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Renato Farina, il ministro Lamorgese dopo i fatti di Nizza accusa Salvini per salvare la maggioranza

Renato Farina
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Persino in uno Staterello balcanico dell'Ottocento, tipo Burgundia, il Principe, pur di salvare faccia e trono, avrebbe sacrificato il Ciambellano colto in flagranza di incapacità. Se a Palazzo Chigi ci fosse stato papa Francesco invece di Giuseppe Conte, avrebbe convocato la cardinalessa Luciana Lamorgese, e dopo venticinque minuti, sarebbe uscita dalla sua stanza avendo rassegnato le dimissioni con gli occhi rossi. Impossibile in questa povera Italia. La maggioranza giallorossa è appiccicata con lo scotch, il castello di carte ministeriali ondeggia, toglierne una per sostituirla farebbe venir giù i bastioni di quest' esecutivo sgrammaticato sintatticamente e moralmente. Data questa malsana debolezza, l'ordine di Zingaretti e Franceschini alla «servitrice dello Stato» arrivata lì come tecnico di area dem è stata: frégatene del ridicolo, i numeri in Parlamento stanno dalla nostra parte, i tg e la grande stampa berranno come oro colato qualunque panzana rifilerai. Anzi: contrattacca. E come? Idea: siccome non c'è più Silvio Berlusconi cui addossare terremoti e guerre puniche, dai addosso a Matteo Salvini. L'unico torto di Salvini in queste ore era stato di chiederne le dimissioni, che è una mossa assai ingenua con questa ciurma di pirati malgasci. Ma il Capitano bisogna capirlo, è stata ingannato dai modi così compiti e riservati dell'Alta Papavera. La quale ha agito in conformità al dispositivo dei compagni. Forse è andata persino al di là del compito assegnatole. Resta una dilettante della politica. Avrebbe dovuto alludere, sopire, dribblare. Niente. Secondo la dottoressa Luciana, quei cattolici sgozzati nella basilica di Nizza sono morti a causa di Salvini! Ehi, c'è di mezzo sangue innocente, le barzellette disgustano.

Riepiloghiamo. Un tunisino terrorista approda a Lampedusa su una comoda barchetta il 20 settembre. Invece di essere rimpatriato al volo come promesso dal Viminale il 4 agosto, è amorevolmente curato. Constatato infine grazie al tampone che è sano come un onesto scannatore di cristiani, gli viene dato un foglio, il 10 ottobre a Bari, con su scritto: espulso. Vale come gli assegni da un miliardo firmati Totò e Peppino. E così Brahim A. se ne va a Nizza. Ce ne vergogniamo ma, offendendo l'intelligenza dei lettori, tocca ripetere l'ovvio. Chi è il responsabile della sicurezza anti-terrorismo e comunque di controllo e rimpatrio dei clandestini? La legge è chiara: il ministro dell'Interno. Lamorgese prima assolve sé e il suo governo: «È il momento di fermare le polemiche, responsabilità non ce n'è da parte nostra», e fin qui applica una scienza tipica degli statali di qualsiasi rango, scaricare il barile. Ma sbaglia barile, quando sostiene che in fondo il medesimo disguido era già capitato nel 2017 a Berlino: il terrorista del mercatimo di Natale era giunto lassù da Lampedusa, e non si era messo sotto scacco il governo. Gaffe madornale. Si era dimenticata che trattavasi di governo Gentiloni... Allora va più in là, e forse dice una verità molto triste: «l'intelligence non aveva segnalato come pericoloso Brahim». Peccato che essa dipenda da Conte, il quale ha imposto con decreto la conferma dei suoi capi.

 

 

 

Ed ecco allora che, come una bambina dell'asilo, si gira verso chi le ha lasciato il banco: maestra, è stato Matteo! Infatti, dice su Sky, la responsabilità è di Salvini in quanto autore dei suoi «decreti sicurezza che hanno prodotto insicurezza». Non i clandestini producono insicurezza, con motoscafi e Ong che li sbarcano mescolati a terroristi e scafisti, ma Salvini che gli ha bloccato i porti. È il ribaltamento della buona fede. Si noti. Salvini è diventato ministro nel 2018. Ha limitato le traversate con mano ferma, sulla base di un sillogismo semplice: meno gente parte, meno ne muore durante il viaggio, meno tagliagole arrivano. Obiettivo raggiunto. Dopo di che l'alleanza di magistratura e di Senato giallorosso l'ha spedito come imputato in due processi per sequestro di persona. Magari avesse sequestrato Brahim! Posso scriverlo? O è apologia di reato? Il Capitano nel frattempo ha svuotato i cassetti al Viminale nel settembre 2019. Ed è solo con Lamorgese che giungono in massa da Hammamet e dintorni i clandestini: i tunisini sono in otto mesi 7.067. E così. Giuseppe Conte il 18 agosto scorso afferma testualmente: «Non possiamo tollerare che arrivano (sic) dei migranti addirittura positivi e vadino (ri-sic) in giro liberamente». Lamorgese era ben consapevole quando il giorno prima a Tunisi in conferenza stampa aveva spiegato: «Sbarchi così massicci possono determinare un problema sicuritario per il nostro Paese». Ma la linea era quella di dieci piani di morbidezza, e s' è adeguata. E dire che il 4 agosto le agenzie avevano già fatto circolare questo titolo propagandistico con la fotografia annessa di Luciana: «Rimpatri, il governo accelera: voli charter a pieno regime verso la Tunisia». Diremmo volucci, forse alianti. Il 20 arriva Brahim, niente rimpatrio col charter, deve averlo perso per il traffico. Responsabilità di mia nonna? Ed ecco che come non bastasse arriva il nuovo decreto. Firmato Lamorgese, datato 21 ottobre. Annulla qualsiasi filtro. C'è anche il riconoscimento del buon diritto dei migranti climatici di avere asilo permanente. Cioè - secondo Greta Thunberg e degli esperti dell'Onu - di tutti gli uomini di questa terra.

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