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Paolo Becchi striglia Giuseppe Conte: "Sia pure una vita di m**da, quello che conta è sopravvivere"

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Paolo Becchi
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Nel momento in cui tutta la società - avrebbe detto Guy Debord - è diventato uno spettacolo, non sappiamo nel caso specifico se si tratti di tragedia o più realisticamente di farsa, che senso ha ancora il «settore specifico dello spettacolo»? Questo forse spiega la chiusura di teatri, cinema e sale da concerti. Sarebbe allora una buona ragione per chiuderli per sempre. Chissà, forse ci stanno anche pensando. Il ministro competente si dice peraltro addolorato per la decisione. Ma la priorità assoluta è la vita, che sia pure una vita di m**da, quello che conta è sopravvivere. Ormai il leitmotiv lo conosciamo da mesi. E poi diciamola tutta, meno cultura c'è e meglio è, le masse hanno bisogno di propaganda efficace, non di Shakespeare o di Pirandello. A tale proposito è consigliabile anche la chiusura delle librerie e delle biblioteche. Alcune letture, penso ad Agamben o Becchi, sono oggi molto nocive alla salute e potrebbero diventare virali. I giovani soprattutto vanno protetti. Torniamo ai teatri. Non pochi sono i lavoratori di questo settore che stanno soffrendo a causa dei divieti, un mezzo milione di lavoratori o più. Bisognava proprio chiuderli? Io direi di no, e credo che con pochi accorgimenti si potesse lasciare aperti teatri e cinema, ma quello che credo io non conta niente.

 

 

Quello che mi chiedo è perché le partite di calcio possano continuare praticamente senza spettatori, mentre i teatri debbano semplicemente e drasticamente essere chiusi. La differenza è soltanto che la partita si gioca all'aperto, lo spettacolo teatrale si svolge al chiuso? No, no, non mi convince proprio questa spiegazione. Sembra piuttosto che la droga del calcio non la si possa togliere alle masse e quindi se non proprio la droga eccoti il metadone per televisione, gratis e passato dalla mutua. Ma allora perché non pensare a qualcosa del genere anche per i teatri, perché un canale della televisione pubblica invece di mandare in onda un programma dopo l'altro di idiozie e infodemie che hanno l'unico scopo di distruggere quel poco di autonomia mentale che ancora esiste nella massa, dico perché non si potrebbero trasmettere per televisione i programmi teatrali, senza pubblico in sala? D'accordo, il teatro è una cosa, la televisione un'altra, ma se per questo anche una partita allo stadio è un'altra cosa rispetto ad una partita vista in televisione.

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