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Vittorio Feltri sui furbetti del bonus: "Conte a casa, va condannato per aver fatto una legge assurda"
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Quest'ultima assurda e scandalosa vicenda che riguarda i bonus distribuiti perfino a cinque parlamentari, gente che guadagna 15 mila euro al mese, è l'ennesima dimostrazione dell'incosciente pressappochismo del governo, incline a buttare soldi a destra e a manca, senza discernimento. Personalmente non me la sento di accanirmi contro coloro che hanno incassato furbescamente gli oboli, perché in fondo essi, e anche in cima, erano concessi in ossequio a una legge firmata dagli amministratori dello Stato. Il quale è avvezzo da sempre a sprecare pubblico denaro, tanto è vero che ha accumulato un debito mostruoso.
Quindi non voglio accusare nessuno di aver violato le regole, ma non posso fare a meno di deplorare un esecutivo talmente inetto da permettere a cani e porci di incamerare quattrini a titolo di mancia elettorale. Certamente, c'è un problema di onestà dubbia di chi ha richiesto e percepito somme a titolo di sostegno, però spicca evidentemente una incapacità raccapricciante di Conte e compagnia di elargire assennatamente le risorse del Paese. L'assistenzialismo è legittimo entro determinati limiti, estenderlo a qualunque furbetto è una sorta di crimine. Davanti a fatti turpi quale quello descritto è fatale chiedere al premier e alla sua servitù di liberare Palazzo Chigi dalla loro mefitica presenza. Sono consapevole che tale invito resterà lettera morta, tuttavia è mio dovere segnalare agli italiani che i veri colpevoli della storia vergognosa non sono coloro che hanno intascato le palanche, bensì i politici tonti che gliele hanno regalate per catturarne la simpatia.
Che il governo sia da sciogliere nell'acido suppongo lo sappiano tutti, tuttavia è strano che la politica non sia in grado di mobilitare chimici capaci di liquidarlo. Immagino che pure il presidente della Repubblica sia chiamato nella circostanza a prendere provvedimenti acconci per stroncare lo sfacelo. Se alcune leggi emanate sono strampalate e permettono una distribuzione di denaro a persone che percepiscono già compensi lauti, è necessario non promulgarle. E chi ha facoltà di bloccarle se non il Quirinale? Qualora sbagli, correggetemi ma non prendetemi in giro. Mi dicono che i nomi dei cinque onorevoli accattoni che hanno riscosso la carità dovuta agli sfigati sono protetti dalla privacy e difficilmente saranno resi noti. Mi sembra folle che i fondi creati dai contribuenti siano destinati a cittadini anonimi. Chiunque ha ricevuto liquidi statali non ha motivo di essere tenuto segreto. Vogliamo sapere nome e cognome dei fortunelli, tutti, che hanno beneficiato di euro prelevati dalle nostre tasche.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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