“Se al referendum vince il Sì, questo parlamento diventa incostituzionale”. Parola di Vittorio Feltri, che sui social lancia una provocazione a Giuseppe Conte ed in particolare a Luigi Di Maio, che in queste settimane si è speso più di tutti per la campagna elettorale a favore del Sì, che è rimasta l’unica battaglia ideologica non tradita ancora dal Movimento 5 Stelle. “Bisogna votare subito un altro parlamento in sintonia con la nuova legge - ha aggiunto Feltri - per cui questo governo deve dimettersi”. Ovviamente non succederà mai, ma non è escluso che possano comunque esserci ripercussioni su Conte e la sua squadra a seconda dell’esito delle elezioni: se il referendum è un test poco probante, diverso è il discorso per le regionali. Nel caso di caduta della rossa Toscana e quindi di 5 a 1 in favore del centrodestra, lo scenario potrebbe mutare rapidamente: detto che il ritorno alle urne è praticamente impossibile e che il rimpasto pure non è cosa facile da fare, in caso di debacle potrebbe essere proprio Conte l’unico a saltare.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.