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Jole Santelli, a sostituirla l'ex berlusconiano Antonino Spirlì: "Un omosessuale a tempo perso"

Alessandro Gonzato
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Antonino Spirlì detto Nino detesta la «lobby frocia», «quella», ha detto due settimane fa sul palco leghista di Catania, «a cui avrei dovuto appartenere io, la lobby che ti impedisce di chiamare le cose con il loro nome, di dire "ricchione" e "negro". Ma io», aveva tuonato, «utilizzerò queste parole fino all'ultimo dei miei giorni, come il termine "frocio". Cosa fanno: mi tagliano la lingua?». 58 anni, Reggino di Taurianova, folgorato da Salvini, Spirlì, fino a ieri assessore alla Cultura e vicegovernatore della Calabria prende il posto (pro tempore) di Jole Santelli, morta a causa di un maledetto cancro. Spirlì, suo grande amico - vedremo - le ha dedicato parole che straziano il cuore. Spirlì è omosessuale dichiarato, pardon, «omosessuale a tempo perso» si legge sul suo profilo Twitter, e dunque le accuse di omofobia che gli sono state vomitate addosso da Pd, 5 Stelle, associazioni di gay, lesbiche e trans, e Anpi (che c'azzeccano i partigiani?) dopo il suo intervento alla tre giorni in occasione dell'avvio del processo Gregoretti sono risibili. Spirlì, ex berlusconiano passato a Fratelli d'Italia prima di impugnare lo spadone di Alberto da Giussano, odia il politicamente corretto ed è un pensatore di destra. Ovvio, dunque, che i dem provino a dipingerlo come una macchietta. In realtà il suo curriculum è di qualità e sterminato rispetto a quello di molti parlamentari ipocriti e, ovviamente, della quasi totalità dei ministri.

 

 

 

Giornalista, scrittore, ha diretto opere teatrali in Francia, è stato autore di Forum, una delle trasmissioni televisive più longeve e di successo. È tra i fondatori di Cultura Identità, laboratorio sovranista. Ah, Spirlì è pure cattolico praticante, porta sempre un rosario della Madonna del Carmine, lo esibisce con fierezza, e i "compagni" lo insultano, come fanno con Salvini. Spirlì sarà governatore per due mesi. Poi, come prevede il regolamento, verranno indette nuove elezioni. «Con Jole», ha detto ieri, «perdo un'amica fraterna, una parte della mia famiglia, una meravigliosa complice di tanti progetti, di tanti sogni per questa nostra Calabria. Sogni che condividevamo fin dal primo giorno della nostra amicizia. Perdo il presidente della Regione che ho sempre desiderato. Perdo una parte di me. Con Jole dico addio a una parte del mio entusiasmo, perché con lei abbiamo imparato a condividere tutto, come buoni fratelli, a volte litigando un po', ma il più delle volte sorridendo. Era una donna ironica, curiosa, simpatica, eccentrica, artistica, fantasiosa, lungimirante. La Calabria perde un grande governatore». 

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