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Auto elettriche, Filippo Facci: l'inganno sulle batterie al litio, perché inquinano più delle altre

Filippo Facci
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La vera notizia è che il ministro Sergio Costa (Ambiente) sembra poco intelligente, e non sarebbe una gran novità neppure questa: ma perseverare è grillino, e il fatto che voglia ri-tassare i prodotti petroliferi per far costare il gasolio più della benzina (facendo aumentare anche il petrolio agricolo) dimostra che non solo denota l'ottusità di certo ecologismo, ma anche che è poco aggiornato. Dice che occorre una transizione verso un'economia verde (tutti d'accordo) e tira in ballo la Svizzera, dove appunto il gasolio costa più della benzina: ma, oltre a far incazzare agricoltori e trasportatori, non tiene conto che a ogni progresso segue una reazione.

Esisterà sempre, anzitutto, una tecnologia più verde della precedente, e sempre nuovi ambientalisti a pretenderla. Piccola parentesi: come osservò l'osservatorio Nimby nel 2015, le centrali energetiche sono tutte (tutte) contestate indipendentemente dal loro potenziale di inquinamento, anche le più pulite e rinnovabili. Non importa se sono centrali a biomasse o impianti eolici o fotovoltaici, non importa se sono quel genere di progetti, cioè, che potrebbe contribuire ad affrancarci proprio da gas e petrolio. È solo la vicinanza fisica a far scattare la protesta. I comuni attigui a una progettata centrale si oppongono il 50% delle volte, mentre i comuni confinanti nel 90% dei casi. A opporsi sono sindaci eletti con liste civiche nel 60% dei casi, mentre il restante 40% è equamente diviso tra sindaci di destra e di sinistra. Insomma: archiviato il nucleare, prendono finalmente piede torri eoliche e pannelli solari e centrali a biomasse col risultato che gli ambientalisti si sono accorti che dalle energie rinnovabili - tu guarda - derivano svantaggi e non solo vantaggi.

In secondo luogo, chi ha già sviluppato energie alternative (che sono costose) spesso ha compensato tornando anche al carbone; dal 2009 il costo dell'energia solare è calato dell'80% (negli Usa) e il prezzo del petrolio è calato cosicché ricominciano a circolare macchinoni inquinanti: a diesel o a benzina fa lo stesso. L'Europa - ancora scottata dal caso Wolkswagen - sta riempendo il continente di auto ibride o elettriche, ma di trattori o mezzi agricoli a emissioni zero non se ne vede l'ombra: si straparla di passare all'idrogeno o a soluzioni sofisticate (biogas) ma siamo ancora all'anno zero. Chissà poi come reagirà il ministro Costa nell'apprendere - notizia Ansa - che la produzione mondiale di litio, fondamentale per produrre le batterie per auto elettriche, rischia di far aumentare la produzione di anidride carbonica (CO2) di almeno sei volte.

L'ultimo e autorevole Sustainability Monitor di Roskill (il colosso dell'analisi e della valutazione del mercato dei minerali) spiega infatti che la crescita delle batterie agli ioni di litio comporta varie fasi di estrazione, produzione, trasporto e fabbricazione che triplicherebbero entro il 2025 le emissioni di CO2, e di sei volte entro il 2030. L'estrazione e il trattamento del litio viaggiano verso i 13,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse per la sola produzione dell'elemento base delle batterie: questo perché si prediligono le miniere estrattive, mentre se si optasse per lo sfruttamento dei depositi sotterranei di acque salmastre contenenti litio (abbondanti in natura, perlomeno in Cile, Argentina e Usa) il processo sarebbe molto meno inquinante. Insomma, la faccenda è complessa e c'è da lavorare, nonché da operare transizioni senza strappi. Il Ministro Costa, intanto, cerca di incassare tassando il diesel. L'hanno capito anche camionisti e agricoltori: costa, il ministro Costa.

 

 

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