Vittorio Feltri, sentenza su Matteo Salvini e i pm: "I ladri della Lega non li prendono perché non esistono"
Da giorni ormai sui quotidiani si affronta il problema della Lega, oggetto di indagini giudiziarie per una serie di azioni delittuose in materia finanziaria. Per andare giù piatti, vari esponenti del Carroccio avrebbero rubato denaro a tutto spiano. Può darsi che l'inchiesta in corso abbia contenuti seri e meritevoli di sfociare in processi da celebrarsi in tribunale. Ma attenzione a non procedere alla carlona, secondo il metodo in voga in Italia, ossia un tanto al chilo. Da anni infatti si accusa Matteo Salvini di tutto e di più, a cominciare dai 49 milioni di euro che sarebbero stati incassati dai padani e poi sarebbero spariti, o meglio, finiti probabilmente nelle tasche di qualcuno. La magistratura si è ingarbugliata allo scopo di rintracciare il bottino, eppure non ha combinato niente. Nel senso che essa è rimasta alla partenza ma non è pervenuta alla meta. Pertanto si sa che i quattrini in questione non ci sono più, però si ignora chi li abbia presi. Strano, perché non si discute di qualche spicciolo bensì di una somma ingente di cui misteriosamente si è persa traccia. Nonostante questo si seguita a ripetere che nella Lega circolano molti ladri, dei quali tuttavia è oscura l'identità.
Non è finita. Secondo coloro che si autodefiniscono assai informati, i fratellini di Alberto da Giussano sarebbero volati in Russia non in gita turistica ma per impossessarsi di una grossa somma elargita da Putin, non è dato apprendere a quale scopo. Altre inquisizioni, altri pettegolezzi sputtananti. Risultato? Non è saltato fuori neppure un ghello. Non solo. Nei giorni scorsi alcuni commercialisti sono stati arrestati poiché sospettati di aver fatto girare monete in quantità e in modo fraudolento. Naturalmente non esistono prove, per il momento. Magari arriveranno, ma ad oggi zero. Si dà però il caso che la Lega, la quale i sondaggi collocano sul podio dei partiti nazionali, domenica sarà sottoposta all'esame delle elezioni regionali e, stando alle previsioni, dovrebbe fare la parte del leone. Quindi l'idea che la compagine del Capitano sia messa ora sotto torchio nella speranza che ne esca con le ossa rotte non mi sembra peregrina. Quello che adombriamo non è un sistema corretto, eppure è in uso da anni. Se l'Italia è conciata male forse dipende altresì da una magistratura al servizio di una sinistra che non ha mai abbandonato l'abitudine di ciurlare nel manico.