Vladimir Putin, la figlia prende il vaccino anti-Covid: occhio agli effetti collaterali
Giuseppe Conte dice che il vaccino per il Coronavirus non sarà obbligatorio per la popolazione (dettaglio: il vaccino non c'è) e intanto Vladimir Putin dice che il vaccino per il Coronavirus non sarà obbligatorio per la popolazione (dettaglio: il vaccino c'è). La Russia infatti ha realizzato il primo vaccino anti Covid 19 - l'annuncio è di ieri - e Putin l'ha testato anche su sua figlia, pare con buoni risultati: sarà prodotto da settembre e distribuito dal primo gennaio 2021. Questo vaccino si chiamerà «Sputnik V» (un omaggio al primo satellite lanciato nel 1957 attorno alla Terra) e ci sono una ventina di paesi che ne hanno già preordinato circa un miliardo di dosi. Questa sarebbe la notizia, poi c'è di mezzo Putin e allora in mezzo mondo è partita la fiera del dubbio. Non è chiaro perché Putin ambirebbe a sputtanarsi con l'intero Pianeta e in particolare coi 145 milioni di russi disposti a credergli, o appunto perché dovrebbe compromettersi con la ventina di nazioni che hanno già ordinato il suo vaccino sulla fiducia, ma l'Oms (filocinese) ha già alzato il ditino: «La prequalificazione di qualsiasi vaccino include la rigorosa revisione e valutazione di tutti i dati di sicurezza ed efficacia richiesti».
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ESPERTI SCETTICI
Certo. Dopodiché Putin potrebbe anche fottersene e saltare un po' di passaggi per vaccinare lo stesso la popolazione: ha un controllo sulle scelte di salute pubblica che glielo permetterebbero, e potrebbe passare direttamente a quella che si definisce «sperimentazione umana». Con 900mila contagiati (che crescono di 5mila unità al giorno) forse ritiene di poterselo permettere. «Nel mondo occidentale, con le nostre agenzie regolatorie, non può succedere», assicura Sergio Abrignani, ordinario di Patologia generale alla Statale di Milano. Che fortuna. Ed è divertente notare come molti media, trattandosi di Putin, guardino con sufficienza alla notizia. Lo stesso Corriere non scrive che «La Russia sta preparando», ma che «La Russia starebbe preparando» tra «molti dubbi e perplessità». Sul quotidiano online Il Post la notizia diventa «Putin dice che» ed è messa in second'ordine. Il citato patologo, sul Corriere, sprezza un po' la notizia: «Improbabile che abbiano già testato sicurezza ed efficacia del vaccino sono solo dichiarazioni, non c'è alcuna pubblicazione Quello che dichiarano mi sembra molto ottimistico e poco scientifico». Eppure anche Anthony Fauci, in merito al vaccino Usa, aveva parlato di una possibile «sorpresa di ottobre». E l'esperto del Corriere: «Fauci è uno dei più grandi ricercatori al mondo e quindi se parla bisogna sempre pensare che lo faccia a ragion veduta». Non è mica Putin. Lo fa capire anche l'infettivologo Massimo Galli sulla Stampa: «È necessario aspettare la conferma dei dati, diversamente si tratterebbe solo di un annuncio giornalistico».
TEST CLINICI
Beh, nell'attesa forniamo almeno tutti i dettagli disponibili. Putin ha detto testualmente: «Stamattina per la prima volta al mondo è stato registrato un vaccino contro la nuova infezione da coronavirus» e ha detto che a sua figlia (non è chiaro quale) è già stato somministrato. Si chiamerà Sputnik V (il vaccino) perché a suo dire ha creato un «momento Sputnik» per la comunità mondiale. È stato sviluppato dall'Istituto Gamaleya di Mosca e - secondo Putin - ha iniziato la fase 3 dei test clinici che normalmente durano mesi e coinvolgono migliaia di persone, e probabilmente gli scetticismi della comunità scientifica mondiale derivano da questo. Il vice primo ministro Tatyana Golikova ha detto che la vaccinazione dei medici (i primi a cui sarà somministrato il farmaco insieme a operatori sanitari, insegnanti e altri gruppi a rischio) potrebbe iniziare già questo mese. Poi, come detto, da gennaio 2021 si andrebbe su larga scala. Nella sua miglior tradizione, Mosca non ha reso disponibili i dati scientifici; circa la somministrazione alla figlia, Putin ha detto che dopo la prima dose ha avuto la febbre a 38, che il giorno dopo è scesa a 37 e poi, dopo la seconda dose, ha avuto di nuovo una leggera febbre e poi tutto è tornato a posto, che ora si sente bene e ha molti anticorpi. Ma quali sarebbero le venti nazioni che, senza troppi preamboli, avrebbero già preordinato un miliardo di dosi? Il direttore del Fondo russo per investimenti ha citato genericamente America Latina, Medioriente e Asia, Paesi con pochi esperti e molti morti: sarà per questo. Infine: il terzo stadio di trial clinici del vaccino contro il Covid-19 avverrà all'estero, in particolare in Emirati Arabi Uniti e Arabia saudita. Sul fronte italiano, intanto, ci sono tremila candidati volontari per il vaccino anti-Covid che verrà testato allo Spallanzani di Roma. Un primo gruppetto di volontari verrà vaccinato tra il 24 e il 26 agosto. Se tutto andrà bene, altri tre volontari si faranno sotto tra il 7 e il 9 settembre. Con calma e attenzione. Non c'è fretta. La fretta è dei Putin.