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Giuseppe Conte, Pietro Senaldi attacca: "Il suo silenzio? Solo per non perdere altri consensi"

Pietro Senaldi
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L'esimio professore Conte ama colpire con il favore delle tenebre, non diversamente dai terroristi islamici che hanno funestato l'ultima notte di libertà di Vienna, prima che la capitale austriaca chiudesse causa Covid. Il presidente del Consiglio non si è limitato a rovinarci l'ultima sera di libertà. In uno stillicidio di silenzi, mezze frasi, accelerate e marce indietro, bracci di ferro con gli enti locali per non decidere, sta menando il can per l'aia da tre settimane senza costrutto. Tant'è che da quando il nobile foggiano è sceso in campo per il suo secondo tempo, i contagi giornalieri si sono moltiplicati per dieci. I dati della curva dei contagi degli ultimi giorni non erano drammatici. Ma il premier non ha dato tempo al suo ultimo Dpcm di sortire effetti. Non crede a se stesso e neppure ai suoi consiglieri, non viole fermarsi a valutare i risultati dell'ormai penultima serata. Si è fatto prendere dal panico e ha chiuso tutto o quasi.

Torna alla primavera, un tempo che rimpiange solo lui. Il danno economico sarà ingente. Ma toccherà a chi arriverà dopo rappezzare il tutto; e una cosa è certa, a Conte la prossima volta non riuscirà di succedere a se stesso. Nottetempo è uscito l'ultimo decreto della presidenza del consiglio, dodicesimo dell'era Conte bis e quarto successivo agli ozi estivi. La nostra Elisa Calessi si cimenta nella pagina a fianco nel disperato tentativo di capirci qualcosa e vaticinare quel che sarà. A me tocca il più semplice compito di dire cosa ne pensiamo. La prima cosa che ci viene in mente è che non sarà l'ultimo e che forse gli allibratori hanno già fissato le quote delle puntate su quando uscirà il prossimo. Consci di questo, ci permettiamo di rivolgere una preghiera al nostro grande carceriere, che suona come cancelliere ma ha un significato ben diverso. Signor presidente, oggi per favore taccia. Non illustri al popolo stanco il risultato dei suoi sforzi di mediazione con governatori, piddini, scienziati a libro paga e tele virologi. Ha già parlato lunedì per illustrarci quello che allora era un foglio bianco. Oggi che ha riempito le caselle un po' a casaccio, ci lasci soffrire con la compagnia consolatoria del suo silenzio. Tanto l'incantesimo si è spezzato, dovesse parlare tutti i giorni da qui a Natale, non riuscirà più a convincere gli italiani che è il più bravo e che con lei hanno pescato un jolly. Più dà fiato alle sue trombe, più rischia l'effetto Renzi, ovverosia stancare gli italiani.

UN CONSIGLIO
Le diamo un altro consiglio, tendendole la mano più di quanto lei non faccia con ristoratori liguri, parrucchieri calabresi, boutique milanesi o appassionati di sport all'aperto piemontesi. Prenda in mano il cellulare e per una volta, anziché scattarsi un selfie, componga un numero utile. Non quello di Ricciardi o di Casalino, bensì quello della super sondaggista Alessandra Ghisleri, la fondatrice di Euromedia Research. Ieri su Diva e Donna, il settimanale del gruppo Cairo che va a ruba tra le "Bimbe di Conte", il suo fan club per eccellenza, è apparsa una rilevazione che suona come una campana a morto per lei. I cittadini, chiamati a darle un voto come se lei fosse uno studente da tenere a distanza anziché un professore che in carriera ha pubblicato più dpcm che lavori scientifici, le affibbiano un bel 5 per il lavoro svolto fin qui sulla pandemia. E nei consensi non arriva neppure al 4, ottenendo il gradimento solo del 39% degli intervistati. Insomma caro premier, è con le spalle al muro quasi quanto noi. Non siamo acuti come la Ghisleri ma costiamo meno e quindi si accontenti delle nostre spiegazioni, perché è tempo di risparmi per tutti, visto la manovra che il suo fido Gualtieri ha preparato, che odora di tasse in maniera più forte e sgradevole di quanto non faccia il gorgonzola sulla pizza.

Giacché non ha più niente da perdere, mostri un po' di coraggio. Imiti Macron, la Merkel, o perfino Boris Johnson e si assuma sulle sue spalle le responsabilità delle scelte. È li per questo. So che per i suoi colleghi premier il compito è più facile, in quanto sono stati eletti direttamente dal popolo, ma la nostra Costituzione, che anche per questo non è la più bella del mondo, le attribuisce questo potere; quindi lo eserciti, senza giocare a rimpiattino con le Regioni, i suoi tecnici e i suoi ministri. Il fatto che si tenga coperto e parli solo a vanvera fa pensare due cose. O che lei non sappia proprio che pesci pigliare, oppure che da avvocato del popolo si sia trasformato in politico, magari con un progetto di partito nel cassetto. Per questo è sensibile ai consensi più di quanto Chiara Ferragini non lo sia al numero dii seguaci sulla rete o una tronista della De Filippi a quello dei pretendenti. A questo giro si è dovuto scomodare perfino Mattarella per togliergli le castagne dal fuoco, prima con gli italiani, recandosi in un cimitero di morti Covid, che lei si è ben guardato dall'onorare, poi con le Regioni, pregandole di darle retta per l'ultima volta.

CONOSCERE IL MALE
Noi pensiamo che lei non ce la possa fare, ma almeno ci provi; o molli il colpo. E ci metta la faccia ora, che gli italiani hanno le idee più chiare su questo virus e che la storia è già stata scritta per metà, da lei e dalle persone che ha scelto a marzo per aiutarla; non da Salvini, Meloni e Berlusconi, a cui tende la mano solo ora che è nelle sabbie mobili fino al collo. A marzo nessuno sapeva nulla, neppure i medici; è stato facile terrorizzarci, chiuderci in casa e prometterci ristori che o non sono arrivati o si sono rivelati brodini. Oggi i medici conoscono meglio il male; e anche noi. Ogni giorno che passa ha sempre più le parvenze della sua faccia. 

 

 

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