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Filippo Facci, il ministro Roberto Speranza ritira il libro sul Covid: "Avete visto cos'ha scritto il giornale di Travaglio?"

Filippo Facci
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Ci sono articoli che sono commissionati e altri che sono proposti, ma ecco, sorge una terza categoria che vogliamo denominare «non dirmi niente». È un articolo né proposto né commissionato: basta un indizio o un'occhiata e l'articolo si scrive da solo, sorge per generazione spontanea. Nel caso, l'occhiata bastava darla al titolo del Fatto Quotidiano (la colf del governo Conte) che ieri recitava così: «Posticipata l'uscita del libro del ministro Speranza: "subirà un ritardo"». Riportiamo anche l'occhiello, così risparmiamo tempo: «Il volume firmato dal titolare del dicastero della Salute che tratta della pandemia è intitolato "Perché guariremo". Da giovedì doveva essere sugli scaffali. La nota di Feltrinelli: "Subirà un ritardo nella data di messa in vendita"». Infine la foto: riproduce lui a Montecitorio, con la solita mascherina e la consueta aria tristanzuola. Ora: quale battuta scegliere, tra le tremila che ti assalgono da sole, senza cercarle? Quando poi stai per sceglierne una, ti assale un dubbio atroce: la capiranno, i lettori? Non che siano scemi, ma anzitutto va osservato che ai presunti colleghi del Fatto Quotidiano, per esempio, non è scappata una sola parola di ironia che fosse una, niente, zero.

INVITO AI LIBRAI
Anche l'articolo è gelido come una nota Ansa: «Il comunicato della casa editrice Feltrinelli non fornisce spiegazioni sulle motivazioni di questo ritardo. Il volume firmato dal ministro Speranza era già arrivato nei magazzini ed era pronto a essere esposto: "Invitiamo i librai a non rendere il libro, ma a tenerlo nei propri magazzini, fino a quando, auspicabilmente in tempi brevissimi, verrà comunicata la nuova data di messa in vendita"». Possibile che non colgano l'assurdo? Neanche mezza battuta? Oddio, è il giornale di Travaglio: per loro l'assurdo è la normalità. Però, diosanto, il ministro si chiama pure «Speranza», e ha quella faccia lì, da penitente: no, non è possibile. Evidentemente è l'ortodossia governativa spinta al parossismo: è vietato ridere del Conte II, sempre, anche al circo, anche se il ministro si veste da clown. Non c'è altra spiegazione. Proviamo a inventare una notizia paragonabile: dunque, il ministro Pacifico ha rimandato l'uscita del suo libro «Perché vincerà la pace» dopo che la casa editrice è stata bombardata da colpi di mortaio. Rende l'idea? No. Niente supera la fantasia del reale.

PREVISIONI SBALLATE
Bene, allora restiamo reali anche noi, e scriviamo cose quasi serie: ma ridendo, se non disturba. In ordine sparso, come il virus: 1) La carica italiana più titolata a programmare il prossimo futuro sanitario, cioè il ministro della Salute, escludeva che in questo periodo potesse esserci una recrudescenza dei contagi, ipotesi ventilata (da mesi) anche dall'ultimo immunologo di Barletta; 2) la scrittura di un libro non necessita di tre minuti: neppure se ti aiuta un ghostwriter (figura che un tempo chiamavano «negro», ah, orrore) e quindi significa non solo che Speranza non ha previsto la notevole impennata delle ultime settimane, ma non l'aveva neanche prevista nei mesi scorsi, mentre pure - vogliamo pensare - si documentava per il libro nonché, in second'ordine, perché era suo dovere: essendo lui - circola voce - il ministro della Salute; 3) ora finalmente sappiamo perché anche Speranza sembra che non abbia fatto un tubo, da giugno a oggi, per pianificare e fronteggiare il probabilissimo ritorno del Covid, peraltro con l'ausilio dei soldi del Mes; ecco cioè perché non sono state formate delle equipe, né predisposto personale, né preservati degli ospedali «puliti» dove indirizzare chi non era malato di Covid e non voleva beccarselo nei focolai ospedalieri: non se n'è occupato perché stava scrivendo un libro.

PENSIAMO POSITIVO
Stava scrivendo un libro titolato «Perché guariremo», titolo positivo forse suggerito dagli editor Feltrinelli (complimenti anche a loro) che forse però, chissà, forse non ci hanno pensato: invece di rimandare l'uscita, forse bastava cambiare il titolo. Da «Perché guariremo» a «Perché dovremmo guarire?», e questo perché «Andrà tutto male» sarebbe giudicato iettatorio o potrebbe instillare dubbi sacrosanti, tipo: «Perché, prima come andava», «ma parla del governo?». In ogni caso è troppo tardi («Troppo tardi»: altro buon titolo dedicato al tempismo governativo) nel senso che il libro, come detto, è già arrivato nei magazzini ed era pronto per gli scaffali. Opzioni possibili: o avvolgi ogni volume con una fascetta dell'ultim' ora («Parla l'esperto», qualcosa del genere) oppure dovranno ritirarlo e rimetterci le mani, possibilmente ben lavate. Feltrinelli ci ha speso dei bei soldi, ed è logico che ora inviti i librai «a non rendere il libro ma a tenerlo nei propri magazzini, fino a quando, auspicabilmente in tempi brevissimi, verrà comunicata la nuova data di messa in vendita». Ma fidatevi, non è una pubblicazione postdatata: è una figura di merda. Circola pure un'anticipazione del libro, testuale: «Nessuno di noi potrà dire "non lo sapevo". Non possiamo più permetterci di essere colti disarmati di fronte alla violenza di una eventuale nuova pandemia». Un consiglio a Speranza: a questo punto giochi sulle parole. «Perché guariremo»: perché prima ci ammaleremo.F

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