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Coronavirus, Stato padrone e irresponsabile: Dpcm, "basta scaricare le colpe sui cittadini"

di Iuri Maria Prada
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La storia che «dipende da noi», che «la responsabilità è di tutti», che «siamo tutti coinvolti», con il corollario che se le cose vanno male è colpa nostra, avrebbe anche rotto abbastanza. Il contratto obbligatorio che abbiamo con lo Stato - perché nasci e te lo becchi, e non ci sono santi - vuole che rinunciamo a una parte molto consistente della nostra libertà, dei nostri guadagni, insomma della nostra vita, perché per stare insieme in modo pacifico e ordinato bisogna consorziarsi nella sottomissione a un'autorità cui deleghiamo di decidere, di comandare, di giudicare. E va bene. Ma un corrispettivo per questa abdicazione di libertà dovrà pur esserci, e servirebbe incassarlo proprio quando ci sono i problemi, proprio quando è in causa l'azione pubblica che paghiamo così salatamente. E invece? E invece funziona al contrario. Ti caricano come un mulo quando è tutto normale e il tuo lavoro, le tue tasse, la tua vita servono a mantenere un sistema collettivo che fa acqua da tutte le parti e al quale sopravvivi grazie a te, alla tua iniziativa, al tuo criterio: e poi? Poi quando un'avversità colpisce il Paese è pressoché colpa tua perché lo Stato si fa sentire solo per spiegarti che dipende da te. Da «piove, governo ladro» a «sale il contagio, cittadini irresponsabili». Perché è esattamente questo lo schema, con la differenza che la pioggia proprio non è colpa di nessuno mentre nella gestione dell'epidemia, forse, magari, per ipotesi, qualche responsabilità pubblica c'è. O no? loro non sbagliano mai Io tra le settecentocinquanta dirette Facebook del governo via social e le conferenze stampa gradasse del super commissario non ricordo un'occasione, una che sia una, in cui il potere pubblico si è preso qualche responsabilità: non una volta che il governo e l'apparato tecnico-inquisitorio di cui si avvale abbiano ammesso qualche errore, riconosciuto qualche trascuratezza, confessato qualche colpa. Mai. E sempre, invece - dal ministro analfabeta che minacciava ritorsioni contro gli irresponsabili, a quello della Delazione che controfirma i Dpcm polizieschi dell'avvocato del popolo - sempre c'è questo alludere ricattatorio al dovere e al difetto altrui, nel quadro civilmente autoritario dei meriti pubblici e delle colpe privatizzate. Nessun contratto valido funziona così, con una parte che chiede e basta e l'altra tenuta a fare da scudo umano.

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