprescindibile che il governo ci metta una pezza.
Difficile pensare che Conte e il ministro Speranza non si accorgano della urgenza di intervenire allo scopo di impedire danni gravi. Napoli è una metropoli complessa e delicata, non può essere mollata allo spontaneismo dei propri abitanti che spesso non vivono bensì sopravvivono tra mille difficoltà. De Magistris ha ragione allorché si straccia le vesti in attesa che il premier si decida ad assumere provvedimenti adeguati. Il rischio è che la situazione sfugga di mano alle autorità, ammesso non sia già sfuggita loro. Sarebbero guai seri e ardui da affrontare. Indubbiamente il tessuto sociale e produttivo dei partenopei non è dei migliori e occorre stare attenti a non inibirlo con divieti ferrei riguardanti le attività alle soglie del lecito, altrimenti la popolazione finirebbe in ginocchio, addirittura farebbe la fame.
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Eppure qualche misura restrittiva risulta essenziale al fine di tutelare la salute pubblica. I napoletani vanno aiutati a non farsi del male. Abbandonarli alle loro intemperanze sarebbe una catastrofe. Purché non si esageri con i divieti che già hanno danneggiato varie Regioni abbastanza disciplinate. In sostanza, l'avvocato del popolo, i cui consensi sono in caduta libera, come dimostrano i sondaggi, o si affretta a raddrizzare la baracca o non durerà molto a Palazzo Chigi, travolto come è dai numeri dei contagiati e dei morti, da nessuno controllati con esattezza ma in base ai quali il presidente del Consiglio ha pedestremente stabilito la colorazione delle Regioni. Egli, se desidera durare ancora un po', non può esimersi dal darsi una calmata e una regolata.