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Matteo Salvini a Napoli, Antonio Socci: "La sinistra dice che è fascista per questo manifesto"

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Fare gli antifascisti di professione nel 2020, in assenza di regime fascista, non è facile. È un duro lavoro che richiede impegno diuturno e spesso una fervida fantasia. Infatti bisogna anche saper vedere quello che non c'è e magari avere una propensione al sospetto che finisce nel romanzesco (o nella barzelletta). Un esempio di questo tipo di "vigilanza antifascista" ce lo fornisce il collega Sandro Ruotolo, una colonna storica delle trasmissioni di Michele Santoro. Sebbene sia da poco diventato senatore della repubblica, Ruotolo, continua la sua missione salvifica e in questi giorni ha fatto un clamoroso scoop antifascista, riuscendo a individuare un pericolosissimo "micro segnale per fascisti" nascosto diabolicamente in un manifesto della Lega che pubblicizza un comizio del segretario Salvini a Napoli. Il vigilante Ruotolo ha lanciato (o rilanciato, non si capisce bene) questo messaggio tweet: «Piazza della Posta non esiste a Napoli. A meno che tu non abbia cento anni. Si chiama piazza Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti. Sono micro segnali per fascisti. Ma noi li notiamo e siamo qui, pronti a svelarli e non lasciarli senza spiegazione. Ciro Pellegrino (giornalista)». In pratica Ruotolo accusa il manifesto leghista di localizzare il comizio di Salvini in Piazza della posta, cancellando il nome moderno della piazza intitolata a Matteotti, il politico socialdemocratico che fu ucciso dai fascisti. Ma non è affatto così. Infatti nel manifesto sta scritto, a caratteri cubitali, proprio "Piazza Matteotti" (sotto, in piccolo, fra parentesi, si legge anche Piazza della Posta perché così è popolarmente conosciuta dai napoletani).

 

 

 

Problemi di vista - Qualcuno su twitter glielo fa notare: «Ma avete problemi di vista?». Però Ruotolo non sente ragioni. Per l'antifascista di professione, evidentemente, non conta quello che c'è scritto, ma quello che ci vede lui. E anche molti suoi seguaci sono d'accordo. Infatti, ieri, il tweet aveva 5.900 "mi piace" e 1.500 rilanci. I commenti poi sarebbero da studiare in un corso universitario che analizza le conseguenze dell'ideologia: «Salvini non perde occasione per strizzare l'occhio ai fasci», «si rivolge ai suoi camerati», «altro che "microsegnali"... Sono anni che questo losco figuro parla in codice a beneficio dei camerati», «chiaviche legaiole», «il capitone è un grandissimo stronzo», «sono infami anche nei cartelli pubblicitari. Non sono micro segnali, sono atti concreti di demolizione della memoria democratica», «fanno schifo», «prendetelo a pomodori marci in faccia», «uno così non dovrebbe proprio mettere piede in Campania», «questa Lega è una vergogna», «Salvini è davvero una vergogna», «non ha più scusanti... basta», «esseri ignobili», «fascisti di m», «bravo Sandro!», «spudorati», «i fascisti perseverano nella loro dichiarazione di disumanità». Tutto questo sotto il manifesto della Lega, riprodotto da Ruotolo stesso, che porta scritto, in grande: «Piazza Matteotti». A dire il vero è intervenuto anche qualche napoletano che, con buon senso, ha fatto notare che questa polemica è «una cazzata» perché «quella è conosciuta come la piazza delle Poste Centrali... brutta bestia l'ignoranza». Poi ha precisato: «A proposito io sono antifascista...». Anche altri napoletani commentano: «Ma noi Napoletani la indichiamo come piazza della Posta centrale». Un altro fa vari esempi di questa toponomastica di uso comune che raddoppia i nomi di piazze e vie: «Piazza Bovio che diventa piazza Borsa o semplicemente Università, Corso Umberto che diventa il Rettifilo, Nicola Amore diventa i 4 Palazzi... suvvia, ja. Che poi il nome della piazza ci sta, quella tra parentesi è solo un'indicazione... Pure io dico "piazza delle poste centrali"». Un altro scrive: «Anche Piazza Cosimo Fanzago per la gran parte dei napoletani, soprattutto vomeresi, è e sarà sempre Piazza Bernini». Perfino qualche fan di Ruotolo obietta: «Secondo me è una polemica inutile. Sandro Ruotolo, che stimo, essendo napoletano come me, sa bene che a Napoli quella piazza è per gran parte dei napoletani "Piazza della Posta" ma non per offendere la memoria di un martire del fascismo né perché i napoletani siano fascisti». E altri ancora: «Sono d'accordo. Sempre chiamata la Posta», «io fino a una certa età non sapevo manco quale era piazza Matteotti (niente fascisti in casa mia)».

A Siena - Anche a Siena, città per settant' anni rossa, c'è Piazza Matteotti che è più conosciuta, nel gergo popolare, come Piazza della Posta e, per decenni, a nessun compagno che ha detto "Piazza della Posta" è mai venuto in mente di ammiccare al fascismo. Tuttavia al tweet di Ruotolo si è aggiunto pure il commento arguto dell'intellettuale che ieri sul Foglio, pur scrivendo che in effetti nel manifesto di Salvini c'è scritto "Piazza Matteotti", rileva che «è accompagnato da una parentesi, apparentemente innocua (Piazza della Posta)». Per i comuni mortali è «innocua», ma a questo giornalista (come a Ruotolo) non la si fa. Lui spiega che «in realtà si tratta di uno sberleffo cifrato e di una strizzatina d'occhio al mondo dell'estrema destra». Poi aggiunge che «rifiutare la toponomastica è una strategia elementare per rifiutare la storia. Una strategia che dimostra quanto nella destra, a venticinque anni da Fiuggi, sia ancora viva la simpatia per il fascismo e il rifiuto della Repubblica». Ogni commento è inutile. In realtà, per chi ha davvero a cuore la democrazia, i pericoli da combattere attualmente non stanno nella toponomastica, ma sono il progressivo restringimento delle libertà personali, la crescente intolleranza, l'umiliazione del Parlamento per lo strapotere dell'esecutivo. La minaccia attuale alla democrazia è quella indicata da Pierluigi Battista in un recente commento: «Oggi, al posto del dibattito, dello "spazio di discussione pubblica", c'è l'apologia del bavaglio, la cultura del sospetto, il processo alle intenzioni, l'ipersemplificazione demonizzante, la caricaturizzazione delle tesi diverse». Sembra la perfetta descrizione dell'episodio del manifesto di Napoli. Purtroppo però questi sono i vizi della Sinistra.

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