Vittorio Feltri, la riflessione: "Certe religioni sono peggio del veleno"
Qui di seguito pubblichiamo un articolo scritto dal direttore Vittorio Feltri nel 1987 sui segreti, i riti e le stravaganze delle sette religiose
In Italia anche le sette, per quanto numerose e ricche di seguaci, sono artigianali, vivono sul fai-da-te, sulla genialità cialtronesca dei padri fondatori: la vocazione nazionale per la patacca non si smentisce neppure nei pressi dei paradisi in offerta speciale. Le grandi holding americane del misticismo sono sbarcate nella penisola e hanno attecchito, come la famosa Scientology dei Dianetics, ma sono rimaste isolate nella diffidenza e sono fallite o stanno fallendo. Un po' meglio sono andate le congregazioni orientali, ma non tanto. Gli "arancioni" sono quasi scomparsi, i rimasugli canticchiano nel senese, a Miasio, attorno all'ex sessantottino Andrea Valcarenghi; allevano capre, coltivano piante da frutta e arrotondano con l'agriturismo. Recentemente abbiamo visitato il loro centro: più che un monastero sembra un club Méditerranée. A Varese e a Faenza resistono - patetici - i "Puya Sutra": meditano su come tirare la cinghia e fingere di essere felici.
A Milano il Vivek è stato contagiato dall'intramontabile attivismo meneghino e si è convertito al commercio. Sorvoliamo sui Sai Baba che, se non fosse per la presenza di Antonio Caxi (fratello), un cognome che è una garanzia, spiccherebbero nel panorama simil-religioso quanto i liberali in Parlamento. Da noi poi sarebbe stata assurda una affermazione duratura dei "Bambini di Dio" (capeggiati dallo statunitense David Berg) che si prostituiscono furiosamente per far piacere a Gesù e al cassiere della comunità: sono in estinzione. E pure dei fedeli di Moon i quali, in verità, hanno succursali a Roma, Padova, Bologna, Firenze e Bergamo ma hanno rinunciato alla prerogativa che li ha resi famosi nel mondo: la questua in conto terzi. In Canada - ha detto Martin Faires, che ha fatto parte del giro e ora è nemico di qualsiasi combriccola di adoratori eccentrici, tanto che di mestiere fa il deprogrammatore, cioè recupera a pagamento chi è affetto dal «cancro dell'anima» - gli adepti di questa compagnia se con l'accattonaggio non racimolano almeno 400 mila lire al giorno sono considerati peccatori e candidati all'inferno. Qui uno che scoprisse di poter guadagnare tale cifra senza lavorare, vi pare che la consegnerebbe al santone? Dio e denaro: un binomio che è in cima ai pensieri dei nuovi apostoli di ogni estrazione; cambiano i riti, ma le tariffe sono sempre elevate.
IL GIAPPONESE
In provincia di Pesaro sono stati arrestati il giapponese Yuji Yahiro e la moglie Lorena Fiumari, di Bologna, per estorsione, truffa, circonvenzione di incapace e altri reati. Predicavano la necessità di «liberarsi dalla schiavitù dei soldi» e i neofiti li prendevano alla lettera, privandosi dei beni materiali che finivano all'ammasso nelle tasche della pia copia. I carabinieri hanno sequestrato nel cenacolo assegni in bianco, orologi d'oro, gioielli, contanti e un materasso. Quest' ultimo oggetto però non è annoverato nell'elenco delle elemosine ma in quello degli arredi sacri: serviva per la liturgia d'iniziazione. Se una ragazza desiderava i crismi, era sul «Permaflex» che doveva conquistarseli dopo aver superato esami dottrinali e pratici. Giudice e beneficiario degli esercizi, che forse è improprio definire spirituali, era il maestro del Sol Levante. L'arte di arrangiarsi, in cui gli italiani eccellono, finisce in ogni chiesa locale ai limiti della legalità: c'è chi in difficoltà con la clientela, coniugando il sacro col profano, riesce a sfondare contemporaneamente come sacerdote e professionista.
È il caso di un medico che nella zona di Franciacorta (Brescia) organizza periodicamente, in un palazzo affittato, dei seminari pseudo-scientifici aperti a chiunque senta impellente il desiderio di rendersi utile al prossimo. E chi, nella circostanza, è più prossimo del professore? Tassa d'iscrizione 500 mila lire per un paio di giorni di lezione. Siccome la classe si compone mediamente di un centinaio di allievi, il totale è 50 milioni. Al termine del corso, niente diploma, ma la licenza di fare opere di bene. Nel senso che il docente insegna a salvaguardare la salute del corpo e quella del portafogli. Come? Secondo lui, l'uomo non si ammala perché gli organi si «rompono», ma perché esaurisce una certa carica e la testa va in cortocircuito. Si tratta di ricaricare le batterie. Abbiamo assistito a una dimostrazione didattica. Appassionante. Il guru spiega che il fluido rigeneratore proviene da lassù, oltre le stelle - e così si comprendono anche le parcelle astronomiche: 200 mila a consulto - ma la bravura del terapeuta consiste nell'attirarlo su di sé e trasmetterlo al paziente. Non è complicato basta concentrarsi. Ogni mente è un accumulatore di energia ed è in grado, con l'allenamento, sia di riceverla sia di dispensarla. Ma occorre amore, tanto amore. Perché la «centrale» che risiede in cielo non è altro che Dio e si sa quanto il creatore sia restio a intrattenere rapporti coi malvagi. Di conseguenza è indispensabile che il guaritore sia gentile col degente, lo accarezzi e magari lo baci, preferibilmente sulla bocca. Il dottore non pretende che i suoi scolari siano laureati, un infermiere è più che idoneo. E per convincerli che fa sul serio si cimenta in una guarigione.
Portata in barella perché non sta in piedi e divorata da un tumore, arriva una vecchietta. Il medico la osserva e scoppia a piangere. Suspense. Si sarà reso conto che è incurabile? Niente affatto. È commosso. Si china su di lei, le tira le gambe per raddrizzargliele, ragguagliarle e, tocco finale, pone le labbra su quelle della donna che non si ribella, probabilmente non ne ha la forza. Non si compie alcun miracolo. Ma la scolaresca va in visibilio lo stesso. E il santone, soddisfatto, annuncia che svelerà un infallibile metodo diagnostico. «Aspettate l'ispirazione - predica -, normalmente è questione di un minuto. Quindi formulate la domanda nel vostro intimo. Per esempio ulcera? Se ci avete azzeccato, il Padre celeste risponderà a suo modo, il vostro braccio destro comincerà involontariamente a muoversi in senso rotatorio, come se doveste azionare una manovella. Provate». Dei cento apprendisti stregoni non uno sbaglia, tutti promossi, e da domani saranno abilitati a guarire e a riscuotere 200 mila lire per visita. Se troveranno chi gliele dà, non si potrà negare il prodigio. Il factotum di questa setta paraospedaliera, A.S., 65 anni, possiede una stupenda villa sulle colline orobiche ed è in attesa del premio Nobel. «Mi stupirei che non me lo dessero», confessa. Tra clienti e "studenti" le persone che gli girano attorno sono migliaia.
Vittiorio Feltri contro Gherardo Colombo: "Immigrati, salva quelli che vuoi ma portali a casa tua"
NEOPAGANI
Tutt' altro che sparuto anche il seguito di Antonio De Bono, papa dei neopagani e direttore del bimestrale Il teurgo (teurgia significa «opera di Dio»), diffusione ventimila copie, una quantità che rende l'idea della folla interessata alla religione ellenica. I sacerdoti sono circa novecento, divisi in tre correnti: la destra, la sinistra, i moderati. Gli estremisti mancini sono rigorosamente rispettosi della tradizione greca antica: per intenderci, non esitano a sgozzare capre e agnelli per soddisfare le esigenze delle numerose divinità. Recentemente gli oltranzisti (che prosperano in Veneto) hanno fatto fuori a coltellate un montone in omaggio a Zeus e i centristi li hanno censurati, «Logico - dice il pontefice, che è critico d'arte e ha l'ufficio in via Friuli 4 a Milano - noi siamo contrari alla violenza; personalmente sono vegetariano e non uccido nemmeno le zanzare». Avevamo immaginato De Bono una specie di Mefistofele e invece è mite, cortese, timido, vive tra pile di libri. È giunto sull'Olimpo partendo dai cattolici e transitando - tanto tempo fa - dal Psi, amministratore e collaboratore dell'Avanti. Ci ha messo una ventina d'anni a portare la cricca ai fasti attuali. Ma lui, fin da piccolo, era in contatto con Minerva, Marte e parenti. «Una serie di visioni mi ha persuaso che un Dio solo - racconta - è troppo poco per l'universo».
VIAGGI COSMICI
Da queste riflessioni alla rivalutazione dei miti omerici e virgiliani il passo è stato breve: «Ho ristudiato e approfondito quello che avevo imparato all'università, (sono laureato in etruscologia e archeologia italiana) e ho concluso che i classici avevano ragione: gli dei ci sono». È difficile credere in un padreterno, figuriamoci in una dozzina. Ma De Bono non è turbato dal nostro scetticismo. «Spesso - precisa con naturalezza - esco dal mio involucro di carne e ossa e vado in astrale. Una volta, durante un viaggio cosmico, ho fatto un salto nella casa di campagna e solamente il cane mi ha riconosciuto. Non ho dubbi che ciascuno di noi abbia avuto varie esistenze: io sono mio zio che cadde al fronte nella Grande Guerra. Ho trovato la tomba senza che nessuno me la indicasse». Francamente non riusciamo a seguirlo, ma lui, imperterrito va avanti nella narrazione delle esperienze con Giove e sottoposti.
«Loro - afferma volgendo in alto lo sguardo - mi hanno anticipato che morirò bruciato nel prossimo conflitto mondiale che sarà termonucleare. Non specifico quando succederà per non angustiarla, ma prima del Duemila». Finalità del neopaganesimo: far sì che gli uomini si vogliano bene e rispettino la natura che è fonte di tutto, anche delle facoltà extrasensoriali di cui, comportandoci con saggezza olimpica, potremmo recuperare l'uso. Imparate dal Teurgo. Una delle principali rivendicazioni della congrega è la restituzione del Pantheon al culto di Zeus che, poveretto, non ha più uno straccio di tempio dove manifestarsi. In attesa che la vertenza vada a buon fine, i pagani si riuniscono nell'appartamento papale: dodici medium vanno in trance e i fedeli un po' pregano e un po' sollecitano vaticini. «La potenza che si sprigiona dalle nostre menti in collegamento con gli spiriti vaganti - assicura il nostro interlocutore - sarebbe sufficiente a smantellare la base di Comiso in un attimo. Siamo capaci di portenti che, opportunamente indirizzati, potrebbero evitare la catastrofe atomica. Stiamo a vedere cosa combinano Gorbaciov e Reagan, poi decideremo come intervenire. Le spese per gli esperimenti sono notevoli. Occorrerebbe uno sponsor».