Vittorio Feltri, "l'ultimo amore non si scorda mai": sesso tra anziani, senza tabù
Cari lettori che avete qualche decina di "anta" sulle spalle, quando ho letto con gran divertimento il romanzo di Paolo Guzzanti L'ultimo amore non si scorda mai (Giunti, 240 pagine, 13 euro), ho pensato a voi con tenerezza e anche con un certo senso di rivalsa: era ora che qualcuno cominciasse a dire la verità sull'amore di uomini e donne maturi, per "maturi" intendo oltre i 65 anni. La vulgata li ritiene lontani non solo dall'età della riproduzione, ma anche dal salto della cavallina, per cui li parcheggia in un angolo con il cardigan e la tisana: si dà per scontato che, avendo vissuto figli e carriera e mogli e mariti e amanti, gli over siano entrati in una specie di palla trasparente, immuni alle pene dei sentimenti ed esclusi dal travaglio dei desideri. Ovviamente oggi tutti sappiamo che non è così, ma il sesso con i capelli bianchi è l'unico, in questi tempi di revisione creativa degli accoppiamenti, a non essere stato sdoganato in maniera acconcia alla realtà. Eppure, a vedere quanti arcobaleni troviamo dipinti ovunque, dovremmo essere ormai liberi anche dai pregiudizi dell'anagrafe: ho letto non molto tempo fa che le identità sessuali accertate sono al momento 56, e permeabili a nuove entrate, non sono forte in algebra e quindi posso solo ipotizzare la ricchezza di combinazioni possibili. Invece non vale per tutti. Pur così articolatamente liberi, rimaniamo ingabbiati nell'estetica della gioventù, ragion per cui la vitalità di due persone canute suscita ancora sorrisi non simpaticissimi.
Erotismo maturo - Questo libro è un piccolo riscatto. Non lasciatevi trarre in inganno: Guzzanti, che ha ottant' anni e certamente conosce bene la materia e le sue insidie, non si fa intrappolare nella malinconia dei ricordi, né si profonde in pipponi identitari, insomma non cerca di fare il filosofo della porta accanto. Le relazioni, per non dire l'erotismo, soprattutto raggiunta la maturità, si comportano come la cattiva digestione: ti torna su il sentore di cose gustose che credevi avessero seguito il loro corso naturale, mentre nei casi peggiori torna su proprio tutto, fisicamente. Questa è la situazione in cui si trova il protagonista del romanzo, Carlo Martello Marchioni, e Guzzanti entra a gamba tesa nella questione con una storia astuta e contemporanea (fa una comparsata anche il covid). Carlo Martello è un conferenziere di successo e scrittore tuttologo, cioè la truffa-fuffa più diffusa e redditizia: i suoi libri hanno titoli come «Asimmetria dell'orgasmo e delle geometrie non euclidee», «Coppie analogiche e digitali», di nuovo «Revisioni delle teorie sull'orgasmo». Tutto precipita durante la sua conferenza di congedo dall'attività pubblica, perché una impertinente donna presente tra il pubblico gli manda in vacca il trionfo. Quella donna è un'artista, Danielle, ma soprattutto è la (ex) ragazza che cinquant' anni prima, negli anni della rivoluzione sessuale, lo aveva convinto a toglierle la verginità, facendogli anche fare un po' la figura del fessacchiotto. Questa Epifania è il motorino d'avviamento di un ritorno di fiamma che, grazie alla scrittura di Guzzanti, non avrà nulla di scontato né di facile, ma muoverà un nuovo turbillon di bisticci, imbarazzi e tenerezze, inducendo nei due la scoperta di una terza via, oltre la negazione e l'ossessione, per vivere gli sgoccioli della passione: ignorare il tempo passato. A lei riesce bene, a lui di meno, come in fondo è naturale, e in questa frizione si accendono i momenti di maggior divertimento. Mi ha incuriosito che il protagonista si chiami Carlo Martello come unico nome proprio, e ho immaginato sia una sottigliezza dell'Autore al limite del rebus. Il vero Carlo Martello, come ricorderete dal libro di storia della seconda liceo, fu un personaggio chiave del Medioevo: nonno di Carlo Magno, nel settimo secolo dopo Cristo mise fine con un espediente alla dinastia merovingia dei re Franchi e aprì la porta a quella carolingia. In pratica esercitò il potere (cavandosela molto bene) abusivamente: responsabile del palazzo reale, approfittando dell'incapacità dei cosiddetti "re fannulloni" merovingi, occupò lui stesso il posto rimasto vacante alla morte di Teodorico IV e lo mantenne fino alla morte.
Intrecci familiari - Mi è venuto il dubbio allora che questo romanzo sia un elogio della nobiltà dell'abusivato intelligente, redento dai risultati: il Carlo Martello di Guzzanti, infatti, è stato "abusivo" nella fugacità dell'incontro giovanile con Danielle, ha esercitato abusivamente la professione di esperto di tutto (almeno fino a che Danielle non si è palesata e l'ha smascherato), vive con lei un ritorno "abusivo" dell'amore, ed entrambi sono trattati da abusivi dalle rispettive figlie. Quella di Danielle, per di più, è frutto di quell'unico incontro di mezzo secolo prima, di cui Carlo Martello è stato tenuto all'oscuro per tutto quel tempo. L'intreccio di incontri fra le due famiglie risulta così essere un doppio Indovina chi viene a cena rovesciato: sono i due genitori a essere giudicati dai figli, che all'inizio storcono il naso. Poi tutto finirà a cena, con una carbonara fatta con il formaggio sbagliato ma che, come la loro storia, risulterà buonissima lo stesso.