Andrea Bocelli, Filippo Facci svela la verità: "Criticato perché ha partecipato a un convegno a fianco di Salvini e Sgarbi"
Gli americani lo chiamano «straw man argument» e corrisponde all'abitudine di polemizzare con qualcuno attribuendogli delle cose che non ha mai detto, o distorcendo delle cose che ha appena detto. Di esempi ne abbiamo ogni giorno (soprattutto nei dibattiti televisivi) e il risultato è che spesso un tizio deve affannarsi per spiegare che appunto una certa cosa non l'ha mai detta e quindi la discussione procede al passo del gambero. Succede spesso con certi titoli di Libero o, per fare un esempio solo, con Vittorio Feltri quando gli hanno attribuito d'aver detto «i meridionali sono inferiori». Dopodiché passiamo al caso del cantante Andrea Bocelli, un noto signore che si è speso sin dal primo giorno dell'emergenza Covid - con la Fondazione che porta il suo nome - per aiutare chi era in difficoltà per il virus, lui che il virus l'aveva anche preso (il 10 marzo) ma non l'aveva rivelato «per rispetto verso coloro che l'hanno contratto con ben altre conseguenze», lui che è guarito e che, per dare il buon esempio, si era fatto fotografare mentre donava plasma, lui che ha fatto un concerto sul sagrato deserto nel Duomo di Milano. Quanti possono dire d'aver fatto altrettanto? Eppure è bastato che partecipasse a un convegno per essere subito bollato come «negazionista» del Covid (lui che l'ha avuto) e per subire attacchi violentissimi da parte dei soliti «social», fomentati anche da un cantante un po' diverso (Fedez) e dall'attore Alessandro Gassmann (figlio di).
In particolare Fedez - che ha contribuito economicamente a realizzare un reparto di terapia intensiva al San Raffaele, e che ha ben conosciuto certi attacchi via social e i vari «straw man argument» adottati anche contro di lui, forse aveva il dovere di essere informato un po' meglio, dunque di risparmiarsi commenti come questo su Bocelli: «Se vi permettete di instillare il dubbio che la pandemia sia stata fantascienza, vi presento un mio amico che ha dovuto subire un trapianto di polmoni a 18 anni. Fare silenzio ogni tanto non fa male, eh». Cioè: l'ha detto a Bocelli, ha attribuito all'ex contagiato Bocelli d'aver detto che la pandemia sia stata fantascienza. Colpa di Fedez o delle fonti informative a cui si è abbeverato? Non lo sappiamo né per lui né per Alessandro Gassmann, colpevole d'aver fatto coro coi cretini social i quali a Bocelli hanno detto «ipocrita», «ignora i morti», «fottuto opportunista» e roba così. Ora: anzitutto va registrato che siamo ridotti a commentare la faccenda di un cantante contestato da un altro cantante e da un attore, con contorno della solita porcilaia social: ma i tempi sono questi. In secondo luogo aggiungiamo l'ovvio: Bocelli è stato attaccato solo perché ha detto certe cose in un convegno bollato come «negazionista» alla presenza di Vittorio Sgarbi, Matteo Salvini, Armando Siri e medici, scienziati ed esperti come il ricercatore Alberto Zangrillo del San Raffaele, la biologa Marina Gismondo dell'ospedale Sacco e i costituzionalisti Michele Ainis e Sabino Cassese. Tutti «negazionisti».
In terzo e ultimo luogo: che cos' ha detto in definitiva Bocelli? Ricopiamo dalle agenzie di stampa: «Durante il lockdown mi sono sentito umiliato e offeso perché non potevo uscire da casa», talvolta «ho violato le restrizioni uscendo lo stesso, perché ho una certa età e ho bisogno del sole», «all'inizio del lockdown ho chiamato Renzi, Salvini e Berlusconi, insomma tutti quelli che conoscevo, nel tentativo di creare un fronte trasversale, fatto di persone di buon senso, per fare qualcosa tutti insieme», «non posso pensare alla celerità con la quale sono state chiuse le scuole e, dall'altra parte, con la quale le discoteche si sono di nuovo riempite». Letto, firmato e sottoscritto. Probabilmente dalla maggior parte degli italiani. Perché in nessun paese democratico le libertà individuali sono state vilipese come da noi.