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Vittorio Feltri contro gli "stupidi in circolazione": " Ti portano al loro livello e poi ti battono con l'esperienza"

Vittorio Feltri
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Il luogo comune, la frase fatta, il giudizio preconfezionato. Ma anche il dilettantismo, la arroganza, la superficialità. Miscelate questi ingredienti micidiali e otterrete un ritratto attendibile della nostra società, rincretinita dai social network. A che serve oggi una laurea in medicina o in giurisprudenza? A niente. C'è internet. Siamo tutti chirurghi, avvocati e commissari tecnici della nazionale di calcio. L'analisi della realtà, da condursi con i propri neuroni e magari con i propri occhi, non va più di moda. Ci sono migliaia di opinioni a disposizione in Rete. Basta prenderne una, adattarla e via. Un esempio dalla cronaca. Ricordate, qualche settimana fa, il caso di Willy, il ragazzo di colore ucciso a botte da alcune teste vuote? Nella opinione pubblica, produsse una grande impressione il fatto che gli assassini avevano muscoli pompati in palestra e praticavano arti marziali. Libri, dischi, giornali, serie televisive e varietà promuovono la superficialità, la volgarità, l'arroganza, il consumismo, la celebrità, il culto del denaro ma il dibattito si ridusse al solito dilemma: i killer erano fascisti? Certo. Gli opinionisti decisero che essi erano "oggettivamente" fascisti anche qualora non avessero mai sentito parlare di Benito Mussolini. Per quale motivo? Perché è più facile nascondersi dietro a vecchie discussioni piuttosto di mettere in discussione sul serio il nostro stile di vita, promosso proprio dai media sui quali si esibiscono i commentatori. Di questo passo, però, non si va molto lontano. Infatti, tra le "geniali" proposte per risolvere il problema, qualcuno ha suggerito di chiudere le palestre per ridurre la violenza. Ma allora, per combattere l'obesità, che dovremmo fare, chiudere i supermercati?

Il Diario della capra (Baldini+Castoldi) di Vittorio Sgarbi colleziona, giorno dopo giorno, in una utile agenda dell'anno scolastico 2020-21, le migliori battute che fanno saltare gli schemi della stupidità. Eccone qualcuna. Giosuè Carducci: «Colui che potendo esprimere un concetto in dieci parole ne usa dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni». Andrea Camilleri: «Adoro chi osa. Odio chi usa». Marcello Marchesi: «Due parallele si incontrano all'infinito, quando ormai non gliene frega più niente». Oscar Wilde: «L'amore è un malinteso tra due pazzi». Ennio Flaiano: «Si battono per l'Idea, non avendone». Cinque però non bastano, ce ne vuole almeno un'altra di quel gran poeta di Charles Bukowski: «Quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa come tutti gli altri». Il vero maestro, però, nell'arte di individuare un cretino è stato l'economista Carlo Cipolla (1922-200), autore di Leggi fondamentali della stupidità umana, un saggio fondamentale che trovate nel volume Allegro ma non troppo (Il Mulino). Cipolla aveva familiarità con la spiccata tendenza dei suoi colleghi a formulare previsioni "scientifiche" sull'andamento dei mercati. Ignorate, purtroppo, dai mercati stessi. Ne trasse alcune osservazioni importanti, che diventarono appunto leggi. Eccole, un po' rimaneggiate per motivi di spazio. senza misura Prima: sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione. Cosa gravissima: giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa che facciamo da gente stupida che invariabilmente compaiono nei luoghi meno opportuni. Impossibile stabilire una percentuale, dato che qualsiasi numero sarà troppo piccolo. Seconda: la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa. C'è in giro gente brillante in un settore, e irrimediabilmente cretina in tutti gli altri. Inoltre non ci sono differenze di ceto, razza o sesso che tengano. I bidelli sono cretini come i professori. Le donne come gli uomini. I neri come i bianchi. La percentuale è sempre stata e sempre sarà altissima. Terza (ed aurea): una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita. Si capisce dunque che il tipo di deficiente più pericoloso è il politico, che dispone degli strumenti necessari per colare a picco una intera nazione. Quarta: le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Non si rendono conto, stupidamente, che associarsi a un cretino ha sempre conseguenze disastrose e anche costose.

 

 

Pensano di risolvere il problema con l'intelligenza. Non funziona così. La stupidità crea danni immediati e irrimediabili. Quinta: la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista. In aggiunta, è anche il più imprevedibile. Lo stupido ti coglie sempre di sorpresa e questo gli conferisce un grande vantaggio. Inoltre ti porta al suo livello e poi ti batte con l'esperienza, come già sostenuto da Oscar Wilde. Provate ad applicare queste leggi con regolarità e vedrete che spiegano il mondo.

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